Il vino ha origini antiche che intrecciano storia, mito e leggenda. Nel 146 a.C. l’esercito romano conquista la città di Corinto, data che tradizionalmente segna la fine della lunga storia della Grecia, da lì in poi inglobata nelle province dell’allora Repubblica romana. Un cambiamento che coinvolge la stessa società e storia di Roma, per la forte influenza greco-ellenistica all’interno dell’elitè politiche e culturali dell’Urbe. Questo fenomeno coinvolge una lunga serie di aspetti che trapassano dalla cultura greca a quella romana e che investono la società romana, dalla religiosità alla letteratura allo stile di vita. Fra questi un ruolo importante lo svolge l’evoluzione del rapporto con il vino.

Il vino tra greci e romani

Il vino ha avuto, nella due società, un ruolo importante, anche se in modo diverso. La società romana ha sempre avuto una predisposizione alla coltivazione della vite e della produzione di vino, apprendendone le tecniche di lavorazione anche dalle vicine popolazioni etrusche, rimanendo però una semplice bevanda piacevole e dissetante.

Molto diverso si presenta, invece, il suo ruolo nella società greca fin dalle sue più antiche origini. Associato alla regalità degli eroi e degli dei, il vino è infatti considerato uno degli elementi fondativi della civiltà greca nel suo insieme, simbolo stesso della civilizzazione dell’uomo greco, indipendentemente dalla sua origine o dalla sua classe sociale; esso cementifica, infatti, i legami di fratellanza e comunione che sta alla base di qualsiasi rapporto tra gli individui della società greca.

Il vino simbolo del simposio greco

Il vino diventa quindi un simbolo della grecità, protagonista di quel fenomeno di socialità che prende il nome di “simposio”. Queste riunioni in cui gli uomini si trovavano per bere vino e discutere di vari argomenti, dalla politica alla filosofia, sono infatti giunte fino a noi attraverso la letteratura, i numerosi dipinti vascolari e ornamentali ritrovati nei molti scavi archeologici.

I simposi, dunque, erano non solo occasioni di incontro e socializzazione tra gli individui che ne avevano diritto, ma anche un momento di crescita e di apprendimento della persona, che imparava in questi contesti a confrontarsi con i suoi pari, ad articolare una propria opinione su vari argomenti e ad esporla in modo corretto ed elegante, e a manifestare la sua propria individualità di fronte ai suoi simili, facendosi accettare come un degno componente del gruppo sociale, financo ad emergere come un primus inter pares in questi gruppi.

Vino civilizzatore e vino barbaro

Se questi aspetti del mondo greco in relazione al vino sono senza dubbio positivi, non possiamo dimenticare anche il rovescio della medaglia che l’uso di questa bevanda comportava.

Questa dicotomia tra il vino civilizzatore e vino barbaro, tra bevanda divina e chiave per aprire gli abissi dell’animo umano, trova la sua manifestazione più conclamata nel culto di Dionisio. Dio del vino e dell’ebbrezza, Dionisio promette con la sua bevanda, di cui è inventore e donatore agli uomini, una panacea contro i mali del quotidiano, un momento di ristoro dalla fatica di ogni giorno, la possibilità di vivere meglio il rapporto con l’altro e con se stesso. Ma avverte anche che tutto questo ha un prezzo, poiché come il vino esalta le caratteristiche buone di chi lo beve, così ne porta a galla anche i difetti e le pulsioni celate, in quanto anche esse fanno parte della nostra natura.

L’importanza del vino passa, quindi, anche dal mondo romano?

È possibile osservare come, in effetti, alcune delle caratteristiche che il vino assumeva nella civiltà greca, si possano riscontrare anche in quella romana. Nella versione latina del simposio, denominato “convivio”, viene a mancare quella funzione sociale e di crescita dell’individuo, in quanto tale momento diventa solamente una semplice cena che i padroni della casa in cui si svolge allestiscono per dare sfoggio della propria munificenza e del proprio benessere. Queste cene sono state tramandate fino a noi come simboli dell’opulenza e della lascivia dei convitati, che sfruttano questi momenti solo per dare libero sfogo alla loro ingordigia e alla loro libido.

Per il mondo latino, a differenza di quello greco, il vino assume un ruolo più interessante dal punto di vista della lavorazione. Essa può, infatti, aprire interessanti scorci sia su un esempio di produzione e di economia, sia di tecniche di lavorazione quotidiane del mondo romano, utili per meglio capire l’evoluzione tecnica e tecnologica di questa civiltà.

Capire le origini del vino e del suo consumo nella civiltà greca e romana offre quindi un’utile chiave di lettura per comprenderlo meglio oggi.