In settimana si sta giocando la quinta giornata del campionato di SuperLega, mentre Rana Verona riposa, avendo già anticipato il turno per indisponibilità del Pala Agsm Aim. L’occasione è buona, dunque, per fare un primo bilancio della squadra gialloblù, rinnovata nel la partnership (Rana sostituisce WithU) e nella rosa.

La situazione di classifica

Dopo cinque gare, Rana Verona ha conquistato sette punti, buoni per un centro classifica interlocutorio e quanto mai provvisorio. In modo del tutto singolare, la squadra di Radostin Stoytchev ha saputo vincere fuori casa (sei punti guadagnati sui sei disponibili) e ha sempre perso davanti al proprio pubblico (un solo punto sui nove disponibili). La controtendenza rispetto all’anno scorso, in cui Verona ha saputo esaltarsi al Pala Agsm Aim, è evidente. Dopo sole cinque giornate, però, appare inopportuno ritenere questo aspetto come rilevante. Il calendario casalingo non ha aiutato in termini di accoppiamenti e pertanto è del tutto probabile che non manchi molto tempo per festeggiare la prima vittoria in campo amico. Certo è che, nel confronto con la stagione passata, le sconfitte contro Itas Trentino e contro la sorprendente Mint Vero Volley Monza, mettano in risalto come in riva all’Adige si viva ancora una fase di work in progress.

Il sestetto ancora non si è visto

Il work in progress ha una prima e determinante causa: gli infortuni. Noumory Keita è ancora al palo, reduce da un intervento alla spalla che ne ha impedito l’utilizzo fin qui. Lo staff appare prudente, non si forzeranno i tempi di recupero, a maggior ragione in questa fase del campionato. La speranza è di rivedere il maliano al top dall’anno nuovo, in campo forse prima.

A questa “lungodegenza” già prevista in fase di avvio di stagione, si sono aggiunti i malanni di Rok Mozic, reduce da una faticosa estate in nazionale e condita da problemi ad una gamba. L’atleta sloveno è poi incorso in un infortunio alla caviglia che ne ha limitato l’utilizzo in queste prime giornate. Nulla di particolarmente grave, ma che, abbinato all’assenza di Keita, ha privato Verona di due dei tre attaccanti principali.

Una situazione a cui possono far fronte solo le squadre profonde e costruite con quasi due sestetti titolari. Altri budget, altri obiettivi. Resta il fatto che della Rana Verona progettata d’estate ancora non si è visto nulla se, in più, consideriamo le questioni burocratiche relative a Francesco Sani e Aidan Zingler.

Le note liete

In attesa che la squadra possa svelare il suo vero volto e mettere in campo il proprio potenziale, è possibile analizzare alcuni aspetti positivi emersi nelle prime uscite stagionali.

Primo tra tutti il nome nuovo Amin Esmaeilnezhad, opposto iraniano di 203 centimetri che ha approcciato alla SuperLega in modo positivo. Aspetto non scontato, visto che il giocatore non aveva mai vissuto esperienze al di fuori del proprio paese. Forse non avrà le potenzialità di un Maksim Sapozhkov, finito a Modena, ma in questo momento la sua capacità di mettere palla a terra e garantire un buon bottino di punti è davvero salvifica per Verona.

A livello collettivo, invece, i gialloblù sono ai vertici della SuperLega nel fondamentale del muro con 2,45 punti raccolti nel fondamentale per set giocato, dato inferiore solo ai 2,56 di Monza capoclassifica. L’aspetto, per certi versi ancor più positivo, è che tale rendimento non appaia causato da una o più overperformance dei singoli. Alexs Grozdanov è il migliore tra i veronesi con 0,65 a set, ma non risulta tra i primissimi muratori della categoria.

