Un’Arena di Verona gremita, attraversata da sorrisi, abbracci e cori che univano genitori e figli. È stata una serata speciale quella del concerto di Jovanotti, capace ancora una volta di trasformare un live in un viaggio collettivo tra emozioni, musica e ricordi.

Difficile trovare un altro artista così trasversale. Tra il pubblico, almeno tre generazioni: gli adulti cresciuti con i suoi primi successi, gli adolescenti di oggi, e persino i bambini, trascinati da un’energia contagiosa.

I fan storici si sono scatenati fin dalle prime note di brani come Penso positivo, L’ombelico del mondo, Serenata rap e Raggio di sole. In quei momenti, era impossibile restare seduti. Ma anche i più giovani hanno avuto il loro spazio: quando partivano i pezzi più recenti, si vedevano gli occhi brillare e i telefoni sollevarsi per catturare l’attimo. Generazioni diverse, ma unite dallo stesso entusiasmo.

Poi ci sono le canzoni che mettono d’accordo tutti. A te, Le tasche piene di sassi, Il sole a mezzogiorno: ballate che parlano al cuore, capaci di creare un silenzio pieno di ascolto e condivisione.

Jovanotti, instancabile, ha dato tutto. Ha cantato, ballato, scherzato con il pubblico. E, tra una canzone e l’altra, ha parlato di amore, di libertà, di vita: temi che attraversano la sua musica da sempre, e che sul palco diventano racconto.

Il momento più toccante è arrivato alla fine, durante Ragazzo fortunato. Jovanotti si è seduto sul bordo del palco e ha invitato una bambina, Stella, a sedersi accanto a lui. Insieme hanno concluso il brano, regalando una scena semplice ma indimenticabile. E per molti bambini in platea, Stella è diventata subito una piccola star.

A rendere tutto ancora più significativo, il ricordo del debutto proprio in Arena, al Festivalbar del 1988. Un cerchio che si chiude, e un nuovo capitolo che si apre, nel luogo simbolo della musica live in Italia.

Il concerto è stato molto più di uno spettacolo: è stato un rito collettivo. Una celebrazione della musica come linguaggio universale, capace di parlare a tutti, senza età.

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