Morgana – Storie di ragazze che tua madre non approverebbe è il libro – pubblicato da Mondadori lo scorso settembre – scritto a quattro mani da Michela Murgia insieme a Chiara Tagliaferri. Nato come progetto, denominato “la casa fuori dagli schemi”, Morgana è un podcast di storielibere.fm – la più importante e innovativa piattaforma italiana di narrazioni audio on line – in cui vengono raccontate le storie di donne famose e rivoluzionarie che hanno dato il loro contributo alla storia. 

Chiara Tagliaferri e Michela Murgia
(Dal profilo Facebook di Tagliaferri)

Michela Murgia, nata a Cabras in Sardegna, è un’affermata e apprezzata scrittrice Italiana, tra i tanti libri pubblicati ricordiamo il pluripremiato Accabadora del 2010, Chirù del 2013, Istruzioni per diventare fascisti  del 2018, che verrà tradotto in cinque lingue, e nel febbraio del 2019 a raccolta di storie illustrate Noi siamo tempesta, vincitore del “Premio Morante” e la menzione speciale della giuria del “Premio Anderson”.

La sua compagna di scrittura, Chiara Tagliaferri, nata a Piacenza è autrice di trasmissioni radiofoniche di successo per Radio2, dove si è occupata di cinema, musica e spettacolo. Attualmente è una delle menti creative di http://storielibere.fm.

E, dunque, chi è Morgana? È una sorta di categoria creata dalle autrici, in cui dieci protagoniste, di epoche diverse – Moana Pozzi, Caterina da Siena, Grace Jones, le sorelle Brontë, Moira Orfei, Tonya Harding, Marina Abramovic, Shirley Temple, Vivienne Westwood, Zaha Hadid –, sono legate tra di loro da un forte spirito ribelle, da un carattere autentico e da un modus operandi scomodo, libero, lontano anni luce dai canoni femminili che una donna deve seguire secondo quello che il sistema sociale si aspetta.

Un po’ fata ma anche e soprattutto strega, Morgana è la sorella malgradita di Re Artù, donna additata come ambigua poiché non ha voluto consegnare il suo potere magico al servizio del regno del fratello, uomo, e con le sue scelte ha creato un mondo parallelo – la città di Avalon – dove la vita delle donne non era in balia di nessun parametro sociale di giudizio.

Morgana non si lascia influenzare dalla cosiddetta sindrome di «Ginger Rogers» conosciuta come quella «patologia psicologica e sociale»: una donna si sente sempre in dovere di fare meglio dell’uomo per essere considerata al suo pari e la sua fatica, per ottenere un certo ruolo nella società, deve essere doppia rispetto quella maschile – proprio come Ginger, che faceva gli stessi passi di ballo di Fred Astaire, «ma all’indietro e sui tacchi» –.

Il racconto della Murgia e della Tagliaferri, pertanto, ci consegna la storia di diverse donne che nulla hanno a che vedere con la visione sociale e comune che il mondo ha dell’emisfero femminile, cioè l’essere accomodanti, di basso profilo, pazienti, empatiche, sensibili, romantiche ma tutt’altro.

Il libro apre con il racconto della vita di una donna molto discussa, Moana Pozzi, un personaggio indigesto all’opinione pubblica soprattutto femminile, una donna che ha utilizzato il suo corpo come strumento di lavoro in modo assai consapevole e libero facendo una scelta determinata e voluta. Moana è un essere femminile che mal si allinea allo stereotipo di donna romantica e empatica. Moana vuole fare del suo corpo quello che desidera, senza remore o limiti, come ciò che alla fine hanno fatto per secoli e secoli gli uomini senza mai essere giudicati.

Altra donna diversissima da Moana ma che allo stesso modo ha rotto la visione comune dello stereotipo femminile è Caterina Da Siena, eroina della cui storia ci viene fatto un ritratto poetico ma duro. La lettura ci porta dentro alla sua storia, che si è rifiutata, in un’epoca molto restrittiva a livello sociale – siamo nel 1370 – di seguire il dettato per cui una donna doveva sposarsi, contrarre matrimonio senza decidere il proprio compagno, decideva la famiglia, e avere figli dedicandosi solo ed esclusivamente alla casa. Caterina si ribella a questo stato di cose e segue il suo sentire, la sua religione, il suo credo combattendo aspramente contro la forte opposizione della sua famiglia e della società.

Con una narrazione trasparente, schietta e misurata Michela Murgia e Chiara Tagliafferri consegnano al lettore la storia di dieci donne che per determinarsi e affermare se stesse sono state classificate sia come donne scellerate che, allo stesso modo, come donne da esaltare. 

Questa tipologia di donne, nel sentire comune e soprattutto nel sentire delle stesso genere femminile, sono da temere, da guardare con sospetto, e da qui nasce il senso del titolo Morgana – Storie di ragazze che vostra madre non approverebbe.

Esaustiva e bella è la definizione che le due scrittrici danno le donne: «strane, difficili, non convenzionali e persino stronze, a modo loro tutte vengono dal misterioso albero genealogico di Morgana, un seme che passa di mano in mano e arriva a chiunque, maschio o femmina, voglia vivere senza dover giustificare l’unicità della propria storia».

Come afferma in diverse interviste la stessa Michela Murgia, c’è ancora tanto da fare perché ci sia una effettiva parità tra donna e uomo e soprattutto perché ci sia un’accettazione dell’essere femminile anche nella sua forma non stereotipata, non comoda, ma più autentica.

Consiglio la lettura, soprattutto alle donne.