Alexs Grozdanov durante un allenamento. Credits VeronaVolley/Benvenuti

Le note dolenti

Rana Verona faticava in ricezione l’anno scorso con il 21% di ricezione perfetta. Quest’anno è migliorata con il 22,1% e nell’efficienza complessiva, ma risulta in ogni caso all’ultimo posto della SuperLega. In sostanza, nel campionato italiano si sta ricevendo qualcosa meglio, ma Verona è cresciuta meno degli altri. Al netto di una base dati scarsa, cinque partite sono poche, dalla ricezione gialloblù non arrivano bei segnali.

In tal senso non sembra aver aiutato l’arrivo di Donovan Dzavoronok, atleta che ha già subito più ace (nove) rispetto a tutta la stagione scorsa (sette) in cui, va detto, ha giocato davvero poco. Lo spostamento, ancora ipotetico, di Keita in posto due, anche e soprattutto per creare i giusti equilibri in ricezione rispetto alle criticità del passato, sarà comunque la ricetta giusta? oggi è ancora prematuro esprimersi, ma senza dubbio le performance dello schiacciatore ceco, anche lui non al meglio della condizione, fin qui non sono state eccelse.

La leadership

L’addio di Raphael De Oliveira, era prevedibile, ha lasciato un vuoto in termini di leadership. Il suo peso specifico in spogliatoio era evidente. La sua capacità di interpretare il ruolo di campione d’esempio per i più giovani ha contribuito, forse più di ogni altro elemento, a cambiare l’approccio e la mentalità della squadra gialloblù fin dall’arrivo del brasiliano a Verona. Mozic, viceversa, è un leader di campo, ma ben diverso dal suo ex compagno di squadra. Lo sloveno è più esuberante e agonista, ma anche più incline ad alti e bassi emotivi. Uno stile di leadership che non può sanare il vuoto lasciato da Raphael, specie se Rok non verrà assistito in pieno dalla salute.

Il tema della leadership è, dunque, una questione ancora aperta sulla quale è possibile che non avremo segnali chiari prima di metà stagione. Il rischio, però, è che Verona possa assestarsi su dinamiche completamente diverse dall’anno scorso e la cui efficacia in termini di performance verrà valutata nel tempo.

La questione palleggiatore

L’altro elemento che contribuisce a ritenere Verona un progetto in costruzione riguarda il ruolo del palleggiatore. Luca Spirito, regista titolare di Verona nelle ultime annate, nel secondo set contro Itas Trentino è stato sostituito da Nikola Jovovic e, in pratica, questa gerarchia è stata poi sempre rispettata a causa delle condizioni fisiche dell’italiano.

Il regista serbo, classe 1992, è stato anche campione europeo 2019 con la propria nazionale e ha la classica esperienza del giramondo, avendo giocato in Turchia, Germania, Francia, Russia, oltre ad un triennio a Milano. Insomma, non è uno facile da surclassare e per rendimento tecnico e per qualità agonistiche, specie se troverà quello spazio creatosi per gli acciacchi di Spirito.
La sensazione è che, nel lungo termine, potrebbe anche crearsi una sorta di alternanza tra Spirito e Jovovic. Peraltro, nella pallavolo maschile di vertice le staffette tra registi sono un evento rarissimo e ancor meno frequente se si guarda alle squadre vincenti.

Occorre recuperare la salute

Appare quindi evidente che ogni giudizio sulle prime gare disputate da Rana Verona non possa che essere rinviato. La classifica non è entusiasmante, ma perlomeno tiene aperto ogni scenario. Le gare che andavano vinte “per forza” hanno poi portato in dote sei punti, il massimo. Logico d’altra parte, che la catena di infortuni che ha reso indisponibili diversi elementi di spicco tra i gialloblù non abbia offerto chance a Verona di portarsi a casa, per ora, scalpi importanti contro gli avversari più quotati.

Rimandati

Rana Verona è quindi rimandata, ma non nel senso più scolastico del termine, quanto nel dover per forza rinviare ogni forma di analisi e giudizio. La squadra pensata e progettata d’estate ancora non si è mai vista. Speriamo che ciò accada a breve.

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