Ci sono artisti che sfuggono alle categorizzazioni e Marc Chagall è uno di loro. La mostra di Rovigo, Marc ChagallAnche la mia Russia mi amerà, inaugurata a Palazzo Roverella il 19 settembre e aperta fino al 17 gennaio 2021, è stata promossa da Fondazione Cariparo, Comune di Rovigo e Accademia dei Concordi ed espone settanta opere dell’artista, oltre a una serie di preziose icone di diverse epoche e alcuni lubki, stampe popolari molto diffuse in Russia fino all’inizio del secolo scorso, che narrano con la semplicità e la forza delle immagini.

Nel saggio di presentazione del catalogo (Silvana Editoriale) che accompagna la mostra, la curatrice Claudia Zevi afferma: «Intendiamo approfondire l’influsso che nel percorso creativo ebbe lo specialissimo mescolarsi di immagini di questo mondo popolare russo, fatto di villaggi, oggetti, animali, la spiritualità che trova nelle icone la sua espressione più alta e, infine, la tradizione culturale dell’ebraismo chassidico.»

Il Gallo, 1928, Madrid coll.Thyssen Bornemisza

Moishe Segal, questo il vero nome del pittore prima della trascrizione in francese, nacque in un sobborgo di Vitebsk nel 1887 in una famiglia ebrea, visse un’infanzia felice e frequentò una scuola russa, conoscendo così anche gli elementi di quella cultura. Manifestando fin da giovanissimo il suo interesse per la pittura, riuscì a recarsi a Parigi nel 1911 e si avvicinò ai protagonisti delle avanguardie, senza però lasciarsi assorbire dalle nascenti correnti artistiche.

Tornato in Russia vi rimase per otto anni, bloccato dalla Grande Guerra e dalla Rivoluzione. Poi cominciò la sua vita da esule, prevalentemente in Francia, che considerò la sua seconda patria. Scontò con la malinconia lo strappo dal suo Paese e, secondo alcuni critici, si nutrì del sentimento dell’assenza che fu il seme fecondo della sua opera.

«Mi trascino per le vie di Mosca. Né la Russia imperiale, né la Russia dei Soviet hanno bisogno di me. Io sono incomprensibile per loro, straniero… Sono certo che Rembrandt mi ama.»

L’uomo con la testa rovesciata, 1919,
collezione privata

In mostra a Palazzo Roverella sono presenti sia le opere che dipinse in Russia che quelle più tarde, attorno al 1950, provenienti da diversi musei del mondo e da importanti collezioni private. Ci sono alcuni bozzetti e molti quadri noti, tra cui La passeggiata (1917), L’Ebreo in rosso (1915), Il violinista verde (1917), Il guanto nero (1923-1948), Il gallo (1928), Bonjour Paris (1939-1942), Domenica (1952-1954), Finestra (1908), Autoritratto (1914), La notte verde (1952).

Nel titolo della rassegna le parole che chiudono la sua autobiografia, Ma vie, poi tradotta in francese da Bella, la moglie, e pubblicata nel 1931. Per leggere la sua opera è utile coniugare le immagini dei suoi quadri con le sue memorie e la scelta di usare nell’allestimento proprio le parole dell’artista per introdurre le varie sezioni sortisce un forte impatto emotivo, come per L’uomo con la testa rovesciata (1919):

«Molti hanno fatto dell’umorismo sui miei dipinti, soprattutto sui miei quadri con le teste all’ingiù. Non ho fatto niente per evitare quelle critiche. Al contrario. Sorridevo – tristemente certo – della meschinità dei miei giudici. Ma avevo, malgrado tutto, dato un senso alla mia vita. Se sei pittore puoi avere la testa al posto dei piedi e resterai pittore

Colpisce il suo particolare modo di concepire lo spazio della tela, affollato di oggetti, personaggi, animali senza una gerarchia prospettica. C’è sempre un particolare che può sfuggire, in un angolo o sovrapposto, eppure rappresenta un dettaglio della storia. Il volo, il gallo, il pendolo, l’ebreo errante, la capra, l’asino, i fiori: tanti i simboli che richiamano il favolismo russo e la tradizione ebraica, parlano delle origini dell’artista e delle contaminazioni della sua esperienza.

Si esce dalla mostra con molto colore negli occhi e l’impressione che l’opera di Chagall sia intrisa profondamente di autobiografia, nutrita da sentimenti, ricordi, sogni. Si ricorda un artista apparentemente ingenuo, invece sofisticato, indipendente e coraggioso.