Da qualche tempo a Verona si assiste ad un fenomeno nuovo e interessante:  un numero sempre maggiore di persone decidono di  dedicare i loro weekend alla pulizia degli spazi urbani comuni, strade, parchi, giardini. Iniziative spontanee di singoli o di gruppi che ormai stanno coinvolgendo  circa un  migliaio di volontari e volontarie, accolto dalla cittadinanza e dalle amministrazioni con soddisfazione, rispetto e simpatia.

Sabato 8 e domenica 9 maggio si è conclusa una delle missioni di Dennis Boarin, giovane “environment globetrotter” come usa presentarsi: «Pulire il disastro ambientale al parco naturale di Pontoncello (VR) affrontando la terza e ultima sponda dell’Adige»

Dennis Boarin a sinistra insieme a uno dei tanti volontari

Il Parco di Pontoncello è un’oasi naturale lungo il fiume Adige di 530mila metri quadrati, tra Giaron (San Martino Buon Albergo), Ausetto (San Giovanni Lupatoto) e Pontoncello (Zevio), da qualche anno parco regionale. Un’area golenale ricca di biodiversità faunistica e floristica di assoluto pregio, sfregiata da una dispersione di rifiuti abbandonati.

Dennis stava intervenendo da mesi a livello personale e, per questo ultimo sforzo, forse definitivo, ha invece coinvolto  molte associazioni attive sui temi ambientali: Legambiente Verona, Fridays for Future, Extinction Rebellion, Plastic free, Eco-spiracy, Cittadinanza Attiva, Slackline Verona, Scout San Giovanni Lupatoto e tanti singoli cittadini volenterosi. La rivista online “Salmon Magazine” ha fatto da cassa di risonanza per l’iniziativa e il gruppo Vo.Dae di Verona ha partecipato assicurando anche l’assistenza con defibrillatore cardiaco. Quasi un convegno sul campo fra amanti dell’ambiente.  

Una molteplicità di braccia operose ma anche una mescolanza di esperienze, un incontro di idee, visioni, culture, aspettative diverse che condividono la volontà di realizzare un mondo migliore.

Ora il parco, sottratto al degrado e all’incuria, liberato da quintali di rifiuti, torna a essere il luogo dove trascorrere momenti di serenità in ascolto del fiume, degli uccelli e del bosco, un valore da preservare e proteggere.

La pulizia del Parco di Pontoncello è solo l’ultima di tante iniziative realizzate negli ultimi mesi a Verona e dintorni. Infatti, quasi tutti i week end, i simpatizzanti di Cittadinanza attiva, associazione con 1200 aderenti  promossa a Verona dalla psicologa Antonietta De Renzo, si danno appuntamento armati di guanti e sacchi per la pulizia ambientale. Numerosi sono i siti che hanno liberato da rifiuti abbandonati e dal degrado: Via della diga di Parona, i Bastioni, area San Zeno, forte Santa Caterina, eremo di San Rocchetto, pista BMX a Montorio,  per citarne alcuni.

Cinque giovani veronesi, dopo aver ripulito la discarica generata da irrispettose movide notturne a Forte San Mattia, ispirati dal film SeaSpiracy sulla pesca sostenibile e l’inquinamento dei mari, hanno dato vita al progetto Eco-Spiracy per ridare ai parchi e alle fortezze della città “un aspetto migliore”. Il loro sito ha raggiunto i 900 follower.

Sessanta persone mobilitate per tre giorni alla Spianà dal Movimento Civico Traguardi,  con uno studioso appresso per illustrare la storia del sito, hanno raccolto più di un centinaio di sacchi di spazzatura  e decine di rifiuti speciali: vecchie biciclette, materassi, reti metalliche, copertoni accumulati  in mezzo agli alberi.  Ora il parco cittadino è pronto per essere attrezzato e  frequentato.

Si potrebbe continuare a lungo includendo tante analoghe iniziative, impossibile elencarle tutte.

I rifiuti raccolti al Parco del Pontoncello

Friday for Future ed Extinction Rebellion,  con riferimento all’ultimo rapporto di Legambiente sull’ecosistema Urbano (aria, acqua, mobilità, verde e rifiuti), nei loro comunicati di adesione all’iniziativa di Dennis, ricordano che Verona si classifica al 70esimo posto fra i 104 capoluoghi di provincia italiani per la qualità della gestione ambientale e, proprio sul tema della gestione rifiuti urbani,  la raccolta differenziata cittadina è da anni inferiore al 50%, quando gli obblighi di legge la vorrebbero almeno al 65% e molti altri comuni vicini superano l’80%.

Si percepisce che a livello locale la  salvaguardia della biodiversità, la politica del verde, la transizione ecologica sono ancora slogan privi di contenuti.

Allora, sono solo “bravi ragazzi” desiderosi di fare delle “buone azioni” o il loro impegno è la manifestazione di un nuovo modo di pensare al bene comune?

Fra i partecipanti  alla pulizia del Parco del Pontoncello,  nel lavoro gomito a gomito, nella condivisione dei gesti, nella soddisfazione per il risultato ottenuto  è cresciuta la consapevolezza di poter esercitare un ruolo positivo in generale nella società e la necessità di intervenire anche su molti altri aspetti che toccano la vita delle persone.  

Più di un partecipante ha confessato che, mentre raccoglieva bottiglie di plastica, lattine, cartacce, pneumatici abbandonati nell’erba, fra i rovi, sui fiori, si è trovato a pensare alle parole Ridurre, Riusare, Riciclare unitamente a “proteggiamo il nostro territorio“.

Salvare un luogo pubblico dall’incuria e dall’abbandono con un intervento diretto della popolazione è una manifestazione di sovranità dove l’organizzazione pubblica è assente, è affermare praticamente che il territorio con le sue risorse è da preservare per le generazioni future.

La storia ci insegna che a volte  i grandi cambiamenti vengono anticipati da piccoli, semplici fatti come quelli di cui si sta parlando, ricchi di subliminali insegnamenti, sintomi di un cambiamento radicale nella percezione collettiva, potenziali incubatori  di una nuova cultura.

Nel Parco del Pontoncello rigenerato, fra i “bravi ragazzi”, si è aperto un orizzonte inesplorato, che segna una nuova definizione di futuro.

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