I cittadini europei sono impegnati in un’epocale trasformazione del loro modo di vivere con la consapevolezza che il loro benessere potrà essere mantenuto e trasmesso alle future generazioni solo se il modo di operare diventerà sostenibile.

Uno dei cantieri più importanti di innovazione riguarda il rinnovamento delle città e la Commissione Europea, per aiutare i comuni a realizzare un percorso virtuoso di sostenibilità energetica e ambientale, ha da tempo promosso il Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia.

Il Comune di Verona vi ha aderito il 19 luglio 2018 con la delibera del Consiglio n.39 impegnandosi così ad approvare, entro i due anni successivi, un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC), il documento contenente le azioni chiave per raggiungere, a livello locale, gli obiettivi europei di:

  • riduzione delle emissioni di CO2 del 40% entro il 2030;
  • rafforzamento della capacità di adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici attraverso la valutazione dei rischi e delle vulnerabilità del territorio;
  • accesso per tutti i cittadini a un’energia sicura e sostenibile con la produzione in loco da fonti rinnovabili.

Gli obiettivi europei posti sono sfidanti, troppo importanti per lasciare che la predisposizione e la gestione dei piani vengano lasciati alla libera interpretazione e improvvisazione. Il PAESC deve infatti fare riferimento a specifiche Linee Guida della Commissione Europea (“The Covenant of Mayors for Climate and Energy Reporting Guidelines) che garantiscono trasparenza, chiarezza di propositi, tempi certi di esecuzione e costi sostenibili.

Il PAESC ridisegnerà la città, impegnerà ingenti risorse pubbliche, la sua approvazione diventa quindi un importante atto politico, fra i più importanti che qualificano un’amministrazione comunale.

Nella nostra città due anni sono passati nel silenzio e solo lunedì 5 ottobre, l’assessora alla pianificazione urbana con delega all’ambiente Ilaria Segala ha avviato due webinar informativi sull’argomento. Il primo è stato dedicato al tema della mitigazione dei cambiamenti ambientali, il secondo si terrà lunedì 12 Ottobre per affrontare l’adattamento cittadino alle nuove condizioni climatiche.

L’incontro, gestito interamente dai tecnici della società di consulenza Ambiente Italia, che nel dicembre 2019 ha ricevuto l’incarico di supportare l’assessorato nella preparazione del Piano, ha informato che saranno soprattutto i trasporti privati, i settori residenziali e il terziario privato a suddividersi l’impegno di ridurre del 40% le emissioni di CO2 entro il 2030, con un uso più efficiente dell’energia e sostituendo i combustibili fossili con energia elettrica rinnovabile.

Per quanto sia stato solo accennato, dalle relazioni si può dedurre che molti saranno i cambiamenti attesi: in particolare dovrà essere notevolmente aumentata la produzione elettrica rinnovabile.

In città è necessario un aumento della produzione elettrica rinnovabile.

Nel 2018, assunto come anno di riferimento per misurare l’evoluzione del piano, il consumo totale di energia della città di Verona, tutto compreso, è stato di circa 5.3 Milioni di Mwh, circa 20 per abitante. Per ammissione dei relatori, solo il 2% di questi è stato soddisfatto dalla produzione rinnovabile locale, con le centrali idroelettriche di Tombetta e Chievo e 1920 piccoli impianti fotovoltaici montati sui tetti delle case o a copertura di capannoni. 

Questo dato ci fornisce la preziosa indicazione di quanti nuovi impianti dovranno essere installati per raggiungere un minimo di autosufficienza nella produzione elettrica rinnovabile e dell’impegno per garantirsi produzioni rinnovabili fuori Verona.

Una slide della presentazione si è anche soffermata sul ruolo fondamentale delle amministrazioni comunali nel conseguimento degli obiettivi, in quanto esse possono agire secondo tre direttrici:

  • come gestori virtuosi del patrimonio pubblico, scuole, edifici, trasporti pubblici;
  • come regolatori delle attività cittadine attraverso i piani del traffico, i piani urbanistici, i regolamenti comunali al fine di individuare norme e che agevolino le azioni virtuose dei cittadini;
  • come promotori di iniziative collettive di rinnovamento, farsi carico non solo dell’informazione dei cittadini, ma assumere leadership di progetti di ricerca e sviluppo.

I consulenti infine si sono spinti a elencare molte possibili iniziative, per lo più azioni già intraprese in altre città o che si trovano nelle riviste specializzate nel settore energetico e ambientale.

Tutte da prendere in considerazione ma nessuna veramente calata nella realtà veronese e palesemente fatta propria dall’amministrazione. Una breve lezione accademica.

In conclusione, nel webinar non si evince quale sia il PAESC che l’amministrazione veronese sta preparando.

Dopo due anni dall’adesione al Patto dei Sindaci molte sono le domande ancora senza risposta. Ne troveremo qualcuna durante l’incontro del 12 Ottobre alle 16.30?