Dopo l’ampiamente prevista cancellazione di giugno 2021, il Vinitaly, quello “vero”, passa direttamente ad aprile 2022. Tocca quindi attendere un anno, con le dovute scaramanzie, per rivivere un Vinitaly per come lo conosciamo. Per quanto possibile.

Nel frattempo, subito prima di Pasqua, Maurizio Danese, presidente di VeronaFiere spa, e Giovanni Mantovani, direttore generale di Vinitaly, in diretta streaming, hanno annunciato una versione intermedia in presenza, ma solo b2b (quindi esclusivamente per operatori di settore e giornalisti), che prenderà il nome di Vinitaly Special Edition 2021. La data prevista è dal 17 al 19 ottobre.

Gli eventi confermati a giugno

Del Vinitaly cancellato a giugno rimarrà comunque l’evento OperaWine di Wine Spectator, in presenza, dove verranno presentate le top aziende del settore vitivinicolo italiano individuate dalla rivista americana per il 10° anniversario dell’iniziativa. Tutti vaccinati o tamponati, i giornalisti internazionali del vino saranno dunque presenti nella nostra città, con l’intento di dare una rinnovata visibilità al vino del Belpaese.

«L’evento, in programma il 19 e 20 giugno prossimo a Verona in presenza, sarà tutto declinato alla ripartenza del settore, grazie alla partecipazione di stampa e operatori nazionali e internazionali – ha commentato Giovanni Mantovani – e farà anche da collettore e traino a tutte le aziende del vino che vorranno partecipare al b2b di ottobre. Sarà una sorta di “prova generale” per quell’evento». 

Giovanni Mantovani alla presentazione in diretta streaming del Vinitaly Special Edition 2021

In parallelo, negli stessi giorni a giugno, prudenza permettendo sui miglioramenti estivi della pandemia, Fondazione Arena presenterà il 150° anniversario dell’Aida del 1871, in forma di concerto, con posti limitati: la prima sarà proprio il 19 giugno. “Vino e musica”, quindi, le parole d’ordine del rilancio di quest’estate, per la città scaligera.

In verità questi slittamenti ricordano purtroppo la sequenza di cancellazioni del 2020: da aprile si passò a giugno, da giugno a novembre in concomitanza con un wine2wine, che doveva essere per metà un luogo di business in presenza e per metà aperto agli amanti del vino. Il tutto fu poi riconvertito esclusivamente online, visto il peggioramento della situazione sanitaria.

Va detto però che quest’anno partiamo con una bella dose di vaccinati in più. Quindi, scongiurando altre varianti, forse ottobre potrebbe essere la data della ripartenza in presenza, almeno per gli operatori.

L’auspicio di Danese e Mantovani, nonostante la dolorosa decisione di cancellazione per giugno, è quello «di batterlo questo Covid-19», e non a caso l’incontro streaming di presentazione di Vinitaly Special 2021 si è aperto sulle note del Vincerò pucciniano: l’intento di questa nuova riorganizzazione è infatti quello di tenere vivi e attivi i rapporti con i buyer internazionali, per non perdere in toto l’anno.

Come si svolgerà Vinitaly Special Edition 2021 di ottobre

Come spiegato da Mantovani, questa edizione particolare ospiterà anche Enolitech e SolAgrifood, sarà in presenza ma in uno spazio delimitato a 30-35.000 metri quadri con una specifica attenzione per le strutture: per accogliere operatori e buyer in tutta sicurezza, la scelta sarà quella di un Vinitaly completamente preallestito, servizi inclusi.

I quattro punti che strutturano l’evento di ottobre

«Il termine “preallestito” – ha tenuto a precisare Mantovani – è molto spesso sinonimo di “brutto”, ma voglio assicurare che questa volta sarà tutto il contrario: sarà un preallestimento che comunicherà invece la straordinaria bellezza del vino italiano nel mondo, con la finalità del protocollo sicurezza in primis, ma anche quella di agevolare il lavoro delle aziende e rendere più facile, smart e confortevole il rapporto con i buyer».

