«La struttura del film parte da un concetto semplice: il soccorso è un diritto e un dovere ed è qualcosa che abbiamo dato per scontato, ma che negli ultimi anni purtroppo è sempre più criminalizzato e represso. Un racconto che comunque è stato sicuramente difficile e complicato.» Con queste parole Luigi D’Alife inizia a raccontarci il suo film, “The Milky Way” (Italia, 2019, 84′), protagonista del secondo appuntamento con “Mediorizzonti” lunedì 19 ottobre alle 20.30 al Cinema Nuovo di San Michele Extra a Verona, via V. Monti 7c, che ha supportato l’iniziativa dell’associazione culturale Veronetta129 e La Sobilla. 

Luigi D’Alife, documentarista e regista, lavora su reportage e instant-video ricercando un punto di vista esterno a quello dei mezzi di informazione mainstream. Approfondisce la questione curda e quella dei confini, in diverse occasioni viaggia attraverso il sud-est della Turchia, l’Iraq e la Siria.

Il suo lavoro presentato a Verona rivolge lo sguardo verso le montagne tra Italia e Francia, dove ogni giorno decine di persone provano a superare una linea immaginaria chiamata confine. In mezzo alla neve, tra piste da sci e turismo, il racconto di una storia dove nessuno si salva da solo. “The Milky Way” è la via dove i migranti si spingono a passare tra i sentieri di alta quota come quelli che costeggiano gli impianti del comprensorio sciistico “La via lattea”, proprio sul confine tra Claviere (Italia) e Monginevro (Francia).

Graphic novel parte del film “The Milky way”

Si tratta di un film corale che attraverso la ricostruzione storica dell’emigrazione italiana degli anni ’50 realizzata dal disegnatore e illustratore Emanuele Giacopetti in graphic novel animata, unita al racconto degli attivisti, abitanti delle montagne, e le storie dei migranti messi al sicuro dai solidali sui due lati del confine, getta luce sull’umanità che riaffiora quando il pericolo imminente riattiva la solidarietà, con la convinzione che nessuno si possa lasciare indietro. 

«Le Alpi sono da sempre luogo abituato alle contaminazioni virtuose – spiega ancora D’Alife -, cioè agli scambi tra il basso e l’alto, tra popolazioni con culture e stili di vita assai diversi. Una cerniera dunque, non certo una barriera. Le comunità, parte della stessa millenaria civiltà alpina, sono state nel corso dei secoli separate e schierate su fronti contrapposti da una nuova ed artificiale frontiera, riuscendo tuttavia a preservare forme comunitarie antichissime e pratiche di mutua assistenza.»

È possibile prenotare il proprio posto al link arrivando al cinema entro 20 minuti prima dell’inizio. 

Luigi D’Alife durante le riprese del film

Dopo la proiezione si terrà il dialogo con il regista in collegamento Skype e Jacopo Rui e i rappresentanti della onlus veronese “One Bridge to Idomeni” che lavora sui confini europei della rotta balcanica, in supporto alle persone migranti alla ricerca di altre possibilità di vita. Il lavoro dell’associazione è nato nella primavera del 2016 con un primo viaggio nel campo per rifugiati informale di Idomeni in Grecia. Avevamo intervistato Jacopo Rui pochi giorni dopo l’inizio del lockdown quando si trovava nel campo di Diavata.

Intervista a Luigi D’Alife sul film “The Milky Way”

Mediorizzonti vede inoltre la collaborazione di Middle East Now di Firenze, libreria Pagina Dodici, e il gruppo di analisi interculturale Prosmedia, con media partner HeraldoTanya Habjouqa, artista, educatrice e membro di Noor Images, che incentra il suo lavoro su genere, identità e questioni socio-politiche in Medio Oriente ha gentilmente concesso la foto-locandina di quest’anno. L’immagine fa parte della serie “Occupied Pleasures”. La sagoma di Patrick Zaki (disegnata e gentilmente concessa da Gianluca Costantini) accompagnerà il pubblico in tutti i luoghi della rassegna. L’immagine della locandina di “Mediorizzonti” è di Tanya Habjouqa. 

Gli ultimi due film in programma al Cinema Nuovo San Michele, via V. Monti 7c (ingresso con biglietto unico 5€) parlano di Libano e di vari sistemi scolastici europei dal punto di vista di bambini rifugiata scampati a conflitti e miseria: 

  • lunedì 26 ottobre –  12 Angry Lebanese (di Zeina Daccache, Libano, 2009, 78’). Uno straordinario documentario girato dalla carismatica Daccache che per 15 mesi ha lavorato con 45 detenuti in un carcere libanese per mettere in scena un adattamento di “12 Angry Men”. Parte dei proventi della serata saranno devoluti a “Catharsis – Lebanese Center for Drama Therapy” perché questi progetti rivolti alle detenute e ai detenuti possano proseguire anche in un momento così difficile per il Paese. Presentazione a cura di Veronetta Centoventinove e della giornalista di Heraldo Fabiana Bussola che dialogherà con la regista in collegamento Skype.
  • lunedì 16 novembre – Awlad (di Cosimo Caridi e Ane Irazabal Elkorobarrutia, Italia/Spagna, 2019, 65’). Il documentario segue quattro bambini scampati alla guerra nel loro percorso di inserimento, anche scolastico, in quattro diversi Paesi. Presentazione a cura di Veronetta129 e della giornalista Stefania Berlasso, che dialogherà con i registi in collegamento Skype.

Le proiezioni sono in lingua originale con sottotitoli in italiano, accompagnate da una breve presentazione e da un collegamento via Skype con i registi. Per informazioni scrivere a info@veronetta129.it o consultate la pagina Facebook Mediorizzonti.