Giunto all’edizione numero diciassette, il Festival internazionale dei giochi di strada guarda all’Unesco ed entra per la prima volta in ospedale.

Si torna a giocare in piazza, a Verona. La diciassettesima edizione del Tocatì, Festival internazionale dei giochi di strada, sta per invadere il centro storico, dal 12 al 15 settembre, con il suo ormai tradizionale spirito ludico, per far conoscere e sperimentare la bellezza di vivere con spensieratezza gli spazi pubblici della città.

Ospite quest’anno è la Bretagna, regione del nord ovest della Francia che deve alla sua tradizione marinara e contadina l’identità dei suoi numerosi giochi.

Copricapo tipico di un abito tradizionale femminile bretone
Dettaglio di un abito tradizionale bretone

Oltre ai birilli del Quilles du Poher, sempre più praticato dalle donne, ci sarà spazio per il Palet sur Terre, un gioco che radica nell’antica Grecia, la lotta bretone, il Lever de la perche, divenuto pratica sportiva nell’Ottocento, e il Relais des meuniers, “la staffetta dei mugnai”, insieme a momenti musicali, danze tradizionali e proposte gastronomiche per immergersi meglio nella cultura bretone.

Tra i giochi italiani saranno presenti la morra e la Bala creèla, dalla Lombardia, il Pizzicantò dalla Basilicata, il gioco con i birilli del messinese chiamato Carrara, la Rouotta valdostana, che tradizionalmente si gioca il giorno dopo Natale all’aria aperta, qualsiasi clima e terreno ci sia.

Non mancano gli spazi per i giochi di strada contemporanei, come il parkour, l’ultimate frisbee e lo skateboard.

L’organizzazione dell’Associazione giochi antichi continua a privilegiare uno sguardo ampio, che fa del festival un’iniziativa di taglio non solo ludico, ma soprattutto un programma educativo e culturale di valore internazionale. Non solo perché intreccia il recupero di un patrimonio, in molti casi in estinzione, con la pratica diretta in strada, ma soprattutto perché ha sempre creduto nel valore d’inserire l’iniziativa in una rete di ricerca molto ampia.

La collaborazione con il Ministero dei beni culturali si affianca a quella con l’Istituto centrale per la demoetnoantropologia e, già nel 2004, con l’Aejest, Associazione Europea dei Giochi e Sport Tradizionali. Uno sguardo che dà un respiro più ampio a un’idea che poteva rischiare di diventare un’affollata sagra, o addirittura di trasformarsi in un parco divertimenti in pieno centro storico.

Ha perciò particolarmente senso che gli organizzatori aprano proprio in questa edizione la candidatura al Registro delle buone pratiche di salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.

Un percorso avviato nel 2016 con l’obiettivo di strutturare un modus operandi basato su buone pratiche, affinché in altri contesti possano servire quali strumenti di tutela e valorizzazione delle diverse culture del gioco, specie laddove ci sia bisogno di proteggere identità culturali fragili.

È quindi in Cortile Mercato vecchio che si terrà per tre giorni il Forum internazionale della cultura ludica, con proiezioni e tavole rotonde sul ruolo della ricerca e la catalogazione del patrimonio ludico tradizionale, in particolare mettendo a confronto le esperienze della Bretagna con Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto.

Numerosi gli appuntamenti culturali collaterali, come quelli con gli scrittori Fulvio Ervas e Mariapia Veladiano, gli psicologi Giacomo Stella e Marina Zoppello, il regista Alexandre Mourot, con il suo documentario sulla scuola montessoriana più antica di Francia, o l’economista Francesca Corrado, che presenterà l’Elogio del fallimento, tema su cui ha pure fondato una scuola.

Mariapia Veladiano

In sala Scacchi nel Palazzo della Ragione, poi, è visitabile la mostra dedicata Alla scoperta del patrimonio culturale immateriale della Bretagna, mentre la collaborazione con l’università di Verona darà spazio al tema delle dipendenze, con il convegno L’azzardo non è un gioco, in programma giovedì 12 settembre dalle 8.30 alle 12.30 nell’aula magna del Polo Zanotto. Al centro ci sarà il ruolo del web e delle conseguenze neurologiche per i giocatori d’azzardo, un aspetto allarmante se si considera che l’Italia nel 2018 ha bruciato più di 100 miliardi di euro in questa modalità di gioco, mentre il 30 per cento dei minorenni afferma di averne già fatto esperienza.

Un estratto del Tocatì 2019, infine, proseguirà a festival concluso, il 18 e 19 settembre, nell’Ospedale della donna e del bambino, in Borgo Trento, precisamente nei reparti di pediatria e di oncoematologia pediatrica, per permettere ai piccoli di divertirsi sperimentando alcuni giochi della tradizione italiana. Per i dettagli delle giornate, basta accedere alla pagina del sito https://tocati.it/programma/.