E così è finita che pure il Covid-19 è diventato il nostro petrolio. Ulteriore dimostrazione che l’ingegno italico, altrimenti definito “arte di arrangiarsi”, riesce sempre a rendere le difficoltà delle opportunità. Siamo stati capaci di trasformare un’emergenza globale in un’occasione per creare una nuova professione: quella “dell’assistente civico”, che con il sorriso e la persuasione dovrebbe “aiutare” gli italiani a rispettare le norme per il contenimento del Covid negli spazi collettivi. Il buon ministro Boccia, sopraffatto dalle scene della “movida” notturna fuori controllo vistesi nelle città appena liberate dal lockdown e che rischiano di far risalire i contagi, ha ben pensato di indire un bando per l’arruolamento di 60.000 assistenti civici volontari che avranno il compito di sorvegliare gli atteggiamenti inopportuni degli italiani e di prevenire le situazioni a rischio contagio che ne potrebbero derivare. Non che di figure professionali disponibili e in grado di svolgere questo genere di compiti non ci fossero già, eh? L’Italia si distingue per essere il Paese con più corpi dedicati alla pubblica sicurezza, avendo già a disposizione Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e Polizia locale, senza contare il personale della Protezione Civile e delle associazioni degli ex combattenti come Alpini e Carabinieri. Evidentemente però si sentiva la necessità di un curioso crossover tra un posteggiatore abusivo che ce l’ha fatta, un delatore della Stasi e un basiji iraniano con il compito specifico di vigilare sui giovani onde evitare che si contagino durante la movida notturna tenendo comportamenti inopportuni, tipo baciarsi alla francese. Una specie di versione laica della polizia religiosa di certe Nazioni islamiche che ancor prima di vedere la luce ha già scatenato le ansie dell’apparato repressivo esistente, geloso delle sue prerogative e molto restio a doverle subappaltare all’ultimo arrivato. Il Ministero dell’Interno infatti ha già messo le mani avanti rimarcando che la repressione è cosa sua, e guai a chi la tocca. Quindi a questi “Lemon Angels”, versione “upgrade” dei “City Angels”, per moralizzare i comportamenti sociali nell’era del Covid-19 rimarranno le armi della gentilezza e persuasione. Immaginateli già a chiedere con gentilezza e persuasione a due giovani di non abbandonarsi a focose effusioni durante un’ordinaria serata di movida, e soprattutto immaginate i titoli dei giornali che giorno dopo descriveranno il clamoroso putiferio che ne deriverà. 

Comunque bisogna dire una cosa: finalmente potremo vedere laureati all’università della strada lavorare sul loro specifico campo di studi, ovverosia la strada stessa, e questo è sicuramente un importante segnale che si incominciano a premiare le competenze pure in Italia. 

Ma qual è la filosofia che sottende la nascita degli steward antilimone? Prima di tutto pare evidente come i suoi ispiratori occulti siano palesemente i pensionati retributivi, preoccupati che i giovani si infettino limonando e muoiano di Coronavirus e quindi non possano più lavorare per pagare le loro pensioni. Una specie di congiura dei matusa contro i giovani che si baciano felici, per rubare dei versi di un celebre pezzo di Elio&Le Storie Tese.

Ma non si deve trascurare nemmeno un’altra influenza ancora più importante e sottile quando non addirittura subdola: la novelle vague neomoralisticheggiante e trasversale agli orientamenti politici la cui onda sta lambendo tutta la nostra società. Se fino agli anni Settanta la battaglia per l’emancipazione femminile passava per la libertà di andare in spiaggia nude, ora passa per la libertà di girare impacchettate come Boris Karloff ne La mummia. Agguerriti movimenti neobacchettoni si mobilitano per censurare opere d’arte che mostrano nudi e falangi integraliste perennemente sul piede di guerra per censurare ogni atteggiamento “poco commendevole” altrui. Mala tempora currunt per i libertini/libertari e cosa meglio che dare con la scusa del covid un bel giro di vite agli atteggiamenti disdicevoli consumati in pubblico?

Basta già il nome: “assistente civico” per far guardare questa figura con apprensione e sospetto… fateci caso: ogni figura professionale che nel suo nome contiene la parola “assistente” di solito eroga multe. Vedi gli “assistenti della sosta il cui scopo, lungi dall’essere quello dell’assistenza, è piuttosto quello dell’estrazione, ma della moneta dal vostro portafogli. 

Abbiamo il più che legittimo sospetto che, a dispetto delle dichiarazioni, “l’assistente civico” finirà per comminare multe come i suoi omologhi che si occupano di sosta. Magari commisurate alla gravità della trasgressione: 50 euro per un contatto fisico, 100 per uno scambio di bicchiere, 200 per un bacio in bocca e via così. La proposta di Boccia ha pure causato un cortocircuito degno di nota, infatti il governo giallo verde più a sinistra della storia della repubblica è riuscito a farsi accusare di “deriva autoritaria” da Giorgia Meloni, segretaria di quel Fratelli d’Italia ultimo erede della destra post  missina. Avete presente la storiella del bue che da del cornuto all’asino? Una cosa del genere. 

Insomma, se è vero che “l’assistente civico” può suscitare delle simpatie, perché alla fine rappresenta il sogno di molti nel belpaese: quello del parcheggiatore abusivo che ce l’ha fatta a uscire dal precariato e a trasformare l’espediente in una professione istituzionalizzata e riconosciuta, è pur vero che come Giano bifronte ha anche un altro aspetto, quello di essere il prodotto di un clima neopuritano poco avvezzo a compromessi con la rilassatezza dei costumi. Il segno di una brutta aria che tira, insomma.

Negli anni Ottanta con l’AIDS ci hanno tolto il sesso libero duramente conquistato con le battaglie degli anni Sessanta e Settanta, negli anni 2000 con la scusa del Covid-19 ci toglieranno pure il limone duro. A questo punto, almeno rideteci Colpo Grosso in seconda serata!

(La foto in evidenza ritrae il quadro Les amante di René Magritte)