Amministrare una città importante è complesso, faticoso e difficile. Ancor più lo è quando – come in questo periodo – innumerevoli vincoli finanziari e normativi impediscono di avviare tutti i progetti di investimento che sarebbero utili e di disporre di tutte le risorse umane e le professionalità che occorrerebbero. La situazione, infine, è ancora più complessa per chi, provenendo da un genere diverso di attività, si trova da un giorno all’altro a ricoprire importanti responsabilità amministrative.

In questa situazione, un primo modello di lavoro – aperto, efficiente ed europeo – è quello adottato per esempio dal Comune di Milano, guidato (esattamente come Verona) da un Sindaco che, prima di essere eletto, non aveva esperienze di amministrazione della cosa pubblica. Negli ultimi anni, la Giunta del Capoluogo lombardo ha nominato una serie di comitati di esperti provenienti dalla società civile, che collaborano attivamente ed in modo del tutto gratuito con l’Amministrazione. A titolo di esempio, possiamo ricordare:

  • Il Comitato di esperti che – senza in alcun modo sostituirsi alla decisione finale del Sindaco – aiuta l’Amministrazione a vagliare le candidature per le nomine negli Enti e nelle Società partecipate;
  • Il Comitato scientifico sul Piano Aria e Clima (ultimo nato, poche settimane fa), che aiuta l’Amministrazione a realizzare le iniziative ambientali più innovative;
  • Il Panel di storici “Milano è memoria”, che aiuta l’Amministrazione a rafforzare le iniziative legate alla memoria cittadina;
  • Il  Comitato consultivo di esperti sui temi della trasparenza, legalità ed efficienza amministrativa;
  • Il Comitato consultivo di esperti per le iniziative contro la criminalità.

È sufficiente scorrere gli elenchi dei componenti dei vari gruppi di lavoro per avere chiara consapevolezza delle importanti professionalità esterne che hanno accettato di lavorare gratuitamente per la città, per aiutarla a sviluppare idee nuove e anche – più banalmente – a non commettere errori in aree di attività tecnicamente complesse. Grazie anche a queste forme di coinvolgimento della società civile, Milano è all’avanguardia in Italia e in Europa in molti settori.

Naturalmente, la collaborazione degli esperti non si pone in antitesi con l’ascolto dei cittadini, da effettuare non solo nelle circoscrizioni, ma anche in confronti pubblici ed aperti sulle varie questioni di attualità: si tratta di due diversi tipi di necessaria “apertura” dell’Amministrazione, che hanno obiettivi diversi e vanno perseguiti entrambi.

Un secondo possibile modello di lavoro consiste invece nel non fidarsi di nessuno all’esterno della ristretta cerchia di collaboratori ed amici considerati “fedeli” da parte dei vertici dell’Amministrazione. È  tuttavia evidente che questo atteggiamento presenta due gravi controindicazioni: si rinuncia “a priori” ad utilizzare competenze presenti nella società civile e non ci si apre a idee nuove, che solo una varietà di apporti può garantire.

Da decenni, ormai, pur nel succedersi di maggioranze diverse, Verona viene amministrata in questo modo. Ad un lavoro amministrativo moderno, europeo ed aperto alla società civile, si è quasi sempre preferito ascoltare pochi amici considerati a priori “fedeli” e si decide da soli. 

Da parte dell’Amministrazione eletta nel giugno 2022 potrebbe essere utile aprirsi il più possibile alla società civile, che va coinvolta e ascoltata nelle sue idee nuove, presentate in modo competente e rispettoso. Nell’interesse della città.

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