Ci saranno degustazioni in presenza ma anche online, per non perdere quei mercati ancora impossibilitati a venire nel nostro Paese. Vi sarà inoltre la piattaforma di networking Vinitaly Plus che servirà ad implementare e ampliare le potenzialità della rassegna fisica, e che sarà funzionante tutto l’anno. Una reale community del vino, dove scambiare conoscenze, contenuti, accrescere relazioni e occasioni di business con i protagonisti di tutto il mondo.

Ad aprire i lavori saranno gli Stati generali del vino 2021: un convegno con la partecipazione di 50 top manager del mondo del vino, le istituzioni e i rappresentanti dell’Unione europea che si confronteranno sullo scenario attuale e sulle prospettive future. Da sfondo anche il Business Forum del wine2wine il 18 e 19 ottobre, con workshop e approfondimenti.

Parola ai produttori: Chiara Coffele, Soave

Tra cambi di programma, posticipi e cancellazioni della fiera più importante per il vino italiano, abbiamo cercato di capire qual è la posizione dei produttori e la loro percezione della situazione.

Ne abbiamo parlato con Chiara Coffele, produttrice, assieme al fratello Alberto, per l’Azienda agricola biologica Coffele, una delle cantine storiche della zona del Soave. L’azienda, con una produzione di 120.000 bottiglie, nota per l’eleganza dei vini bianchi, è presente con Chiara a Vinitaly con l’inconfondibile stand che riprende i tratti del palazzo storico di famiglia in centro a Soave. Da diverse edizioni della fiera “presidia” l’angolo G7 del padiglione 4.

Chiara Coffele

«Mi dispiace davvero molto che sia saltato questo Vinitaly di giugno. Certamente in queste condizioni non aveva senso farlo, ma mi rattrista molto. Nella nostra situazione, ma non solo la nostra, (penso a tutta la filiera, fiera e ristoranti inclusi), sono anni di lavoro e di sacrifici perduti. 

A me manca da morire Vinitaly, – continua Chiara – però sono anche convinta che debba essere fatto nel suo momento.

Pensando ad ottobre ho qualche perplessità: in quel periodo infatti saremo, come la quasi totalità dei produttori, in piena vendemmia. La vedo di difficilissima attuazione, e non ho proprio idea di chi possa permettersi di lasciare l’azienda in quel momento dell’anno. 

Pur capendo la necessità della fiera di ripartire, ritengo che sia un periodo sbagliato per noi produttori. Per me, inoltre, il senso di fare la fiera ad aprile è anche quello di avere tutto l’anno davanti per sviluppare le vendite dell’annata: anche perché ad ottobre hai già praticamente i vini nuovi. 

Devo però dire che l’ente fiera ha cercato di venire incontro a tutti, dopo la cancellazione del primo Vinitaly: le deadline per partecipare sono molto a ridosso degli eventi programmati, poiché giustamente si fa ancora davvero fatica a prevedere cosa permetteranno o non permetteranno di fare. Ma per la stessa ragione  – aggiunge Chiara, che in azienda si occupa personalmente di tutti i rapporti con l’estero  – non c’è nemmeno la certezza di capire chi potrà o non potrà venire dei clienti esteri. Nonostante i corridoi verdi sanitari e l’aumento delle vaccinazioni, di certezze in questo momento è difficile averne».

La presenza effettiva degli importatori stranieri, europei ma in particolare extraeuropei, è infatti il vero motore per la presenza dei viticoltori a Vinitaly, un momento fondamentale per tutto l’evolversi del mercato annuale. Se è vero che a Prowein (la fiera internazionale di vino di Düsseldorf, anch’essa saltata) che si svolge normalmente pochi mesi prima di Vinitaly, è presente il vino di tutto il mondo, Italia inclusa, è a Vinitaly che si stringono gli accordi effettivi con il mercato italiano.

Come ha sottolineato Giovanni Mantovani, ICE-Agenzia e ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, sono già al lavoro per permettere l’arrivo ad ottobre di buyer selezionati dall’estero, in particolare da nazioni target quali Stati Uniti e Cina, attraverso corridoi sanitari. Ma quanti produttori vorranno e potranno effettivamente partecipare ad ottobre?

