Intervista a Tosi: la replica di Bertacco (punto su punto)
Dopo la pubblicazione dell'intervista a Flavio Tosi sul nostro giornale, arriva in serata la replica, punto per punto, da parte del Senatore Stefano Bertacco.
Dopo la pubblicazione dell'intervista a Flavio Tosi sul nostro giornale, arriva in serata la replica, punto per punto, da parte del Senatore Stefano Bertacco.
Dopo la pubblicazione dell’intervista (che aveva toccato vari temi legati all’attuale amministrazione) a Flavio Tosi sul nostro giornale (https://ilnazionale.net/attualita-e-politica/tosi-fra-tre-anni-mi-ricandido-sindaco-di-verona/), arriva in serata la replica, punto per punto, da parte del Senatore Stefano Bertacco, Assessore al Sociale del Comune di Verona.
Ve la pubblichiamo, qui di seguito, integralmente.
Vicenda Agsm: «Una vicenda semplice di mancanza di fiducia all’interno del management aziendale. Situazione completamente diversa da quella che si era creata in Agec, tanto è vero che l’allora presidente Croce aveva vinto la causa contro il sindaco che l’aveva revocato ed è stato reintegrato. Quindi direi che le incapacità di pubblico amministratore sono quelle dell’allora sindaco che lo ha licenziato, sbagliando. Nel caso di Agsm, come ha detto il sindaco qualche giorno fa, il problema è stato il clima di sfiducia che si è creato tra il presidente e il Cda. Una situazione insostenibile, specialmente in un’azienda che fattura 800 milioni di euro e che sta attraversando una fase importante. Parliamo di aggregazioni e di una serie di questioni per le quali ci vuole un clima di totale serenità e fiducia, per il bene dell’azienda, che è la multi utility più importante di Verona. C’è chi ha cercato di strumentalizzare quanto successo o di lanciare le più varie congetture. Nessuna corrisponde la vero. La verità sta nei documenti. Ci sono anche indagini in corso, dopo diversi esposti di un privato. Il Cda ha fatto solo il proprio dovere, chiedendo spiegazioni alle quali il presidente ha risposto con versioni non suffragate dai documenti.»
World Congress of Families: «Verona è la città in cui c’è posto per il confronto di posizioni, purché espresse civilmente. Negli stessi giorni del WCF, in altre sale comunali si tengono degli incontri organizzati dal Circolo Pink (che se non erro mai avevano avuto la disponibilità di spazi pubblici) sugli stessi temi. Perché qualcuno può parlare della propria visione e altri no? Perché chi vuole difendere la famiglia deve essere attaccato in maniera tanto brutale e con tale quantità di fake news, come è avvenuto attorno al congresso di Verona? Già nei giorni scorsi è stato dimostrato che molte delle strumentalizzazioni inventate attorno a sedicenti partecipanti si sono rivelate bugie. Il WCF parlerà di ciò che dice la nostra Costituzione, che alla base della nostra società c’è la famiglia che è soggetto che va “agevolato e protetto”. Sono principi espressi chiaramente dagli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione e il convegno di Verona non è contro nessuno, è pro famiglia. Gli organizzatori ci hanno chiesto di farlo a Verona perché la famiglia è al centro dell’interesse di questa Amministrazione, al punto che il sindaco ha mantenuto per sé la delega. Verona ospiterà il Congresso perché sarà un momento in cui ci sarà l’opportunità di discutere di famiglia in ogni sua forma: dal punto di vista giuridico, dei diritti, dei problemi e delle criticità, ma anche nelle sue esperienze più belle. Sarà un momento di confronto e anche l’occasione per avanzare proposte concrete e azioni a sostegno della famiglia. Questo è ciò che ci aspettiamo dal Congresso e che separerei dalle polemiche in cui davvero è stato passato il segno. Ho letto di provocazioni gratuite, costruite ad arte con attacchi assolutamente strumentali in cui si è approfittato per dileggiare e denigrare un’intera città. Nella nostra città si deve essere liberi di parlare di famiglia, di bambini, di vita senza che questi temi diventino motivi di scontro e di aggressioni verbali. Senza che si venga etichettati come omofobi, intolleranti o medievali, perché essere a favore della famiglia, non significa discriminare o essere “anti” qualcuno”.»
