Vito Comencini, l’avanguardista. Comencini, il leghista che spoilera il finale. Comencini, l’ex ruspante giovane padano che mette il dito nella piaga delle divisioni sempre più profonde nell’amministrazione Sboarina.

Vito Comencini

Ad aprile Comencini prese le distanze dal sindaco su Ikea («Il rifiuto di Ikea lascia preoccupati e dispiaciuti, non possiamo fingere che non sia accaduto nulla.»), sabato scorso il deputato e consigliere comunale ha aperto una crepa anche sul nuovo stadio, dossier tanto caro al sindaco: «Prima di pensarci servono squadra e società forti» ha detto in diretta su “Telenuovo”. Visto lo stato in cui versa l’Hellas Verona oggi, se non è la pietra tombale sul progetto poco ci manca.

Quel che è certo è che, se a seguito dell’abbandono di Ikea l’amministrazione si era spaccata, e Sboarina era rimasto solo con i suoi due assessori Polato e la Segala (i tre nella focosa conferenza stampa del giorno dopo sembravano gli ultimi giapponesi a difesa del fortino), il nuovo stadio certifica i problemi sempre più crescenti all’interno della maggioranza.

Ilaria Segala

La Lega, dopo il patto siglato con Verona Domani e i buoni uffici con Fratelli d’Italia (che di recente ha preso alla lista del sindaco Battiti due consiglieri), è diventata l’azionista principale di Palazzo Barbieri. Oltre alla battaglia sulle multiutility (vedi accordo Agsm con A2A), l’altro obiettivo del Carroccio è mettere le mani sull’assessorato della Segala, l’urbanistica. Ma ciò vorrebbe dire di fatto commissariare Sboarina, che infatti non può cedere. La battaglia politica si gioca lì.