Fino a pochi anni fa, la Russia era un partner commerciale strategico per l’Europa. Forniva materie prime, mentre l’Europa rispondeva con manufatti e tecnologia. Questa cooperazione, però, non rispondeva agli interessi geopolitici americani. Attraverso il conflitto in Ucraina, gli Stati Uniti hanno spezzato questo legame. Il risultato è stata una guerra devastante nel cuore dell’Europa, una crisi economica, l’impoverimento dei Paesi dell’Unione Europea e un riavvicinamento tra Russia e Cina.

L’abbraccio fra Russia Cina ed India

La guerra in Ucraina sta ridisegnando anche il ruolo dell’India. New Delhi ha aumentato gli acquisti di gas e petrolio russi, fondamentali per la sua crescita economica. Questo, però, l’ha esposta a ritorsioni commerciali dagli Stati Uniti, con dazi e sanzioni. Così, anche l’India, con la sua tradizione democratica e una crescita economica travolgente, sembra avvicinarsi alla Cina, nonostante le dispute storiche con Pechino riguardanti i territori contesi sull’Himalaya.

Il recente vertice della SCO (Shanghai Cooperation Organization) a Tianjin ha mostrato al mondo intero il clima di rinnovata amicizia e collaborazione fra Cina, India e Russia. I leader di questi tre Paesi, Xi Jinping, Narendra Modi e Vladimir Putin si sono scambiati calorosi sorrisi e abbracci. Le immagini di Modi e Putin, mano nella mano, che si avviavano insieme verso il summit, hanno simboleggiato questa intesa.

Verso un nuovo ordine mondiale

Fondata nel 2001, la SCO riunisce Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan, a cui si sono recentemente aggiunti India, Pakistan, Iran e Bielorussia. I suoi membri rappresentano circa il 40% della popolazione mondiale, coprendo gran parte dell’Eurasia. L’organizzazione promuove la cooperazione economica, culturale e sulla sicurezza, ma punta in realtà a creare un nuovo ordine internazionale, alternativo a quello dominato dagli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale.

A Tianjin sono stati firmati 24 accordi su sicurezza, economia, energia, tecnologie, sviluppo sostenibile e cooperazione regionale. I più significativi sono il raddoppio del gasdotto Russia-Cina e la creazione di una Banca per lo sviluppo.

La controproducente politica statunitense

Incredibilmente, la politica americana ha favorito sia il riavvicinamento tra Russia e Cina, storicamente diffidenti l’una dell’altra, sia quello tra India e Cina, nonostante le loro rivalità. Se “divide et impera” era la strategia di Roma basata sull’alimentare divisioni e discordie per meglio governare e soggiogare i popoli, gli Stati Uniti sembrano invece ottenere l’effetto opposto a livello internazionale. Molti paesi emergenti appaiono insoddisfatti del prepotente dominio statunitense e vedono nella Cina l’opportunità di nuove collaborazioni economiche più vantaggiose.

Oltre alla SCO, che si riferisce geograficamente solo a Paesi euroasiatici, va ricordata anche l’organizzazione dei BRICS, alla quale, oltre a importanti Paesi asiatici, partecipano il Brasile, il Sudafrica, l’Arabia Saudita, l’Egitto, l’Etiopia e gli Emirati Arabi Uniti. Insieme, queste due organizzazioni, se supereranno le divisioni interne, rappresentano una sfida al dominio economico, finanziario e militare statunitense.

E l’Europa? Rimane assente. Eppure, i Paesi europei, e l’Italia in particolare, con la sua tradizione di apertura globale, potrebbero cogliere opportunità da questa transizione, a patto di allentare con intelligenza i vincoli di una subordinazione acritica alla politica atlantica.

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