La consueta sessione invernale di mercato ha visto il Verona tra i principali protagonisti. In casa gialloblù le porte si sono aperte per consentire movimenti in entrata e uscita. I nuovi arrivi hanno riguardato principalmente operazioni di rafforzamento, mentre le partenze hanno visto con la valigia in mano giocatori in cerca di maggior spazio. Per trovare una chiave di lettura riguardo alle scelte fatte dalla società scaligera, abbiamo raccolto le impressioni di Nicola Binda, importante firma della “Gazzetta dello Sport”, profondo conoscitore del campionato di Serie B.

Il Verona è stato tra i più attivi in questa sessione invernale, tra nuovi arrivi e partenze. Il tuo giudizio sul mercato gialloblù.

«Secondo il mio parere è stato un mercato positivo. L’organico a disposizione dell’allenatore è stato completato e migliorato. Sono giunti giocatori di categoria, mentre sono stati lasciati andare coloro che sino a ora avevano trovato poco spazio e avevano necessità di trovare maggior minutaggio. Le operazioni in entrata e uscita sono state, a mio avviso, condotte con abilità. Non dimentichiamo che vendere, poi, non è per nulla facile. In conclusione il Verona rimane sempre una squadra forte.»

Due parole sui nuovi acquisti.

«L’acquisto più importante è senza dubbio quello di Di Gaudio, un giocatore di categoria, esperto di promozioni (ne ha già ottenuto due con Carpi e Parma nda), ancora in grado in cadetteria di fare la differenza. L’arrivo di un giocatore come Vitale ha aggiunto qualità sulla corsia mancina, mentre Faraoni rappresenta una valida alternativa su quella opposta, vista anche la prolungata assenza di Crescenzi. Munari, infine, che torna a Verona dopo l’esperienza del 2006, può rappresentare un’altrettanto sicura alternativa a centrocampo.»

Nessuno si aspettava la cessione di Caracciolo. La sua partenza sembra aver indebolito il comparto dei centrali.

«La cessione di Caracciolo mi ha sorpreso in quanto si tratta di un difensore, molto esperto, profondo conoscitore della categoria. Evidentemente la società ha fatto scelte diverse, puntando su altri giocatori.»
Il reparto offensivo è stato potenziato con l’innesto di Di Gaudio, mentre rimane sempre vivo l’annoso dualismo tra Pazzini e Di Carmine.

«Riguardo a Pazzini e Di Carmine, le scelte di Grosso sono sempre state a favore di uno o dell’altro, segno che la loro convivenza, almeno per ora, pare non incontrare le idee del tecnico. In ogni caso, con l’arrivo anche di Di Gaudio, i gialloblù dispongono di un potenziale offensivo invidiabile, in grado di offrire all’allenatore molteplici soluzioni. Credo che più di qualcuno farebbe “carte false” pur di poter disporre di una simile abbondanza.»

Verona, quindi, squadra ancora più forte, ma il rendimento in campo e la posizione in classifica sembrano non rispettare le ambiziose aspettative di inizio stagione

«La squadra gialloblù, forte sulla carta, manca ancora della giusta concretezza. Il gioco visto sino a ora è stato spesso incerto, quasi didattico e fine a se stesso. Numeri come possesso palla o passaggi effettuati sono molto positivi ma quello che conta sono i punti in classifica. È giusto ricordare che senza la vittoria a tavolino di Cosenza gli scaligeri oggi sarebbero addirittura fuori dalla zona play off. Ora la palla è nelle mani di Fabio Grosso. Bisogna passare, senza perdere ancora troppo tempo, dalla teoria alla pratica. Spetta a lui, infatti, prendere in mano la situazione per ottenere il tanto atteso cambio di passo. Confermando la fiducia nei suoi confronti la società ha mostrato di essere coerente e di credere fermamente nel proprio progetto, come già successo nella precedente stagione di B quando alla guida c’era Fabio Pecchia. Sono, inoltre, dell’idea che l’organico di quest’anno sia anche più forte di quello dell’ultima promozione.»

A partire dalla prossima stagione il format del campionato cadetto tornerà a 20 squadre.

«Non credo sia una semplice questione di numeri, bensì di sostanza e solidità. Il fascino della serie B è sempre stato l’alto numero di squadre e un calendario fitto di incontri, con turni infrasettimanali e soste ridotte al minimo. Il campionato cadetto è un torneo sempre avvincente dove può succedere di tutto, dalla neopromossa che sale direttamente in A alla retrocessa dalla serie maggiore che finisce addirittura in Serie C. È importante, tuttavia, che venga garantita la solidità finanziaria dei club per evitare spiacevoli situazioni come quelle che la scorsa stagione hanno visto protagoniste Cesena, Bari e Avellino. Chi ottiene l’iscrizione al campionato deve essere in grado di portarlo a termine senza impedimenti di carattere economico. Solo mediante l’applicazione di precise norme in tal senso è possibile preservare l’appetibilità del campionato. Un aiuto potrebbe arrivare anche da una più equa gestione dei diritti televisivi che al momento privilegiano forse troppo le squadre di serie A.»

Ultima riflessione sul VAR, attualmente utilizzato solo dalla Serie A.

«La tecnologia ha assunto importanza anche nel mondo del calcio. Il VAR, se ben utilizzato, rappresenta uno strumento di grande aiuto per la classe arbitrale, troppo spesso oggetto di forti contestazioni in caso di errori, a volte particolarmente evidenti. Andrebbe, tuttavia, rivisto l’attuale protocollo di utilizzo vista la sua specifica peculiarità di identificare le situazioni sfuggite allo sguardo umano, lasciando sempre al direttore di gara la decisione finale, senza alcun condizionamento esterno. L’utilizzo nel campionato cadetto lo ritengo, almeno per il momento, di difficile attuazione per le diversità strutturali tra i vari impianti sportivi e per i costi da sostenere per i necessari adeguamenti tecnologici. Senza un massiccio ed esteso intervento in tal senso il suo utilizzo in serie B rimane per ora molto difficile.»