Silvia è una Cesarina. Detta così nulla fa supporre a qualcosa di legato al cibo, al mangiare bene, al cucinare e alla tradizione culinaria nazionale. Sembrerebbe forse qualcosa di religioso o una setta segreta fan di qualche ben noto Cesare (a scelta).
Invece una Cesarina non ha niente di settario… però forse qualcosa di religioso sì.

La loro “fede”, infatti, si chiama cucina, così come il loro regno, che aprono amabilmente a tutti gli ospiti che desiderano una esperienza del tutto e per tutto home made. Nata nel 2004 a Bologna come Associazione Culturale Gastronomica – con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e con la collaborazione dell’Università di Bologna – Le Cesarine vanta oggi una rete di cuoche e cuochi domestici di diverse età sparsi su tutto il territorio nazionale.

A oggi sono più di 700 le Cesarine che organizzano nelle loro case, in più di 120 città italiane, eventi culinari privati a base di ricette tradizionali territoriali per compiere viaggi culinari d’eccezione.

E tra queste 120 città c’è anche Verona, dove tra l’altro la caccia a nuove Cesarine è aperta e per candidarsi basta compilare questo form online: https://cesarine.com/it/join.

Cosa serve per diventarlo? Secondo le ideatrici «sapere cucinare le ricette della tradizione culinaria veneta, avere una mentalità giovane e aperta e abitare in una casa ampia e ospitale, pronta ad accogliere persone di tutto il mondo e infatti il 60% degli ospiti delle Cesarine sono stranieri».

Abbiamo incontrato Silvia, Cesarina veronese doc, che ama anche offrire un percorso culinario innovativo mescolando innovazione e tradizione.

Silvia, come hai scoperto le Cesarine?

«Attraverso un’amica che ama la mia cucina. Per caso, navigando su Facebook, ha visto che cercavano “Cesarine in tutta Italia”, me lo ha segnalato e io, armandomi di coraggio, ho scritto. Mi hanno contattata ed eccomi qui. Di questa idea mi piace che è veramente un modo moderno di mantenere le tradizioni.»

Come è stata la prima cena organizzata mediante la piattaforma?

«Posso dire di aver iniziato con “il botto”… era il 31 dicembre a pranzo ed erano in 8 americani. Una famiglia simpaticissima e mi sono permessa di aggiungere al menu che avevano scelto delle portate molto tradizionali visto che era l’ultimo dell’anno. Mi ricordo grandi risate e grandi apprezzamenti per il mio cibo.»

Come ti sei scoperta cuoca?

«Merito della mia cara mamma, che era cuoca e figlia di una famiglia di osti – i suoi cugini hanno aperto la prima e più antica osteria di Verona – e di mio padre meridionale, cosa potevo fare se non cucinare bene?»

So che ami abbinare ayurveda e cibo, che assonanze ci sono e perché questa passione?

«Il mio lavoro principale è l’operatrice ayurveda, il cibo per l’ayurveda è cura e nutrimento e io faccio da anni corsi di cucina ayurveda legata all’equilibrio dei “sei sapori”, che in scanscrito si chiamano rasa. Ho anche un sito tutto mio dove parlo di cibo, quindi per me la cucina è nutrire e creare emozioni e cucinare antichi piatti di Verona, mangiare cibo della mia terra è nutrire.»

Ospitare “sconosciuti” in casa o andare a cucinare da “sconosciuti”… cosa ne pensi?

«Per me è in assoluto il modo più intenso e più facile per socializzare con nuove persone in questo momento storico, dove non c’è molto contatto umano, quindi è fantastico per me vedere le persone a casa mia che si sentono accolte! Non sono più sconosciuti appena entrano nella mia cucina.»

Si parla sempre di più di social cooking, come sarà il futuro secondo te?

«Il futuro è una maggior consapevolezza della filiera, capire da dove arriva il cibo che mangiamo e quindi a mio avviso più rispetto».

Silvia

Nell’era di Master Chef e mille altre trasmissioni siamo tutti chef… qual è la tua opinione?

«Credo che tutte queste trasmissioni rappresentino un’immagine chiara della nostra società, è tutto impiattamento e poca sostanza! Però, credo anche che possa aiutare le persone che hanno un cattivo rapporto con il cibo a conoscere meglio alcuni aspetti e imparare a cucinare alcune ricette gustose, ma forse questo pensiero è frutto del mio ottimismo cronico.»

Alcuni consigli per altre Cesarine veronesi.

«Non ne ho ancora conosciute e ammetto che una bella cenetta con loro la farei, se non altro per uno scambio di ricette della nonna! Però noi veronesi siamo un po’ riservati e molto radicati. Ho degli amici ai quali se chiedo un consiglio su una vecchia ricetta, è una vera fatica farmi dire come la faceva la loro nonna! Forse sarà la mia metà meridionale, ma io, invece, sono generosa nel divulgare e condividere.»

La ricetta veronese che ami fare e proporre?

«Sicuramente il ragù di tastasal e il risotto all’Amarone.»

Ci si può proporre come Cesarine, ma anche usufruire delle Cesarinecome commensali. Buon appetito su https://cesarine.com/it .