Patrocinio attività dell’ultradestra: «Strano che il consigliere Tosi, condannato nel 2008, con la sorella Barbara, dalla Corte d’appello di Venezia per la violazione della legge Mancino, in quanto responsabile nel 2001 di istigazione all’odio razziale, si definisca oggi difensore dell’immagine della città. E, ancora, ricordo la sua proposta di nominare Andrea Miglioranzi, ex Veneto Front Skinhead, a capo dell’Istituto storico della Resistenza di Verona, oppure quando nel 2007 partecipò al corteo organizzato da Fiamma Tricolore per protestare contro il ferimento di un giovane simpatizzante di estrema destra. Se è vera la sua preoccupazione di oggi, vuol dire che allora queste cose le ha fatte per comodo o per fini elettorali. Al solito, una bugia l’ha detta adesso oppure era tutto finto allora. Per non parlare della morte a maggio 2008, a seguito di una aggressione a Porta Leoni, del giovane veronese Nicola Tommasoli. Un aggressione che venne associata, dall’allora procuratore Guido Papalia, a una nuova area di estrema destra, formata da “soggetti non omogenei, ma uniti dall’odio per il diverso” e che “non sono militanti effettivi di gruppi neonazisti organizzati, anche se praticano le stesse ideologie e hanno gli stessi simboli”.»
L’autonomia in Veneto: «Ricordo al consigliere Tosi che la campagna elettorale per l’Autonomia del Veneto è una delle tante medaglie di latta di cui può fregiarsi. Ha dichiarato che avrebbe votato sì ma continuando a dire le grandi bugie di oggi, con la faccia di chi nega la realtà. Infatti, il processo avviato con successo dal Governatore Zaia, non solo ha avuto il consenso di tutti i veneti, ma sta anche andando avanti spedito tanto è vero che le Intese delle tre Regioni che hanno chiesto l’Autonomia sono pronte per andare in Consiglio dei ministri e avviare così l’iter parlamentare. Direi che lo scenario è ben diverso dall’inconcludenza che Tosi profetizzava. Del resto, basta vedere come ci ha azzeccato nelle precedenti consultazioni elettorali. Ecco l’elenco delle sue quattro medaglie di latta. Prima sconfitta nel 2015 alle Regionali nella sfida diretta con Zaia, finita con un 4° posto dietro anche a PD e 5 Stelle, totalizzando 1/5 dei voti del Governatore. Poi, nel 2016, c’è stato il referendum costituzionale: Tosi con il suo movimento “Fare” si allinea al PD di Renzi facendo campagna per il Sì, nella speranza, in caso di vittoria, di ottenere il famoso 3° mandato a Sindaco. Terza sconfitta alle Amministrative di giugno 2017, nonostante al ballottaggio per la sua candidata Bisinella abbia un’altra volta cercato e ottenuto l’appoggio del PD ad esclusivo scopo di spartirsi un po’ di poltrone, visto che lo stesso Pd fino all’ultimo giorno della sua amministrazione aveva fatto strenua opposizione. Infine, marzo 2018 quando nelle Politiche, con l’ennesimo trasformismo politico, si è candidato con la famosa Quarta Gamba “Noi con l’Italia”, non ha ottenuto il seggio in parlamento con i centristi moderati, ma ha rimediato la sua più cocente debacle con un misero 3% e il crollo delle preferenze.»
