Torna a Verona il menestrello. E lo fa con uno spettacolo che ripercorre tutta la sua carriera, le hit, i brani più amati dal pubblico. Non si risparmierà di certo, Angelo Branduardi, nel live che terrà a Verona, al Teatro Nuovo, mercoledì 3 aprile alle 21. Sono rimasti ancora pochi biglietti per uno show che si preannuncia coinvolgente, come d’altronde tutti quelli che Branduardi ha sempre proposto nella sua lunga carriera, durante la quale ha spesso toccato la nostra città.
Nel suo Hits Tour il riccioluto  cantautore, violinista, chitarrista e polistrumentista lombardo (è nato a Cuggiono, in provincia di Milano, nel 1950) sarà accompagnato da Fabio Valdemarin alle tastiere, Antonello D’Urso alle chitarre, Stefano Olivato al basso e Davide Ragazzoni alla batteria.

Branduardi già da tempo asseconda la sua versatilità in campo musicale, presentandosi al pubblico con concerti basati su diverse formazioni. Può così passare con grande facilità dall’esecuzione in duo del repertorio di  musica del passato, che fa parte della sua collana Futuro Antico, alla  classica formazione più energica folk-rock, con basso e batteria. E, se nel primo caso si assiste a un concerto all’insegna del “less is more” – il motto coniato dal designer tedesco Ludwig Mies van der Rohe, poi diventato un vero e proprio must in molteplici campi dell’arte, dalla musica all’architettura passando per la pittura e il cinema –, a una sorta di viaggio intimo alla “ricerca della magia dei suoni”, nel secondo caso l’artista ripercorre tutta la sua travolgente e lunga carriera, costellata da incommensurabili successi.

Angelo Branduardi riporta, quindi, sul palco quel suo mondo musicale e creativo che, attingendo dalle leggende popolari e ai suoni del passato (in particolare da quell’epoca medievale di cui è profondo amante e studioso), lo hanno reso unico sulla scena italiana e internazionale. Il “violinista che per combinazione ha scritto anche parole e musica”, come ama definirsi lui stesso (ma verrebbe da rispondergli: “E che parole! E che musica!”), torna dunque in riva all’Adige mettendo in scaletta i brani più amati del suo repertorio: da Si può fare a Confessioni di un malandrino, da La pulce d’acqua all’immortale Alla Fiera dell’Est.  Tutti grandi successi che hanno arricchito, fin dalla nostra infanzia (ricordate Cogli la prima mela?) gli ultimi quarant’anni di musica italiana.