Un brusco ritorno alla realtà. Il Verona viene sconfitto dal Milan e fallisce un’importante occasione per restare agganciato al treno europeo, perdendo contatto da quel sesto posto che, peraltro, rappresentava più un dolce sogno che una concreta possibilità. Al cospetto della squadra di Pioli, i gialloblù hanno sicuramente compiuto un passo indietro dal punto di vista del gioco, pagando forse il terzo impegno negli ultimi otto giorni e dimostrando una minor brillantezza e un ardore agonistico ben lontano da quello dei giorni migliori.

Jurić ha riproposto l“undici” iniziale della splendida serata di Benevento, dove i suoi avevano sicuramente offerto una delle migliori prestazioni stagionali. Un segnale che testimonia come il tecnico croato, non apportando alcuna variazione nella formazione titolare, confidasse nello stato psico-fisico dei propri giocatori. Il campo, però, ha fornito un responso diverso. La squadra, a parte un’effimera fiammata iniziale, ha giocato sotto ritmo, compiendo diversi errori tecnici e venendo facilmente sopraffatta da un Milan compatto, quadrato, dinamico e umile. Sono mancati, in particolare, Veloso, la cui regia è andata a cadenza troppo compassata, e importanti uomini di raccordo come Barák e Zaccagni. I rossoneri, invece, pur falcidiati dalle numerose assenze – alla vigilia, Rebić, Theo Hernández e Tonali si erano aggiunti ai già indisponibili Ibrahimović, Çalhanoğlu, Mandžukić e Bennacer – e con molte seconde linee in campo, sono stati in grado di contenere agevolmente i gialloblù, bloccando le fonti del gioco avversario e mostrando maggior dinamismo e intensità. I gol di Krunić e Dalot (entrambi in rete per la prima volta in serie A con i colori rossoneri) sono arrivati con prodezze balistiche individuali, ma la formazione di Pioli ha comunque legittimato la propria superiorità, facendo vedere di possedere tutti i crismi della grande squadra.

Il tecnico gialloblù Ivan Juric

Le premesse alla vigilia erano le migliori: l’Hellas era reduce da quattro risultati utili in fila e aveva sempre offerto, fin qui, delle memorabili prestazioni contro le grandi del campionato. Non più tardi di una settimana fa, ad esempio, era stata la Juventus, a uscire dal Bentegodi con in tasca un prezioso pari. Il Milan, inoltre, un po’ appannato nelle ultime uscite e in piena emergenza, secondo alcuni poteva alimentare l’illusione di una sfida sulla carta meno proibitiva ma Jurić ha categoricamente respinto con fermezza questa eventualità. Con l’onestà intellettuale che da sempre lo contraddistingue, infatti, il tecnico croato ha riconosciuto la superiorità dell’avversario, dando giusto merito ai rossoneri per la vittoria conquistata. Al tempo stesso, però, ha dichiarato di aver molto apprezzato lo spirito e il carattere mostrato dai suoi nel finale, quando la squadra ha tentato, non riuscendoci, di riaprire la gara. Tale atteggiamento, accompagnato dal buon piglio fatto vedere da chi è subentrato, ha rappresentato alla fine l’aspetto più positivo della sfida.

Negli ultimi tempi, il mister gialloblù si era sbottonato un po’ sulle prospettive future della propria squadra: a fronte di una salvezza ormai in cassaforte, dopo la sfida di Benevento, Jurić aveva alzato l’asticella e spostato l’obiettivo verso qualcosa di più ambizioso. Ma in questa stagione, gli ipotetici sogni europei del Verona si sono sempre scontrati con problemi di continuità e, non a caso, i gialloblù non hanno mai conquistato due successi consecutivi in campionato. Ben inteso, la stagione dell’Hellas resta straordinaria. Al secondo anno consecutivo a ridosso delle big della massima serie, la squadra di Jurić rappresenta sicuramente una solida realtà del calcio italiano. Per ambire al sesto posto, però, serve forse una maggior costanza di risultati. Al momento, dunque, l’obiettivo più verosimile è centrato sull’ottavo posto e, in tal senso, la prossima gara contro il Sassuolo si presenta come snodo cruciale del cammino degli scaligeri.

Foto: hellasverona.it

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