Che cosa ha fatto la Giunta Sboarina: «In venti mesi abbiamo fatto più di quanto sia stato fatto nei dieci anni precedenti. Di sicuro, mettendo mano a tutte le incompiute e le grandi opere che i cittadini chiedono da tempo. Come promesso in campagna elettorale, appena insediati abbiamo evitato che l’Arsenale diventasse un centro commerciale concesso ai privati ma che rimanesse patrimonio pubblico, come chiesto da tutti. Con la decisione del Consiglio comunale del 28 settembre 2018, è stato revocato il project voluto dalla giunta Tosi per un bene dei cittadini che lo sentono come proprio, e così possono viverlo a tutte le età, dalla mattina alla sera. Adesso si vedranno i primi cantieri, per rifare tutte le coperture delle palazzine, già avviata pure la bonifica e il rischio sismico, propedeutici anche alla realizzazione del parco urbano che sorgerà. Entro l’anno si concluderà la progettazione, i lavori procederanno in più lotti e accelerare il recupero. Seconda grande mossa è stata quella di salvare Fondazione Arena dal fallimento. Abbiamo trovato un ente commissariato con 28 milioni di debito, reduce da una liquidazione coatta deliberata dal Consiglio di indirizzo presieduta dall’ex sindaco Tosi. Non solo, ha licenziato tutti i dipendenti del corpo di ballo, costretto i lavoratori a stare per due mesi l’anno senza stipendio distruggendo il gioiello di Verona. Ma se non bastasse tutto quello che ha fatto sulla pelle dei lavoratori, il paladino della finanza creativa è anche ricorso a manovre azzardate per le già disastrate casse della Fondazione. C’è stato l’accertamento della Guardia di Finanza, che ha contestato l’evasione di Iva per 2,7 milioni, da pagare in 16 rate e sempre in tema di spese allegre ci sono i 470 mila euro annui che dal 2012 sono stati pagati per l’affitto del fallimentare Museo Amo, oltre ad altre centinaia di migliaia di euro l’anno per le utenze. Su queste basi è partito il rilancio di Fondazione, grazie alla tenacia del sindaco e alla volontà dell’amministrazione di fare squadra con la città, che ha subito risposto all’appello, con l’ingresso di Confindustria nel Consiglio di indirizzo, della Camera di Commercio e di Cattolica Assicurazioni, pochi giorni fa anche gli albergatori veronesi hanno dimostrato la loro vicinanza a Fondazione Arena con un contributo volontario. Una testimonianza che le categorie economiche non solo credono nel rilancio della Fondazione, ma hanno visto dentro al nostro progetto di rilancio, che si basa su una visione manageriale dell’ente. L’altro grande intervento è il maxi restauro dell’Arena. Non sono mai stati spesi così tanti soldi, tutti insieme, per la valorizzazione del nostro monumento simbolo, era da almeno 30 anni che non si metteva mano al restauro dell’anfiteatro. Ora, 14 milioni di euro saranno investiti per realizzare opere fondamentali che non potevano più attendere. Nel giro di quattro anni avremo un anfiteatro messo a nuovo, più bello nei gradoni e negli arcovoli, ma anche più sicuro, con un nuovo sistema tecnologico antincendio e con la possibilità di aprire alle visite i sotterranei dell’Arena. E la Casa di Giulietta? Sono anni che si parla di come riordinare questo luogo cittadino, sia per valorizzarlo sia per garantire sicurezza. In 19 mesi, abbiamo fatto quello che non è stato fatto negli ultimi 10 anni, grazie al nuovo accordo con la società Mox, il Comune si troverà un nuovo importante spazio museale, completamente riqualificato e un introito superiore rispetto alle precedenti ipotesi. Anche su questo progetto abbiamo girato la clessidra, tra poco più di un anno la città avrà una Casa di Giulietta completamente nuova, un museo all’altezza delle aspettative. Per non parlare del Central Park entrato nella fase operativa dopo i primi incontri con Ferrovie dello Stato: stiamo lavorando al Protocollo d’intesa che, in 12 mesi, porterà all’adozione del masterplan relativo al grande parco. Il nuovo Central Park sarà frutto di un lavoro lungo e articolato, ma l’obiettivo di realizzarlo in tempi certi oggi è realtà. Per Porta Nuova, invece, abbiamo dato il via al primo restauro con sponsor tecnico su un monumento pubblico. Un’operazione che permette all’Amministrazione di ottenere il restauro completamente gratuito del monumento più visibile della città. E poi c’è il Piano Folin, per ridisegnare le nuove vocazioni del centro storico di Verona.»
