Verona si prepara ad accogliere la terza edizione di Medical Buskers, manifestazione diffusa che unisce arte, medicina e attivismo civile. Il 7 e 8 giugno, il centro storico della città diventerà un palcoscenico a cielo aperto dove si intrecciano musica, pensiero critico e impegno umanitario. Il titolo scelto per quest’anno, “Restiamo umani – Verona contro la guerra”, è più di un tema: è un appello collettivo, un gesto di resistenza culturale e morale in tempi attraversati da conflitti, disumanizzazione e assuefazione alla violenza.

A organizzare l’iniziativa è l’associazione Medici per Strada APS, fondata da un gruppo di sanitari veronesi che da anni presta assistenza ai più fragili. In questa edizione, oltre 400 musicisti, divisi in più di 90 band, animeranno le vie del centro tra le 10 e le 20.30. Dalla Bra a piazza Erbe, da via Mazzini a Porta Borsari, fino ai giardini di piazza Indipendenza: in dodici postazioni si alterneranno medici, infermieri, studenti del Conservatorio, scuole di musica, ma anche semplici appassionati. Cittadini prima che artisti, capaci di trasformare la musica in strumento di ascolto e relazione.

In parallelo, nel Cortile del Tribunale, si terranno incontri pubblici promossi da quattordici associazioni del territorio. Emergency, Medici Senza Frontiere, Amnesty International, Libera, One Bridge to Idomeni, Nigrizia e altre realtà porteranno il loro contributo su temi come la propaganda bellica, l’industria delle armi, i diritti umani violati e l’urgenza di una cultura della pace. Gli appuntamenti saranno moderati da Ernesto Kieffer (Heraldo) e Roberto Valussi (Nigrizia), a sottolineare l’importanza del pensiero critico anche in contesti apparentemente lontani dal dibattito pubblico.

«Aderire a una manifestazione che rivendica la pace e ripudia la guerra è oggi più che mai necessario», ha dichiarato Emilio Confetti, presidente di Medici per Strada. «Quanto sta accadendo ci riguarda sempre più da vicino. Restare umani significa continuare a porci domande, a non accettare l’indifferenza come normalità».

Il ricavato dell’evento, raccolto attraverso libere offerte, sarà interamente devoluto a Emergency e a Medici Senza Frontiere. Un gesto concreto che rilancia il senso originario dell’impegno medico: prendersi cura, ovunque e senza distinzioni, delle vite ferite da guerre e disuguaglianze.

In un’epoca segnata da narrazioni polarizzate, “Medical Buskers” è un antidoto contro l’assuefazione. Un momento in cui la musica diventa lingua comune e la città, per due giorni, si ricorda di essere una comunità che rifiuta la logica della forza. E sceglie, ancora una volta, di restare umana.

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