Un po’ Parigi, un po’ New Orleans, forse semplicemente un po’ Veronetta. Mercoledì 30 aprile da Piazza Santa Toscana a Piazza Isolo, passando da Via XX Settembre e Via San Vitale, tutto il quartiere ha vibrato sulle onde della Giornata Internazionale del Jazz. Grazie alla collaborazione tra l’amministrazione comunale, associazioni come D-Hub, Zoo e Buone Nuove, e il conservatorio Dall’Abaco, per una sera la chiusura per i lavori ha spalancato via XX Settembre a una marea di cittadini di ogni età attirati dalle note che hanno riempito ogni vicolo, ogni slargo, ogni bar.

Alla presentazione dell’evento il consigliere Pietro Trincanato aveva messo l’accento su come iniziative di questo tipo fossero la migliore risposta alle difficoltà evidenti che i lavori non più rimandabili hanno posto a cittadini ed esercenti, e certamente non si è sbagliato. Le vie gremite di gente rapita dalle mille sfumature del jazz, seduta nei dehors o a ballare in mezzo alla strada, ne sono prova. 

Impegnato a correre da un palco all’altro per coordinare i suoi studenti e per unirsi a loro con il suo trombone, il maestro Filippo Vignato si è fermato per qualche minuto per raccontarci come è nata questa serata di cultura aperta a tutti, e per sottolineare quanto sia importante dare ai giovani musicisti l’opportunità di suonare e mettersi in gioco, e per la città di rivitalizzare la cultura della musica dal vivo. 

Filippo Vignato Jazz
Filippo Vignato accompagna al trombone i suoi studenti

Vignato: dove si mette un palco non ci sono mai problemi

Il Maestro Filippo Vignato insegna composizione jazz e trombone jazz al conservatorio di Verona e in occasione della giornata internazionale del Jazz ha portato in strada un gruppo di suoi studenti che si sono esibiti sul palco diffuso di una Veronetta libera dalle auto a causa del – o in questo caso grazie al – cantiere di Via XX Settembre. 

«L’idea è nata l’anno scorso e nasce dalla voglia di portare anche a Verona la giornata internazionale del jazz, poi per esigenze di calendario non è andata in porto, ma l’abbiamo ripresa in mano quest’anno e grazie alla collaborazione tra il comune, il conservatorio e le associazioni siamo finalmente riusciti a riportare il jazz in strada, in particolare a Veronetta che è un luogo vivo e dinamico che è già frequentato dai nostri studenti.

Viola e Annapaola di Zoo (l’agenzia che ha curato il progetto ndr.) mi hanno detto che volevano trasformare Verona in una piccola New Orleans, ma io voglio fare una provocazione: qui siamo a Verona, non a New Orleans, e per quanto il linguaggio del jazz sia universale ogni luogo ha le sue specificità in termini di storia e condivisione popolare di questo genere, noi abbiamo voluto portare la musica nelle strade di Verona e attivare un circolo creativo che si alimenta da chi crea e chi fruisce di questa espressione. 

jazz veronetta santa toscana

Chi non conosce il genere spesso commette l’errore di considerare il jazz un genere elitario, da salotti, e invece con questa iniziativa riscopriamo il suo aspetto più popolare e  lo riportiamo in strada, dove è nato dall’ibridazione e l’incontro tra culture diverse e tradizioni musicali diverse. In questo senso riempire i quartieri con la musica, in particolare un quartiere come Veronetta che si presta perfettamente allo scopo, è un’occasione che non potevamo perdere e che speriamo possa allargarsi e diventare un appuntamento fisso nello stile della fête de la musique che si festeggia ogni anno il 21 giugno a Parigi e che coinvolge l’intera città. Suonare per strada con un palco diffuso, assieme alle altre iniziative artistiche già presenti nel quartiere grazie al lavoro delle associazioni, rappresenta un’occasione di “coagulare” la comunità creando nuove relazioni. Dove si mette un palco si risolvono molti problemi.

I ragazzi che portiamo in strada a suonare questa sera sono ragazzi che frequentano il dipartimento di jazz, uno dei più recenti del conservatorio e che abbraccia gli stili più disparati. Ci sono ragazzi giovanissimi appena usciti dal liceo musicale e musicisti che hanno già esperienza ma che vogliono approcciare il proprio strumento in un modo rigoroso e formalizzato. Questa serata è l’occasione giusta per ricordare che il conservatorio è sempre aperto e che facciamo moltissimi eventi aperti al pubblico, e allo stesso tempo è una grande opportunità per i nostri studenti di mettersi in gioco, salire su un palco e farsi sentire, magari sviluppando nuovi percorsi di musica dal vivo nei locali, facendo crescere sempre di più una sensibilità per la musica dal vivo che forse negli ultimi anni si è un po’ persa».

Assessora Rotta:”Puntiamo a un cartellone che duri un anno”.

Nella folla di Piazza Santa Toscana era presente anche l’assessora Alessia Rotta, che ha colto l’occasione per ringraziare i moltissimi cittadini scesi in strada e tutti gli esercenti e le associazioni che hanno collaborato alla riuscita di questo evento:

«Ci sono tante persone ed è bellissimo vedere tanti bambini ballare così, è il miglior modo di inaugurare a Verona la giornata internazionale del jazz. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato e ci hanno mostrato come un cantiere può essere un’opportunità e non solo un disagio. Evidentemente a Verona c’è fame di cultura e di eventi di questo tipo e in città abbiamo tutti gli elementi per fare rete e creare un cartellone che coinvolga tutta Verona per tutto l’anno».

E la “fame” di cultura e di bellezza si è davvero respirata in questa serata in Veronetta. Una serata in cui disagi, traffico, timori di degrado e insicurezza sono stati spazzati via e sostituiti da un’offerta di altissima qualità, una risposta di grande entusiasmo e un senso di comunità e di coesione che solo la musica sa creare. Non resta che augurarci che il successo si replichi e si allarghi a macchia d’olio in centro e nei quartieri: le energie ci sono, le qualità non mancano, la voglia è palpabile. 


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