«I docenti del Maffei consentono alle proprie studentesse e ai propri studenti di esprimere le proprie opinioni e incentivano il libero pensiero, anche quando questi non sono condivisi e anche quando non sono allineati con il pensiero dominante.» Recita così la lettera di solidarietà alla professoressa Rosa Maria Dell’Aria che parte anche da alcuni insegnanti del Liceo classico e linguistico Scipione Maffei di Verona, indirizzata al Miur, all’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto e all’Ufficio Scolastico di Palermo. Abbiamo raggiunto una delle docenti firmatarie, Iaia Perrelli, che – come i colleghi che hanno sottoscritto la lettera – si dichiarano ugualmente colpevoli: «Sospendeteci tutti e tutte. Solidarietà a Rosa Maria Dell’Aria. Solidarietà anche agli studenti: continuate così, siate la nostra speranza.»

L’accusa rivolta alla docente è di non aver censurato immediatamente gli studenti per un accostamento ritenuto “inopportuno” tra le leggi razziali del Ventennio e il decreto Salvini sulla sicurezza. L’insegnante è stata ritenuta “rea” di non aver vigilato sui suoi studenti come già ne abbiamo parlato alcuni giorni fa nell’articolo Palermo, la scuola tra libertà e censura.

Lettera partita da Torino

Una vera e propria pubblica denuncia affinché in nessuna scuola succeda la stessa cosa e che ricalca la lettera partita dall’Istituto Professionale Statale J.B. Beccari di Torino e che sta facendo il giro della Penisola con 200mila firme già ottenute. L’azione non si sta limitando solo a una firma e un invio collettivo, ma in diverse città ci sono presidi di fronte alla Prefettura e agli Uffici scolastici, da Torino a Bologna passando per Milano. E anche Verona si espone, giovedì 23 maggio alle 19 a Porta Leoni, durante il presidio “L’insegnamento non è reato!” organizzato dal movimento Potere al popolo! per ribadire come la sospensione di 15 giorni, con decurtazione dello stipendio, dell’insegnante sia stata ingiusta, per dire no a ogni forma di repressione e per la cancellazione di questa e di ogni altra forma di censura e sanzione.

Presidio a Porta Leoni

«In questo clima di crescente repressione, la battaglia a difesa della professoressa Rosa Maria Dell’Aria rappresenta la difesa stessa della libertà di espressione e di pensiero garantita dalla nostra Costituzione – ci spiega Iaia Perrelli –. Contrastare il culmine dell’intimidazione da parte della politica è un atto di antifascimo anche tra i colleghi che finora non si sono mai schierati in modo attivo.»