Dopo il 3 su 7 degli ottavi e il 3 su 3 dei quarti, proseguiamo con il nostro giochino, lasciando rigorosamente da parte, per ovvi motivi scaramantici, la sfida dell’Italia, che gioca stasera a Wembley contro la Spagna. Nello stesso stadio, domani sera, si giocherà anche l’altra semifinale, che darà accesso alla finalissima di domenica 11 luglio.

La partita fra Inghilterra e Danimarca appare sbilanciata a favore dei padroni di casa, che sono arrivati fin qui con un percorso di quattro vittorie, un pareggio, otto gol fatti e nessuno subito. Un ruolino di marcia davvero impressionante se non fosse stato per quel derby contro la Scozia finito 0-0. Per il resto solo vittorie, porta inviolata e squadra che oltre alla solidità difensiva ha trovato anche in attacco soluzioni di buona qualità. Tanto che dopo gli striminziti 1-0, 0-0 e 1-0 della prima fase sono arrivati un 2-0 contro la Germania e un 4-0 contro la modesta Ucraina, che comunque aveva avuto il merito di arrivare fino ai quarti. Insomma, Southgate pare aver trovato in tutti i sensi la quadra per portare a Londra un trofeo soltanto sfiorato in passato, ma mai conquistato. Un trofeo che 25 anni or sono, quando il torneo si svolse interamente sul suolo inglese, sembrava destinato agli uomini di Sua Maestà, i quali però come al solito si fermarono in semifinale con i tedeschi, che poi vinsero in finale con la Repubblica Ceca con una doppietta di Oliver Bierhoff. Altra Inghilterra, si dirà, anche se c’erano due o tre talenti, fra cui quello “spumeggiante” (ma dovremmo dire “birreggiante”) di Paul Gazza Gascoigne. Stavolta sembra proprio che nulla e nessuno sia in grado di fermare la marcia trionfale di Kane e compagni, ma sarebbe un errore a dir poco grossolano sottovalutare la Danimarca. Una squadra che “storicamente” ha già dimostrato di saper compiere l’impresa.

Come abbiamo già detto in precedenti articoli, la Danimarca è peraltro in quella meravigliosa condizione mentale, libera da vincoli e con il vento in poppa, che soprattutto negli sport di squadra permette di superare se stessi e abbattere tutti gli ostacoli, anche quelli più forti, come appunto può apparire ora l’Inghilterra. Aver superato la grande paura di Eriksen alla prima partita, aver agguantato la qualificazione all’ultimo turno di slancio, aver superato con autorevolezza gli ottavi e i quarti di finale contro avversari comunque di discreto livello come il Galles e la Repubblica Ceca può aver dato quella ulteriore consapevolezza a Schmeichel e soci, che stanno trovando continuità di gol con Damsgaard e solidità difensiva con la fortissima coppia Kjaer e Christensen, giocatori di personalità e non certo spaventati da uno Sterling, sì veloce ma nemmeno un’ira d’Iddio.

Insomma, appare tutt’altro che agevole la sfida che dovranno affrontare gli uomini di Southgate, che avranno però il vantaggio di avere gran parte del tifo dalla propria parte. Il che, poi, non è detto che rappresenti davvero un vantaggio: la pressione che una situazione di questo tipo comporta non sempre è facile da superare e può invece remare contro le ambizioni sportive di chi la subisce. Si potrebbero fare numerosi esempi. A cominciare dall’Olanda che perse ai rigori contro l’Italia nel 2000, ad Amsterdam, proprio in semifinale e dopo aver condotto quasi tutta la partita in superiorità numerica per l’espulsione di Zambrotta e aver avuto due rigori, falliti, nei tempi regolamentari a favore. Ricordiamo, comunque, anche i casi del Portogallo in finale con la Grecia nel 2004 o della Francia in finale nel 2016 con lo stesso Portogallo. Insomma, il tifo può rappresentare anche un fattore di blocco per chi lo ha a favore e di ulteriore stimolo a giocare con “garra” per chi lo ha a sfavore. La nostra simpatia non può, peraltro, che andare alla squadra di Copenaghen, non solo per i trascorsi veronesi di uno dei suoi più grandi giocatori della storia, Preben Larsen Elkjaer, ma anche per la già ricordata impresa del 1992 e per l’altrettanto menzionato miracolo di Eriksen, a cui sarebbe davvero bello che i compagni dedicassero almeno un ingresso in finale. E in fondo la sorpresa, in un torneo come l’Europeo, è sempre dietro l’angolo. Pronostico: DANIMARCA

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