WithU Verona perde due gare consecutive di SuperLega e deve, in parte, ridimensionare le entusiastiche previsioni di inizio stagione. Se, in alcuni casi, Verona veniva infatti posta in scia alle migliori compagini del campionato, ora il campo ci ha restituito scenari più realistici. Il sestetto gialloblù ha molto potenziale, ma anche alcuni limiti dettati dalla giovane età e da aspetti tecnici non banali su cui coach “Rado” Stoitchev dovrà lavorare alacremente non solo in settimana, ma anche per tutto il corso della stagione.

Contro Taranto una sconfitta inaspettata

Se lo 0-3 subito in terra umbra contro Sir Safety Susa Perugia non aveva destato particolare clamore a causa dell’indubbio valore dell’avversaria di turno, per la sfida contro Prisma Taranto il discorso da farsi è ben diverso.
Il valore più realistico di una squadra lo si vede non tanto negli incontri contro formazioni più forti, ma contro avversari di pari o inferiore rango. Vincere le sfide contro questi ultimi, vedasi Taranto, è ben più importante che fare la sorpresa di tanto in tanto contro pronostico. La continuità nei risultati denota infatti maturità, un livello consolidato di prestazioni, non figlie della giornata di grazia o del caso.
In tal senso, Verona proprio contro Taranto ha bucato una prima prova di maturità. Dopo aver superato Piacenza e Trento recitando alla perfezione il ruolo di underdog nelle prime due uscite di SuperLega, Rok Mozic e compagni non hanno saputo esprimersi al meglio quando più avrebbero dovuto confermarsi.

Ci sta, testa a Milano

Appare però ingeneroso, dopo tanti elogi in precampionato e all’esordio, avviare subito dei processi per una gara storta, in cui si è comunque portato a casa un punto.
La squadra ha lottato, non è mai venuta meno, nonostante una serata negativa. Questo è un aspetto importante e che va rilevato. Inoltre, era indubbiamente azzardato ipotizzare che questo gruppo potesse tenere con costanza il livello magistrale delle prime due uscite, in primis quella contro Trento. WithU Verona è una squadra dall’indubbio potenziale che in ogni singola gara stagionale potrà offrire picchi di rendimento di assoluto spessore. Attendersi però una continuità su alti livelli appare forse prematuro e, se vogliamo, ingiusto.
Occorre lasciare maturare i vari Mozic (anche lui deve crescere, nonostante sia già uno tra i top player), Noumory Keita e Maksim Sapozhkov, giovani a cui è sacrosanto prospettare un futuro di carriera radioso, ma a cui oggi non può essere richiesta costanza assoluta.

La ricezione tallone d’achille

Il fondamentale della ricezione era tra gli indiziati già alla vigilia della stagione come possibile punto debole di un sestetto in cui non c’è un vero specialista e in cui nemmeno il libero Marco Gaggini può essere considerato un esperto del mestiere.
L’adattamento di Keita nel ruolo di schiacciatore non può essere giudicato nel breve periodo. Certo, è appariscente che i fondamentali di seconda linea del giovane maliano siano ancora del tutto rivedibili, ma il sistema con tre bombardieri è talmente accattivante che non può restare inesplorato. Servirà tempo e servirà soprattutto accettare i momenti più critici a cui questo sistema espone. In questo senso l’ingaggio di John Gordon Perrin e l’utilizzo di Giulio Magalini (positivo il suo ingresso contro Taranto) sono da intendersi come una buona polizza assicurativa, ma che non potrà risolvere tutto sempre.

Occorre migliorare il cambio palla

La fase di ricezione punto, come sempre accade, sintetizza al meglio il grado di maturità tecnica e sportiva di una squadra, al contrario della fase break, in cui l’agonismo, l’organizzazione tattica e l’esuberanza fisica possono sopperire alle lacune tecniche. Un parallelo per molti versi lo si può fare con le due giornate di una gara di decathlon: alla fine della prima arrivano un pò tutti, quella che evidenzia le differenze di valore in campo è la seconda, in cui emerge la maturità tecnica dei più forti.
Per WithU Verona, in questo momento, diventa fondamentale lavorare sulla crescita proprio nel cambio palla. Lo dice Stoitchev, lo rappresentano i numeri che inquadrano le difficoltà di Verona proprio nei momenti in cui viene persa fluidità ed efficienza in questa fase. Non solo occorre crescere nella pura ricezione, ma anche nella scelta dei colpi su alzata non ottimale, nella capacità di sviluppare al meglio anche azioni che nascono da una ricezione negativa. Il solo Vieira de Oliveira Raphael non può bastare a risolvere le situazioni più complesse alle quali ci porteranno sempre più spesso avversari ogni volta più preparati ad affrontare il sestetto di Verona.

Testa bassa e mentalità

Gli aspetti positivi rimangono molti, anche dopo la delusione dell’ultima gara casalinga. Il materiale umano è ottimo, occorre lavorare a testa bassa, con pazienza, ma anche con senso di urgenza. Questo non solo per sviluppare la mentalità giusta nella squadra, ma proprio a causa di una classifica che, a parte una Emmas Villas Aubay Siena ferma a zero punti, vede un grande equilibrio tra i quattro punti della penultima e i cinque proprio di Verona, settima.
Una situazione tutta ancora in divenire, ma che potrebbe anticiparci una gran lotta per molte posizioni che non siano, forse, le prime due o tre. Un equilibrio che è confermato dalle nove gare finite al tie break su 25 incontri disputati fin qui in SuperLega.
Stare in zona playoff, tra le prime otto, può garantire a WithU Verona la serenità migliore possibile per affrontare bene il percorso di crescita previsto sin dalle fasi di impostazione del progetto sportivo triennale.
Prossima sfida a Milano contro un’Allianz sconfitta solo all’esordio stagionale e attualmente a sette punti in classifica.

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