I tifosi della Ferrari hanno trovato sotto l’albero un regalo di Natale estremamente gradito. La scuderia di Maranello, infatti, alla vigilia delle festività natalizie ha annunciato il rinnovo fino al 2024 del contratto del giovanissimo talento Charles Leclerc, reduce da una stagione d’esordio alla guida della “rossa” molto positiva con 2 vittorie, 7 pole position e 10 podi complessivi. In casa Ferrari, con giusto tempismo, hanno subito provveduto a blindare il pilota monegasco dall’assalto dei diretti concorrenti, che nelle settimane precedenti avevano già sondato con il suo manager Nicolas Todt la possibilità di ingaggiarlo per il 2021. Il prolungamento del contratto e il significativo incremento del trattamento economico assicurano reciprocamente a pilota e team una stabilità che è la base per costruire futuri successi, a iniziare si spera dalla prossima stagione. Inoltre con questa mossa la scuderia del cavallino sembra aver spazzato via ogni dubbio su quale sia il piota su cui intende puntare per gli anni a venire. 

Il pilota della Ferrari Leclerc

Nonostante il direttore sportivo Mattia Binotto si sia recentemente prodigato a dire che nel 2020 Leclerc e Vettel partiranno alla pari, è ormai palese che il campione tedesco, con il contratto in scadenza a fine stagione, molto difficilmente sarà confermato. I risultati non del tutto soddisfacenti conseguiti nelle ultime due stagioni, sommati alla numerosità di errori commessi in gara, fanno propendere per una separazione consensuale tra le parti, salvo che Vettel nel prossimo campionato non sbaragli la concorrenza del compagno e dei rivali, a suon di vittorie. Questo, tuttavia, dipenderebbe anche dalla ritrovata competitività della monoposto di Maranello, cosa per il momento tutt’altro che scontata. Peraltro appare pure improbabile che un campione con il suo curriculum possa restare a fare da scudiero a Leclerc, così come fece con lui il buon Raikkonen.

In caso di dipartita di Vettel, si è paventata l’ipotesi di un clamoroso ingaggio di Lewis Hamilton, anche lui in scadenza di contratto con la Mercedes a fine 2020. Al momento appare un’ipotesi alquanto fantasiosa, ma non del tutto escludibile. Se è vero, infatti, che i rapporti tra l’inglese e il suo team sono idilliaci e consolidati da tanti anni di reciproche soddisfazioni, per cui non ci sarebbe motivo per una separazione, va anche detto che nella storia della Formula 1 non c’è mai stato un campione che non sia stato solleticato dall’idea di correre e, soprattutto, vincere con una Rossa, riuscendo anche a dare quell’apporto in termini di velocità in grado di fare la differenza, anche a fronte di una vettura non superiore alla concorrenza. Un esempio in questo senso sono le imprese riuscite in passato a campioni del calibro di Niki Lauda e Michael Schumacher, il cui contributo allo sviluppo delle vetture di Maranello fu determinante per poi decretarne il dominio e consacrare la leggenda delle loro vittorie. Anche il grande Ayrton Senna fu tentato più di una volta, nel pieno della sua carriera, dal fascino della Ferrari. Il campione brasiliano non ne fece segreto nemmeno davanti ai media ma l’epilogo prematuro non gli consentì di realizzare il suo intento.

Il campione inglese Lewis Hamilton

Il tema principale, tuttavia, è rappresentato dall’incognita tecnica perchè esiste il rischio di trovarsi con una vettura non all’altezza dove neppure il talento può essere in grado di colmare la differenza di prestazione rispetto ai concorrenti. Questo rappresenta il principale deterrente, anche se non l’unico, all’approdo a Maranello di Hamilton, che sicuramente ha ben presente la vicenda eclatante che vide protagonista Fernando Alonso. Lo spagnolo, infatti, pur essendo un campione di indubbia qualità e velocità, in quattro stagioni al volante della Rossa, dal 2010 al 2014 sfiorò concretamente il mondiale piloti solo in un’occasione, nella stagione del debutto. Dalla stagione successiva, poi, un continuo susseguirsi di dissapori e screzi col team, dovuti al gap tecnico della vettura ma anche al  carattere non facile dello spagnolo, che causarono il suo passaggio – rivelatosi poi – alla McLaren. Lo stesso Leclerc, alla luce del recente rinnovo contrattuale, rappresenta un ulteriore ostacolo concreto al cambio di casacca dell’inglese. Sarebbe un po’ bizzarro che la scuderia italiana, dopo aver scelto di investire sul ventiduenne monegasco, decidesse anche di ingaggiare, senza dubbio a caro prezzo, un pilota che ha già 34 anni e con 6 titoli piloti alle spalle e 84 GP vinti, verosimilmente non ha più la fame di successi di uno che è ancora a inizio carriera.

La scelta fatta, quindi, appare la più corretta. Leclerc in queste due stagioni in Formula 1, prima con la Sauber Alfa Romeo e poi, soprattutto, in Ferrari, ha confermato le qualità che già lo avevano messo in luce nei campionati minori, dove aveva dominato mostrando già un livello di maturità sorprendente per la sua giovane età. Alle indiscutibili doti velocistiche si accompagna un carattere molto forte, che non gli fa avere alcun timore reverenziale nei confronti di nessuno, anche al cospetto di campioni blasonati come Hamilton o del suo stesso compagno Vettel. Le vittorie di Spa e soprattutto di Monza sono state la conferma evidente che il ragazzo è già prontissimo per lottare per il Mondiale. Alla Ferrari il compito tutt’altro che banale di fornirgli la vettura per farlo già dalla prossima stagione, che sarà l’ultima dell’era ibrida che conosciamo. In attesa della rivoluzione regolamentare del 2021 su cui torneremo.