28 agosto 2004, 4 luglio 2021: 17 anni sono passati dall’emozionante medaglia d’argento conquistata dalla Nazionale italiana di basket alle Olimpiadi di Atene. Ora, finalmente, tutti gli appassionati di pallacanestro possono dire: “l’astinenza è finita”. Sì, perché domenica scorsa gli Azzurri di coach “Meo” Sacchetti hanno riscritto la storia, staccando un biglietto per Tokyo 2020

17 anni in cui l’Italia dei canestri, nonostante una generazione di fenomeni come Bargnani, Bellinelli, Datome, Gallinari e non solo, ha vissuto più di delusioni che di successi. Il pre olimpico del 2016 perso in casa contro la Croazia era stato il culmine dei rimpianti Azzurri. Proprio dai rifiuti di quelli che oggi sono diventati i veterani della nostra Nazionale è partito il pre olimpico svoltosi dal 30 giugno al 4 luglio scorso a Belgrado. Capitan Datome e il campione NBA Bellinelli, infatti, alla vigilia del torneo hanno annunciato di non potervi partecipare a causa della stagione sfiancante e dei tanti acciacchi fisici. Un’Italia senza “stelle”, dunque, quella che si è presentata all’appuntamento con la storia: cominciato con una vittoria a tavolino causa Covid contro il Senegal, il percorso è proseguito con la vittoria contro Porto Rico per il raggiungimento della semifinale da primi del girone, vinta e dominata contro la Repubblica Dominicana, successo che ha aperto le porte della finale dove ad attendere gli azzurri c’erano i padroni di casa della Serbia. Una partita attesa da due anni, da quando vi furono i sorteggi dei gironi nel 2019, una sfida che nessuno pensava di poter vincere. “Contro la Serbia, a Belgrado, impossibile” dicevano i più, ma questi ragazzi: Mannion, Polonara, Melli, Spissu, Fontecchio, Tonut, Vitali, Abass, Tessitori, Ricci, Moraschini e Pajola, hanno reso l’impossibile possibile, non solo vincendo, ma dominando la corazzata serba, chiudendo la partita con ben 102 punti segnati e realizzando un sogno inseguito per troppo tempo. 

Neanche il tempo di festeggiare ed è subito tempo di tornare sul parquet. Il 25 luglio, infatti, alle ore 6.45 italiane l’esordio all’Olimpiade nel girone B contro la Nigeria. A completare il raggruppamento dell’Italia ci saranno la favorita Australia e i rivali di sempre della Germania. La formula del torneo olimpico prevede il passaggio ai quarti di finale di tutte le prime due classificate dei tre giorni, più le due migliori terze; dai quarti di finale alla finale, prevista per l’8 agosto, saranno poi tutte partite a eliminazione diretta. Per la Nazionale Italiana, rispetto al torneo pre olimpico appena conclusosi, ci sarà l’importante inserimento della stella NBA Danilo Gallinari, reduce da una grandissima stagione, terminata proprio il giorno prima della grande finale di Belgrado, con i suoi Atlanta Hawks. 

Per raccontare la storia, però, non si possono non citare le parole di chi l’ha scritta: Gianpaolo Ricci, ex giocatore di Verona, fresco campione d’Italia da capitano con la Virtus Bologna, neo giocatore dell’Olimpia Milano, ma soprattutto ala della Nazionale Italiana che così racconta le sue emozioni su Instagram: 

L’azzurro Giampaolo Rizzi in maglia Tezenis (foto scaligerabasket.it)

“Sognare, fantasticare, immaginare che qualcosa possa accadere. Prevedere. Chiudere gli occhi… Prendete i vostri figli. Portateli in una palestra, in un campo all’aperto, in piscina. Dategli in mano un pallone da basket. O da pallavolo. Anche da calcio dai. Oppure una racchetta, o un fioretto.

Fateli giocare, divertire. Fateli competere. Fateli cadere. Devono sbucciarsi le ginocchia, metterci un po’ di disinfettante, un cerotto sopra e tornare a correre e SOGNARE.

Dodici ragazzi, con vite diverse, storie non facili, esperienze in città e paesi lontani, ma con uno stesso sogno. Quel sogno che ha cominciato a prendere vita quando sabato pomeriggio, con un room service da record (sei club sandwich, quattro hamburger, una decina di toast, cochine zero per tutti e una pizza per non farci mancare niente), tifavamo spudoratamente per Portorico, già battuta qualche giorno prima.

Poi una voce nel silenzio: Mah sì raga che vinca la Serbia, sarà più bello batterli domani! Qualche secondo di silenzio, qualche sguardo d’intesa, e una consapevolezza che aumentava insieme alla fame di vittoria.

Sono due anni che vincere in finale contro la Serbia a Belgrado…ma dai su come si fa? Impossibile.

Prendete i vostri figli e portateli in palestra.

Perché lo sport è vita. E ogni tanto i sogni si avverano.

Immaginare che qualcosa possa accadere. Prevedere. Chiudere gli occhi…

Tokyo, arriviamo!”.