Lo stand dell’azienda Coffele, in una delle scorse edizioni di Vinitaly

Maddalena Pasqua di Bisceglie, Valpolicella

Anche Maddalena Pasqua di Bisceglie, delle Famiglie Storiche, produttrice e vignaiola in biodinamica di Musella, l’azienda agricola più a sud della Valpolicella, solleva le stesse perplessità sul periodo di ottobre e soprattutto sulla cancellazione. Musella, nata dalla tenacia di Maddalena per un’agricoltura alternativa e sostenibile, con una produzione di 250.000 bottiglie circa, è una delle pochissime aziende a produrre un Amarone biodinamico. Dopo 25 anni di stand, dalle ultime edizioni Maddalena ha trovato la sua collocazione ideale a Vinitaly all’interno del gruppo Vi.Te, Vignaioli e Territori.

Maddalena Pasqua di Bisceglie

«Il mio pensiero è che questo Vinitaly potevano lasciarlo a giugno. Avremmo partecipato tutti consapevoli del fatto che sarebbe stato un Vinitaly molto particolare, con attenzioni e limitazioni dovute alla situazione, ma eravamo pronti a qualsiasi soluzione alternativa che evitasse gli assembramenti. Ad esempio si poteva pensare a un Vinitaly itinerante per la città, così come è stato fatto a marzo per Benvenuto Brunello Off  (un cartellone di tasting a numero chiuso per addetti ai lavori, scaglionato in più weekend, primo evento del settore in presenza, dopo un anno di iniziative digitali, nda), pensando magari ad un percorso ad hoc, non dico “blindato” ma quasi, in modo da mantenere le persone separate, sviluppandolo tra fiera, città ed aziende.

Un evento sicuramente in tono minore e più egalitario, tutti con lo stesso tavolino a prescindere dalle dimensioni aziendali. A giugno, con il caldo, sicuramente saremmo stati tutti un po’ più sereni, tra l’aumento dei vaccinati, chi l’ha già avuto e chi si è vaccinato apposta proprio per venire. Avremmo per esempio potuto sfruttare anche la zona del lago, coinvolgere la provincia, e per la città stessa sarebbe stata una piccola ripartenza, dopo il disastro economico a causa della cancellazione dell’anno scorso. Temo invece ad ottobre possa esserci una coda di aumento di contagi come nel 2020, per non parlare del fatto che saremo tutti in vendemmia. Però è inutile cercare la data perfetta, vediamo se funziona ad ottobre sennò attenderemo l’anno prossimo.»

«Va però detto che gli importatori che ho sentito, ma non solo i miei, sarebbero venuti su un piede solo – continua Maddalena -. Molti si erano vaccinati apposta per venire, appunto, e altri erano pronti a farlo. Poi capisco che abbiano annullato la manifestazione, anche per motivi di responsabilità, ma forse avrei provato a rilanciare qualcosa comunque a giugno. Sarebbe stata una bella prova di forza e di volontà per andare avanti, immaginare qualcosa di nuovo e un’opportunità per ragionare in modo differente: questa pandemia ha messo fine ad un modello di vita che forse stava facendo impazzire un po’ tutti, perché non ricominciare in un’altra maniera? Magari dando al visitatore un’idea più completa della città e del suo paesaggio, senza costringerlo a stare tutto il tempo in fiera come sempre.»

I vigneti in biodinamica dell’azienda Musella

«In questo anno trascorso mi sono impegnata per non perdere i contatti e ho lavorato tantissimo con l’online, perché ho visto che funziona. Praticamente ogni giorno ho fatto degustazioni, interviste e incontri, sia con l’Italia che con l’estero. Funziona perché la gente ha un disperato bisogno di comunicare, in questo momento: le persone stanno “sognando ad occhi aperti”, preparandosi l’agenda per tutto quello che vogliono fare appena riapriranno. Questo per dire che c’è tantissima energia accumulata, dalle persone, a casa, che pensano. Sono certa che sarà motivo di grandi idee e spunti. Per chi non si è fatto travolgere dal vortice della paura è un’opportunità pazzesca. Il mondo è diviso in due, così come tra i miei colleghi, in tutti i settori: o sei preso dalla disperazione, convinto che sia tutto finito, o sei lì che aspetti di ripartire alla grande con un miliardo di idee in testa e la voglia di trascinare anche gli altri. Sono proprio due mondi: c’è chi ha una paura folle e chi non ce l’ha».

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