A Vicenza a Contrà dei Burci vicino al Teatro Astra dal 2018 esiste un polo culturale tra i più vivaci della città, dove un gruppo di associazioni dopo aver vinto un bando del Comune si è insediato e l’ha trasformato da palazzo abbandonato a se stesso a luogo di ritrovo che sa attirare soprattutto giovani, da mattina a sera, in svariati tipi di attività.

L’ex scuola materna venne ristrutturata nel 2014 con il supporto di Fondazione Cariverona per destinarla alle politiche giovanili. Ospita un incubatore di start-up che naufraga appena un anno dopo, lasciando solo qualche aula studio per l’università, e infine resta chiuso. Nel 2018 l’Ufficio Politiche giovanili (all’epoca della terza giunta Achille Variati di centro-sinistra) pubblica il bando per la creazione di un centro formativo e culturale che viene vinto dal pool di associazioni, con a capofila Legambiente, che oggi gestisce lo spazio.

Da allora il centro si sviluppa e cresce anno dopo anno: è uno spazio accogliente, con una proposta culturale molto varia; è attraversato da centinaia di persone ogni settimana che partecipano a corsi, conferenze, workshop e spettacoli che vi si tengono. Gli spazi di Porto Burci oggi sono richiestissimi, tanto che spesso la richiesta non può essere evasa, evidenziando la cronica mancanza di luoghi simili in città.

Proprio in questi giorni in cui Porto Burci si appresta a stringere un accordo con la Provincia di Vicenza per la messa a disposizione di alcuni spazi in favore del vicinissimo Liceo Fogazzaro al fine di facilitare la formazione in presenza, si diffondono le voci e gli articoli, il 30 settembre su “Il Giornale di Vicenza” ma già a giugno sul “Corriere del Veneto – sezione Vicenza”, che vedono l’intenzione del Comune di Vicenza di proporre gli spazi alla Fondazione Studi Universitari di Vicenza per la realizzazione di un centro di innovazione tecnologica e di conseguenza estromettere il centro culturale e le associazioni che lo gestiscono.

Il giardino di Porto Burci rimesso a nuovo dopo la sistemazione da parte
delle associazioni che lo animano

«Non crediamo che il sindaco e la sua giunta siano capaci di vanificare tre anni di sforzi e investimenti di realtà no profit sui temi della sostenibilità ambientale, solidarietà, diritti e bisogni del territorio – spiegano in un comunicato stampa Legambiente Vicenza Aps, Arci Servizio Civile Vicenza, Arci circolo Cosmos, Arciragazzi Vicenza e Non dalla Guerra –. Speriamo quindi di avere risposte ufficiali il prima possibile, così da poter informare le tante, tantissime realtà associative, gruppi informali, organizzazioni ed enti che usano lo spazio e che si troverebbero senza luoghi adatti da un momento all’altro se davvero a fine marzo 2021 il progetto Porto Burci dovesse chiudere.» La sorpresa per le realtà coinvolte è che l’amministrazione di centro-destra di Francesco Rucco, insediatasi pochi mesi dopo il bando vinto nel 2018, decida ora di cambiare destinazione d’uso all’immobile senza mettere a bando lo spazio che ospita il centro culturale più frequentato della città, senza sfruttare e ridare vita a spazi vuoti o sottoutilizzati in città, preferendo (forse) liquidare un progetto così radicato.

Abbiamo chiesto a riguardo spiegazioni al consigliere delegato alle Politiche Giovanili Jacopo Maltauro che ci conferma non esserci ancora nessun tipo di accordo, anzi ribadendo che «è stato sollevato un caso senza dati né basi. Non c’è nulla di sottoscritto o uno sfratto in atto, in questo momento il Comune ha altre priorità come grandi eventi che stiamo organizzando per la città e l’emergenza Covid-19 che di certo ci fa mettere in primo piano altro. È nostra intenzione insieme al sindaco prendere in mano la questione a novembre per valutare il progetto più produttivo per i giovani vicentini, in coerenza con la volontà dell’elettorato che ha votato la giunta attuale della città.»

Il presidente della Fondazione Studi Universitari di Vicenza Mario Carraro ci spiega che «non abbiamo mai chiesto Porto Burci al Comune di Vicenza ma 200mq da utilizzare per ampliare gli spazi soprattutto di Ingegneria che vede un incremento di iscrizioni nel territorio. La Fondazione ha corsi per 5mila studenti circa dell’Università di Padova e Verona e in prospettiva stiamo lavorando perché lo Iuav di Venezia sviluppi nuovi progetti con noi, ad oggi la sede dei principali corsi in Viale Margherita e gli spazi di Stradella San Nicola distano rispettivamente 200 metri circa da Porto Burci. Se il Comune ci proponesse quegli spazi sarebbero perfetti per noi: sono ampi, con ingressi indipendenti per la realizzazioni di convegni e presentazioni con le aziende anche in orari differenti da quelli dell’apertura dei locali universitari, prossimi alle nostre attuali sedi».

Entrambe le realtà, le associazioni che gestiscono Porto Burci e la Fondazione Studi Universitari di Vicenza, non inciderebbero nel bilancio comunale perché completamente autofinanziate e autogestite (anche utenze, consumabili, pulizie e manutenzioni). Sembra una partita tra pari, la crescita di chi sta portando avanti un progetto di cittadinanza coinvolgendo volontari europei e in servizio civile, con decine di associazioni, e giovani in tirocinio formativo, e uno spazio universitario che negli anni avvenire attirerà sempre più matricole e dottorandi.

La partita ora è in mano al Comune, proprietario degli spazi.

«Ci chiediamo se tutto questo invece di rispondere a necessità formative e culturali della città non sia invece il risultato di manovre politiche, dove il non allineamento delle associazioni di Porto Burci alle idee politiche di alcuni componenti della giunta comunale o della fondazione vicentina, sia il motivo per il quale si apprende da un piano di sviluppo la volontà di chiusura di Porto Burci, tentando di farla passare come l’unico modo di esaudire i bisogni di spazi dell’università» continuano Legambiente e le altre realtà insediate.

I consiglieri di minoranza Sandro Pupillo, Ciro Asproso, Giovanni Selmo hanno presentato a seguito della notizia diffusa il 30 settembre su un quasi certo cambio di futuro a Contrà dei Burci, una interrogazione su quale sia la verità sul futuro di Porto Burci. Se è prevista la pubblicazione di un nuovo bando nel 2021 o vi sarà un cambio di destinazione d’uso? Perché si vuole destinare proprio questo spazio così virtuoso che oggi è un ritrovo stabile per centinaia di persone che ogni settimana partecipano a corsi, conferenze, workshop e spettacoli e non si possono prendere in considerazione altre aree dismesse?

Al consigliere Maltauro abbiamo dato appuntamento per aggiornamenti a metà novembre quando, sembra, si comincerà a parlare seriamente della questione. Marzo 2021 sarà ancora più vicino di oggi.