Ieri sera, nel pantano del “Bentegodi”, per il Chievo non c’erano alternative: contro il Pisa vittoria doveva essere e alla fine, meritatamente, vittoria è stata. La banda di Aglietti ha assolto con dedizione al mandato fin dal fischio iniziale. La gara contro la squadra toscana poteva rappresentare più di un crocevia per il campionato della truppa pandorata. Perdere o anche pareggiare avrebbe significato mettere definitivamente in discussione la possibilità di partecipare ai play off, visto che dalle retrovie Brescia e Reggina (ma anche lo stesso Pisa) che da viaggiano con il vento in poppa, si erano a ieri avvicinate a un solo punto di distacco dal Chievo e avrebbero potuto, già dalla prossima gara, operare il temuto sorpasso. Vincere, come poi è stato, avrebbe invece avuto il sapore dell’agognata ripartenza. Dopo le due sconfitte e i tre pareggi consecutivi negli ultimi cinque turni, insomma, la strada era a dir poco obbligata.

Alfredo Aglietti – Foto BPE (Maurilio Boldrini)

Incanalata già al terzo minuto di gioco sui binari giusti grazie al gol da vero e proprio “rapinatore d’area” di Luca Garritano, goleador di stagione con i suoi sette centri fin qui accumulati, il Chievo ha saputo nel resto del match sfruttare gli spazi concessi dai nerazzurri, inevitabilmente proiettati in avanti per raggiungere il pareggio. Il 2-0, arrivato nella ripresa grazie a De Luca, abile a finalizzare una bella azione costruita sulla sinistra da Di Gaudio e Cotali, è stato il giusto premio di una lunga supremazia e delle tante occasioni da gol non concretizzate. Il solito neo per il quale, almeno stavolta, il Chievo non ha dovuto pagare dazio. Ottenere i tre punti significa, al contrario, mettere nuovamente un piccolo solco fra sé e le inseguitrici (ora a -4), superare di un punto in classifica il Cittadella (ferma a quota 47), prossimo avversario al Tombolato (sabato 17 aprile alle 16) e recuperare fiato e morale in vista del rush finale. Al netto del recupero con l’Empoli, che si giocherà probabilmente nell’unica finestra disponibile fra il 27 o il 28 di aprile, il Chievo riprende così la corsa per raggiungere l’obiettivo minimo stagionale, i play off appunto, visto che ormai le prime due posizioni risultano un po’ troppo lontane per poter essere davvero raggiunte.

Il gol dell’1-0 di Luca Garritano – Foto BPE (Maurilio Boldrini)

Al di là del fondamentale risultato di ieri sera, maturato sotto una pioggia battente che non ha lasciato tregua ai giocatori e che in parte ha condizionato la gara con il terreno pesante e il pallone scivoloso, a confortare maggiormente mister Aglietti e i tifosi è stato il livello della prestazione, tornato sugli standard pre-crisi. Il Chievo convince prima di tutto nel gioco: crea molteplici occasioni da gol e lascia poco spazio alle folate offensive avversarie, tanto che Semper anche ieri ha dovuto effettuare la prima e unica parata della sua partita soltanto nei minuti di recupero. E si era al cospetto di una formazione comunque di buon livello, con un centrocampo fra i migliori della categoria. Eppure il 4-4-2 ritrovato, con Obi e Palmiero a dettare i tempi e a proteggere la difesa, è stato inossidabile. Mogos è tornato nuovamente sui livelli che ne hanno caratterizzato gran parte della stagione e Garritano e Canotto hanno “furoreggiato” sulle fasce. E a proposito di Canotto, al laterale cosentino è mancato ieri sera solo il gol, perché è stato una costante spina nel fianco degli avversari, operando prima come incursore di fascia destra (da una sua azione è nato il gol del vantaggio), poi come seconda punta, nel finale, a fianco di De Luca. Nella “piscina” del Bentegodi, insomma, Canotto ha permesso al Chievo di galleggiare e galleggiare davvero bene, per tutto il match.

De Luca esulta dopo il gol del definitivo 2-0 – Foto BPE (Maurilio Boldrini)

Per il resto note di merito a Leverbe (impeccabile la sua partita in difesa) e a Cotali, spesso considerato solo in occasione degli infortuni o squalifiche di Renzetti e stavolta attento in difesa, una volta prese le misure a Birindelli che nei primi minuti l’aveva superato in velocità più volte, sia in attacco. Non ha caso l’azione del raddoppio porta anche la sua firma. Insomma, è tutto il collettivo, ancora una volta, a brillare, con qualche punta di eccellenza qui e là che ha saputo fare davvero la differenza. L’unica nota davvero dolente del match rimane l’eterno incompiuto, sempre lui, Filip Djordjevic, autore di una partita impalpabile e protagonista della più clamorosa palla gol di tutto il campionato del Chievo non trasformata: a metà del primo tempo, su parata di Gori a terra dopo un intervento su un tiro in diagonale di Obi, l’attaccante serbo si è trovato sul sinistro a un metro dalla porta spalancata un pallone che doveva soltanto essere spinto in porta. La superficialità o la mancanza di cattiveria agonistica con cui Djordjevic si è approcciato al tiro ha permesso un disperato colpo di reni al portiere del Pisa che con un miracolo – ma soprattutto grazie al clamoroso errore del numero 23 gialloblù – ha salvato momentaneamente il Pisa dal subire il raddoppio. Fortuna che alla fine il Chievo è stato più forte dei suoi stessi errori e ha saputo portare a casa una meritata vittoria. In caso contrario i rimorsi per Filip sarebbero stati a dir poco enormi. Sportivamente parlando, s’intende.

Djordjevic, da solo davanti al portiere avversario, si fa parare il tiro – Foto BPE (Maurilio Boldrini)

Ora il Chievo deve assolutamente dare continuità di risultati in questo finale di torneo. Certo, non sarà facile perché all’orizzonte si profilano due accesissimi derby ed entrambi in trasferta, contro peraltro due pretendenti agli stessi play off: Cittadella, di cui si è detto, e Venezia, in laguna, martedì 20 aprile alle 19. Due turni con due scontri diretti. Poi gran finale contro Cremonese, Virtus Entella e Ascoli e in mezzo, come detto, la sfida alla capolista Empoli che si spera, almeno, possa a quel punto essere già promosso e quindi disputare una gara meno coriacea. Perché di questi tempi, si sa, bisogna appigliarsi a tutto pur di guardare con ottimismo il futuro. Il calendario è ostico, ma il miglior Chievo può e deve farcela a portare a casa la qualificazione alla seconda fase. Da quel momento in poi sarà tutta un’altra storia.

Foto di copertina di BPE (Maurilio Boldrini)

© RIPRODUZIONE RISERVATA