L’avventura di Eusebio Di Francesco in riva all’Adige è già terminata. Dopo tre giornate di campionato, coincise con altrettante sconfitte, il club gialloblù, contro ogni previsione, ha deciso di dare un inaspettato benservito al tecnico, chiamato quest’anno a raccogliere la “pesante” eredità lasciata da Ivan Juric. Ironia della sorte, anche nelle due precedenti esperienze con Sampdoria e Cagliari, entrambe terminate con due esoneri, la sua stagione era iniziata con tre insuccessi consecutivi. Unica differenza, sostanziale, che all’ombra della Lanterna l’esonero era arrivato dopo sette domeniche mentre sull’isola sono serviti ventitrè turni prima che il club rossoblù decidesse per il cambio.

L’ex tecnico gialloblù Eusebio Di Francesco

Un esonero inaspettato

La notizia – inutile negarlo – ha sorpreso un po’ tutti in quanto la scelta potrebbe avere tutta l’aria di una decisione istintiva e magari anche un pizzico affrettata. In realtà quanto successo sembra essere l’epilogo di un amore mai nato. O quantomeno mai sbocciato fino in fondo. Per venire a Verona Di Francesco ha accettato di proseguire il progetto tattico di Ivan Juric ovvero quello di lavorare su un 3-4-2-1 fatto di grande intensità. Per uno cresciuto all’ombra del 4-3-3 di zemaniana memoria, innamorato profondamente del palleggio, a volte anche fine a sè stesso, questo è sembrato sin dall’inizio una forzatura, un equivoco dimostratosi alla fine senza via d’uscita. In sostanza Di Francesco ha accettato di allenare con uomini che lo hanno “obbligato” a fare un calcio “diverso” dal suo. I risultati sono diventati quasi una logica conseguenza che hanno portato il club a decidere per un rapido divorzio.

Adesso tocca a Igor Tudor

Al suo posto arriva Igor Tudor, curiosamente di nazionalità croata come Juric, in possesso di un carisma comportamentale che maggiormente si confà a una formazione che deve raggiungere la salvezza. Senza dimenticare, inoltre, che come modulo tattico e idea di gioco, l’ex assistente di Andrea Pirlo si avvicina all’attuale tecnico del Torino molto più del suo predecessore. Setti e D’Amico hanno mostrato questa volta un coraggio al quale non eravamo abituati. Probabilmente, però, era la scelta giusta da fare. Meglio ora prima che sia troppo tardi. La parola passa ora al campo. Ai tifosi gialloblù non resta che incrociare le dita.

foto: hellasverona.it

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