Ci sono storie vere che sembrano uscite da una sceneggiatura, talmente assurde che il cervello, incapace di razionalizzare, le passa al volo all’emisfero sinistro: sta cosa dev’essere opera tua, sembra dire al gemello creativo. Eppure, la realtà supera spesso la più vivida fantasia.

In Italia impazza la nuova app di tracciamento Immuni, di cui avevamo già parlato, sia per la sua utilità che per le insidie alla nostra già violentata privacy. Sono circa un milione e mezzo i download nel nostro paese, un bel successo, forse anche insperato. Evidentemente, ed è confortante scoprirlo, ci sono molte persone logiche e razionali che silenziosamente ammutoliscono la caciara a suon di esclamativi dei complottisti da social. Il boom di download ha avuto però un risvolto stupendo, che ci riporta a piedi uniti nel mito del medioman italico. 

Capita che su Google Play, piattaforma delle applicazioni di Android, scrivendo Immuni escano diverse “risposte”. 

Sulla terza opzione preferisco non commentare, che già si spiega da sola ahimè. Mi concentrerei sulla seconda, che ha avuto un inspiegabile botto di download e creato il malinteso perfetto. Immune System è una app didattica, lanciata anni fa in Inghilterra, che spiega ai bimbi come funziona il sistema immunitario nel corpo umano, mettendo in anteprima (che quando ci si mette, la sfiga ci vede benissimo!) un bel Coronavirus accattivante.

Ecco quindi che stormi di italici scaricatori scelgono involontariamente la app sbagliata, non si accorgono dell’errore e scatenato una “tempesta perfetta” sull’ignaro programma e sui suoi perplessi sviluppatori, che dall’India non possono comprenderne i motivi. 

Lungi dal realizzare di aver fatto un “errore di sbaglio”, gli italiani a quel punto inveiscono senza pietà lamentandosi per «questa mania di mettere l’inglese dappertutto» (te credo, amor, è un’app per le scuole UK) o semplicemente prendendosela col governo che «ti fa scaricare una roba che non si capisce niente». Voti che hanno fatto calare drasticamente il giudizio complessivo fin sotto le due stelline…

A contrastare tanti immuno-deficienti incattiviti, esce per fortuna la parte migliore di un paese tanto matto e variegato: altrettante persone sono entrate, hanno scaricato la app e candidamente ammesso di averlo fatto solo per lasciare (in italiano) commenti positivi e cinque stelline, a dimostrazione che non tutti gli italiani sono dei «cialtroni». Il popolo dei cliccatori anti-stupidità ha riportato la app in alto nelle graduatorie, complice anche l’intervento di Google a cancellare tutti i giudizi lasciati nel “posto sbagliato”. 

L’Italia si rivela in questo piccolo aneddoto come diceva sempre la mia amica giapponese che, al suo primo matrimonio (a Napoli, tre giorni di feste – NDA) profetizzò «per me, tutto come film». Siamo gente pigra, stupidina, che piuttosto di ammettere di aver sbagliato attacca in modo surreale; ma siamo anche tutti quelli che fanno gruppo e danno una mano a raddrizzare gli sbagli altrui.

Nel dubbio su quale app scegliere, consiglio a tutti la versione veronese “IMMONA”, l’unica app che non si scarica e che si manda! Ora scusate, che finché il cellulare del marito è sbloccato, faccio un controllino – nel pieno rispetto della privacy ovviamente.