Altre cose non fatte dall’Amministrazione Tosi: «Oltre alle cose appena elencate, per l’Amministrazione del “Fare” sono state piuttosto le cose non fatte. Le manutenzioni stradali erano state dimenticate, al punto che nel 2018 sono stati eseguiti lavori sulle strade per 3 milioni di euro, intervenendo non solo in centro e nelle principali via di accesso alla città ma anche in tutti i quartieri. Grazie a un piano straordinario messo a punto con Amia e Acque Veronesi, abbiamo finalmente messo la parola fine all’annoso problema degli allagamenti in città, intervenendo dapprima a Porta Borsari e poi nelle zone più a rischio. Anche l’aggregazione tra Agsm e Aim era solo di facciata. Abbiamo riscritto la lettera di intenti con Vicenza per avere quel trattamento paritario per Verona che prima mancava. Sul fronte urbanistico, invece, sono stati sbloccati molti progetti di recupero di aree dismesse, che attendevano da anni una soluzione: Ex Manifattura Tabacchi, Ex Tiberghien, Adige Docs. Finora non era partita nessuna valorizzazione dello straordinario patrimonio dei forti cittadini, con la riqualificazione di tutta la cinta muraria. Da qui la campagna per farli conoscere ai cittadini, aprendoli ai veronesi, ai turisti ma anche ai professionisti che vogliano presentare idee e proposte per la loro valorizzazione.»
Cosa avrebbe fatto se avesse vinto Tosi? «Le due grandi bufale dell’era Tosi, che i cittadini a giugno 2017 hanno deciso di pensionare, sono proprio traforo e filobus. Due progetti su cui, senza vergogna, oggi insiste a tornare ben sapendo che erano morti. Per tre anni ha continuato a dire che il traforo sarebbe partito, ben sapendo che quel progetto non stava in piedi. Lo ha detto in via definitiva il Consiglio di Stato a gennaio, era troppo costoso e le ditte non sarebbero mai state in grado di realizzarlo. Più di una sentenza definitiva, cosa deve esserci per il consigliere Tosi per fargli capire che quello era un vicolo cieco? Per fortuna che i veronesi invece alle frottole non credono. Così come il filobus per il quale ha fatto ben tre avvio dei cantieri senza aver mai fatto nemmeno gli espropri dei terreni. Senza contare che il nostro primo anno di amministrazione, lo abbiamo dovuto passare a rimettere a posto le carte visto che al Ministero non era stata depositata nemmeno una carta a posto.»
Centri commerciali: «Che il candidato Bisinella abbia perso le elezioni anche per l’indigestione di centri commerciali è evidente. Era l’unica a volerli, tranne i veronesi. Basti pensare all’Adigeo che, oltre a ingolfare ulteriormente Verona sud di traffico, causava anche rischi per i pedoni. Con un provvedimento urgente abbiamo dovuto eliminare le strisce pedonali in viale delle Nazioni perché dall’apertura del centro commerciale, sono stati registrati quattro casi di investimenti sulle strisce, di cui tre particolarmente gravi. Abbiamo installato transenne lunghe 200 metri sul marciapiede opposto ad Adigeo, per inibire il passaggio ai pedoni e al posizionamento di una recinzione di 360 metri lungo tutto viale delle Nazioni. Anche la Cercola a Verona est è stata eliminata con grande sollievo dei residenti e complessivamente abbiamo eliminato altre 5 grandi strutture di vendita per un totale di 55 mila metri quadrati e ridotto i volumi delle altre. Se non fossimo intervenuti, Verona sud sarebbe stato un continuum di centri commerciali. Vi lascio immaginare cosa sarebbe successo con il traffico.»
