Villa Zamboni torna a casa. Un patrimonio di arte, cultura, storia, vita vissuta, viene restituito ai cittadini del comune di Valeggio che in questi anni si sono impegnati, anche economicamente, per i lavori di restauro.

Attraverso una mostra dal titolo “La cura, il tempo e la misura”, organizzata dall’associazione La Quarta Luna, domenica 27 settembre la villa apre le sue porte. Nata da una lunga ricerca d’archivio, l’esposizione sarà suddivisa in due parti: una sezione dedicata alle mappe del Settecento della villa e i possedimenti dei primi proprietari, e una interamente dedicata ai disegni tecnici, curata dall’associazione La Sesta Lampada che ne ha seguito sin dall’inizio i primi rilievi e i lavori al tetto. Durante la giornata è anche prevista, oltre alla mostra e al mercatino di produttori agricoli biologici, la visita alla loggia restaurata.

«Parliamo di un pezzo di storia che è anche della città. Abbiamo avuto una risposta incredibile, molte persone vogliono tornarci, alcuni ricordano di aver frequentato l’asilo lì. È un posto emozionante. Vai dentro e non riesci a rimanere indifferente, c’è qualcosa nell’aria che si respira», afferma l’architetta Paola Ferrarin, presidente dell’associazione La Quarta Luna, realtà che dal 2009 ha cominciato a occuparsi della villa e del suo recupero, non senza difficoltà.

Il timbro della scuola materna in Villa Zamboni,
foto tratta dalla pagina Facebook dell’associazione
La Quarta Luna

«L’ultimo benefattore l’ha lasciata alla comunità e i cittadini hanno sempre partecipato, anche come volontari, per tenere vivo questo luogo», chiarisce Ferrarin. La storia di questa dimora risale al diciottesimo secolo ed è stata a lungo l’abitazione di una famiglia della ricca borghesia veronese, finché non fu trasformata in un asilo. Il lascito dell’ultimo proprietario, Giuseppe Zamboni, disponeva infatti che l’edificio andasse in uso ai cittadini di Valeggio per farne una scuola statale dell’infanzia e ciò accadde dagli anni Settanta del Novecento fino ai primi anni del Duemila. In seguito, il complesso cadde in uno stato di abbandono.

Importante è stato l’appoggio dell’amministrazione comunale di Valeggio, del sindaco Alessandro Gardoni, che nell’ultimo anno ha curato il progetto assieme all’associazione, e di una fitta rete di altri enti e associazioni, cittadini compresi, che hanno collaborato per portare a termine i lavori. «Sono molte le realtà che ci hanno dato un supporto, a partire da Mag Verona per quanto riguarda la documentazione e i passaggi burocratici, Italia Nostra Sezione Verona, il comitato cittadino e altri», continua la presidente.

«Vogliamo che Villa Zamboni sia un punto di partenza, di aggregazione e inclusione. Ci sarà spazio per chi vorrà portare progetti, iniziative culturali, concerti, mantenendo alto lo standard di qualità», dichiara Anna Morra, vice-presidente dell’associazione. «Stiamo strutturando un progetto legato alle famiglie, per i bambini e soprattutto gli anziani soli che non hanno nessuno», aggiunge.

Uno scorcio su Valeggio sul Mincio visto
dalla loggia di Villa Zamboni, foto La Quarta Luna

Ma le attività per la villa non si fermano e le idee certamente non mancano. Come ha fatto sapere la presidente Ferrarin, infatti, «Puntiamo a rendere il mercatino un appuntamento mensile, e stiamo già pensando ai festeggiamenti per l’8 dicembre, data che ricorda la morte del benefattore, e lo faremo con un ritratto, in regalo da parte di un artista locale, Luca Mastrodonato».

Il progetto di valorizzazione, però, punta ancora più distante: «Noi vogliamo arrivare a costituire una fondazione – sottolinea Paola Ferrarin -. Abbiamo due anni per verificare se ci sono le condizioni. Sarà una villa sì dedicata alla cultura, ai cittadini, ma che sia anche in grado di autosostenersi». Le forze e le energie non mancano, così come la determinazione e il coraggio. «Sono molti i progetti inclusivi. Noi ce la mettiamo tutta, vediamo cosa viene fuori».