L’associazione Veronesi nel Mondo fu fondata nel 1972 per fornire assistenza morale e materiale ai veronesi migrati e a quelli che intendevano rimpatriare, di promuovere attività di studio sui problemi dell’emigrazione e di svolgere un’azione di collocamento fra gli emigrati e la terra d’origine favorendo i contatti con visite, viaggi e incontri.

Attraverso l’Associazione sono stati, e vengono tuttora costruiti, circoli di volontari nelle varie località estere dove sono presenti comunità veronesi.

Da qualche tempo abbiamo avviato come giornale una collaborazione con questa realtà raccontando alcune storie che trovate nella sezione Oltre le Mura.

Abbiamo fatto qualche domanda al presidente pro tempore, Enzo Badalotti per capire meglio cosa fa l’associazione e come vive questo periodo complicato per tutti.

Una vista mozzafiato della città.

Di che numeri parliamo e quali obiettivi avete come associazione?

«A seguito della crescente espansione della mobilità internazionale di professionisti , che espatriano temporaneamente per lavoro e di giovani che vanno all’estero per studio o per cercare occupazione, si stima, – in base agli ultimi dati degli iscritti  dell’AIRE – che circa 15 mila Veronesi vivano all’estero.

L’associazione annovera moltissimi circoli satelliti nel mondo alcuni molto attivi altri un po’ meno, ma non per questo meno importanti. Naturalmente i circoli più numerosi sono quelli dell’America latina, Stati Uniti, Canada, Oceania, ed Europa.

Per cui, alla luce all’evoluzione del fenomeno migrazione, oltre a mantenere i rapporti tra gli emigrati e la città di origine, l’Associazione assieme ai circoli all’estero cerca di “portare Verona” nelle città dei circoli.

Infatti i veronesi all’estero orgogliosi della propria città natale, organizzano eventi per far conoscere la bella Verona agli amici stranieri attraverso la condivisione delle tradizioni, delle eccellenze enogastronomiche, culturali e artistiche.»

Come mantenete i contatti con gli associati?

«Tramite il nostro sito internet teniamo il collegamento trai veronesi emigrati e le loro famiglie favorendo, tra loro, sempre più frequenti contatti nei modi più opportuni, anche con l’ausilio della pubblicazione di periodici, sussidi audiovisivi, strumenti e programmi informatici ed ogni altro mezzo, ogni azione atta a favorire la ricerca, la conservazione, la tutela, la divulgazione della memoria storica dell’emigrazione veronese, in Italia e nel mondo, curando la creazione ed il rafforzamento di rapporti affettivi, culturali e sociali tra le due componenti della comunità Veronese, quella degli emigrati e loro discendenti e quella dei residenti.

L’associazione sostiene anche i propri circoli, nei casi di particolari disagi che rendono difficile il collegamento tra i veronesi all’estero e la propria città. In questo momento sosteniamo la petizione iniziata dal Circolo di Bruxelles tramite la sua Presidente Alessandra Zocca ,che chiede di ripristinare i voli diretti da Zeventem all’Aeroporto di Verona.»

Le scritte, ora coperte, della casa di Giulietta il monumento piu’ amato dai turisti.

Come state vivendo questo particolare periodo condiviso in tutto il mondo?

«La situazione di emergenza che stiamo vivendo è senza precedenti. Noi tutti siamo chiamati a combattere una guerra contro un nemico invisibile e forte che non conosce confini e che colpisce senza distinzione, pertanto in questo momento anche se molto limitatamente, siamo sempre in contatto con i nostri circoli tramite il nostro sito internet e la nostra nuova Bacheca di Facebook coadiuvato dal prezioso aiuto di Alessandro Bassi.

La nostra storia non ci ha mai risparmiato difficoltà e ostacoli, ma noi li abbiamo sempre superati, con forza e abnegazione pertanto finita questa emergenza rincominceremo la nostra attività con nuova determinazione, creando nuovi eventi e nuove attività in collaborazione con i nostri circoli.»

Lei come si è ritrovato in Veronesi nel mondo?

«Personalmente, mi sono avvicinato con molto entusiasmo ai Veronesi nel Mondo da circa 6 anni, per  apprezzare la possibilità di lavorare con persone di culture diverse e per dare un piccolo contributo ai veronesi sparsi in tutto il mondo.»