Cimitero verticale, ruota panoramica e altro: «Come mai il consigliere Tosi fra le sue perle di amministratore non ha citato la copertura dell’Arena? Una perdita di tempo di cui andare fieri come le altre del cimitero verticale o della ruota panoramica. Tutte baggianate che dava in pasto ai veronesi per far dimenticare che nel frattempo non aveva realizzato nemmeno uno dei cavalli di battaglia delle sue campagne elettorali: traforo e filobus. Mentre lui inchiodava il consiglio comunale in sedute inutili su progetti irrealizzabili, noi abbiamo appena fatto il gemellaggio con la città cinese di Hangzhou, Verona unica città d’Italia ammessa agli accordi durante la recente visita del presidente cinese Xi Jinping a Roma. Questi sì che sono lanci internazionali e ricadute positive per la città, non gli spot inconcludenti.»
Capitolo stadio: «Quando si parla di nuovo stadio, vorrei chiarire, non si parla semplicemente di un nuovo impianto sportivo, ma della riqualificazione di un intero quartiere. Ci sarà un nuovo stadio più piccolo dell’attuale, che ha anche bisogno di manutenzione, e un parco per il quartiere. L’idea dell’Amministrazione è chiara e pubblicata nella manifestazione di interesse: impianto all’avanguardia da 25-30 mila posti, senza barriere architettoniche, sostenibile sotto ogni punto di vista e senza consumo di nuovo territorio urbano. In più, nelle nostre linee guida parliamo esplicitamente di un parco da realizzare e di una struttura che riqualifichi l’intero quartiere. Essendo un impianto sportivo moderno, al suo interno ci sarà un museo dello sport, un ristorante, e, probabilmente, un hotel vista campo. Speculazioni urbanistiche non appartengono a questa Amministrazione. Tutto il resto sono chiacchiere, compresa l’idea che il nuovo stadio abbia centri commerciali. I costi di realizzazione del nuovo stadio saranno a carico del proponente, mentre la proprietà rimarrà del Comune che lo concederà in uso. I vantaggi per la città e per gli sportivi sono evidenti, chi dice iol contrario è perché rosica.»
Payanini center: «L’Amministrazione comunale non ha fatto altro che ottemperare alle disposizioni Arpav, ente regionale preposto per la tutela dell’inquinamento luminoso. Il Comune oltre ad eseguire le indicazione Arpav ha fatto ben di più, ha riunito la proprietà e Arpav per cercare la soluzione. Sono tutt’ora in corso approfondimenti per capire se, alla base di quanto accaduto, ci siano degli errori di natura tecnica. E il problema è in risoluzione.»
La “questione Giacino”: «Anche in questo caso, ricordando l’amico Giacino, il consigliere Tosi tende a sminuire e modificare la realtà dei fatti accaduti. Intanto, è strano che un amministratore pubblico continui a chiamare “amico” una persona che rubato mentre era suo assessore. Uno si sceglie gli amici che vuole, ma almeno si astenga da atteggiarsi a super-amministratore. La corruzione è un reato da cui chi amministra i soldi pubblici deve stare bene alla larga. Gli ricordo che la sentenza della Cassazione fu il 6 giugno 2017, a cinque giorni dal voto del primo turno, confermando la condanna di Giacino e chiedendo un aggravio di condanna in quanto la precedente ritenuta troppo lieve. Tutto ciò è arrivato in una campagna elettorale dove il tema della trasparenza era dominante. Dubito che non ci fosse attenzione da parte dei cittadini veronesi. Quanto alla lettura riguardo l’orientamento di voto al ballottaggio delle varie forze politiche in campo, vorrei ricordare ancora una volta che l’accordo con la sinistra lo fece lui, cercando di racimolare anche i voti del PD, nonché quelli dell’estrema destra, palesemente schierata con lui, con l’allora alleato Andrea Miglioranzi leader di “Progetto Nazionale” e con il consenso raccolto in corsa dell’avv. Bussinello, candidato di “Casa Pound”. Il riferimento all’estrema sinistra non è altrettanto corretto in quanto il candidato Michele Bertucco chiese ai suoi elettori di astenersi al ballottaggio. La per così dire “poco corretta” e “smemorata” ricostruzione della campagna elettorale tra primo turno e ballottaggio, più che averla pagata lui come coalizione, è evidente che siano stati invece i cittadini veronesi a presentargli il conto.»