Il Parlamento Europeo ha approvato oggi in via definitiva – con 442 voti favorevoli, 203 contrari e 51 astensioni – la legge sul clima che prevede la riduzione entro il 2030 delle emissioni di gas serra del 55%, rispetto ai livelli del 1990.

Inoltre, un’imminente proposta della Commissione europea sul regolamento LULUCF (Land Use, Land Use Change and Forestry) che regola le emissioni e le rimozioni di gas serra dall’uso del suolo (dal cambiamento di uso del suolo e dalla silvicoltura), aumenterà i pozzi di carbonio dell’UE e quindi aumenterà di fatto l’obiettivo per il 2030 portandolo al 57%. L’altro traguardo a cui punta l’Europa è quello di arrivare a emissioni zero nel 2050. «Sono orgogliosa che finalmente abbiamo una legge sul clima”, ha dichiarato la relatrice della legge nel Parlamento Europeo, la svedese Jytte Guteland (Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici). “Avrei preferito andare anche oltre, ma questo è un buon accordo basato sulla scienza che farà una grande differenza. L’Unione Europea», ha proseguito, «deve ora ridurre le emissioni nel prossimo decennio, più di quanto abbia fatto nei tre decenni precedenti messi insieme. Abbiamo obiettivi nuovi e più ambiziosi che possono ispirare altri paesi a fare un passo in avanti».

Contro questa legge hanno votato i Verdi. «Questa proposta», ha affermato Eleonora Evi, l’eurodeputata di Europa Verde, «non tiene conto dei ripetuti solleciti della comunità scientifica, che ha più volte ribadito come una riduzione delle emissioni al 55% non sia sufficiente a contenere l’aumento delle temperature secondo quanto stabilito dagli Accordi di Parigi. Ma c’è di più: la riduzione delle emissioni al 55% è solo apparente, perché frutto di inammissibili trucchetti contabili che nel calcolo includono anche le emissioni assorbite dal suolo e dalle foreste, cosicché la percentuale reale è solo del 52,8%. Ritengo inconcepibile», continua la Evi, «di fronte ai reiterati appelli degli scienziati sugli effetti drammatici della crisi climatica, dalle inondazioni alla perdita di biodiversità, dalle ondate di calore all’emergenza idrica, debbano essere i tribunali a ricordare ai politici le loro responsabilità nei confronti delle future generazioni. È accaduto in Belgio, Germania, Francia, Olanda e ora anche in Italia con il processo Giudizio Universale. Incredibile che debbano essere i cittadini a far causa ai loro governi per inadempienza nella battaglia alla crisi climatica».

L’accordo raggiunto oggi a Bruxelles dovrebbe essere formalmente approvato a breve dal Consiglio Europeo. Il Regolamento sarà poi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed entrerà in vigore 20 giorni dopo.