Sabato 1 luglio si è conclusa l’edizione 2023 di Africa Short del Festival del Cinema Africano e oltre. Prima della proiezione di Under the Fig Trees le tre giurie (internazionale, degli Studenti e Studentesse dell’Università di Verona e la Giuria 37135) hanno svelato i loro rispettivi vincitori. Le motivazioni di ciascuna scelta sono state lette durante la serata, confermando la varietà di punti di vista che hanno caratterizzato questa selezione.

Giuria 37135

Menzione

«Ci sentiamo di dare una menzione speciale ad un bellissimo corto, di fronte al quale non potevamo restare indifferenti, come Giuria 37135, sia per gli aspetti costitutivi del film, sia per la giovane età e maturità professionale del regista. Per il tema trattato, la mascolinità tossica in Egitto, per l’utilizzo di una fotografia e di un montaggio originali, e anche per la nostra speranza nel vederlo ancora qui al Festival del Cinema Africano, la Menzione d’onore della giuria 37135 va a ZAFFA di Ahmed Samir».

Corto vincitore

«Tra le numerose proposte di questa rassegna, sceglierne una, tra le molte valide, sarebbe stato arduo, se non avessimo avuto un criterio che ci guidasse come una bussola. Come Giuria 37135, abbiamo scelto di osservare i cortometraggi con lo sguardo di chi, in qualche modo, vive quotidianamente il quartiere Borgo Roma. Abbiamo preso in considerazione non solo l’opera finale, ma anche il suo processo creativo: la scelta si è orientata dunque al cortometraggio che ha saputo sintetizzare l’esperienza di quartiere a quella artistica e creativa, che ha saputo rappresentare dinamiche intergenerazionali e migratorie (non solo di prima, ma anche di seconda e terza generazione) e che cerca di creare una cultura diffusa della bellezza e dell’arte anche in quartieri fragili e ad alto contrasto sociale. Il premio della Giuria 37135 va dunque a Merlich Merlich di Hannil Ghilas e prodotto dall’accademia Moovida di Ph’Art e Balises, situata nei quartieri nord di Marsiglia».

La giuria 37155. Foto di Stefano Campostrini.

Giuria studenti e studentesse dell’Università di Verona

«La morte di un senza tetto è solo uno sfondo da cancellare rispetto a una corsa podistica. Il cortometraggio in sette minuti racchiude l’indifferenza della società occidentale rispetto alla disgregazione socio-culturale che sta affliggendo il mondo contemporaneo. Un unico piano sequenza avvalorato dal formato 4:3 aumenta esponenzialmente l’intensità delle immagini claustrofobiche che si presentano davanti ai nostri occhi. Eppure, seppur mossi emotivamente da ciò che vediamo, il cortometraggio suggerisce che anche noi siamo parte del problema, spesso accecati dalla nostra routine quotidiana per prestare attenzione al fallimento della nostra umanità. Una vicenda che potrebbe svolgersi in qualsiasi paese del mondo. L’atto finale del poliziotto rinfranca e dona speranza. Per questi motivi la Giuria degli Studenti e Studentesse dell’università di Verona premia Bergie di Dian Weys».

La giuria studenti e studentesse dell’Università di Verona. Foto di Stefano Campostrini.

Giuria internazionale

Menzioni

«Abbiamo deciso di assegnare una menzione speciale della giuria a due film essenziali di cui rendiamo omaggio al coraggio e alla forza. Pistache chocolat di Zaïda Ghorab con una regia formidabile, un lavoro ardito e potente sul sonoro e una macchina da presa violenta che abbraccia come uno specchio il punto di vista del regista e della giovane attrice. Donne custodi del tempio della violenza patriarcale. L’altra menzione va al film Jmar di Samy Sidali che ha saputo affrontare un argomento legato al tabù. È un film che contiene una bella visione artistica che rappresenta il punto di vista del regista. Il suo titolo ci dà anche la possibilità di leggerlo da più angolazioni. Insomma, è un film dove c’è coraggio intellettuale, cinematografico e culturale».

Corto vincitore

«Il premio della Giuria internazionale viene assegnato al film Kelasi di Fransix Tenda Lomba, un vero colpo di fulmine. Con grande abilità creativa si mette al servizio di un’analisi politica essenziale. La realizzazione dà spazio a un estetismo in cui la scrittura onora il linguaggio cinematografico».

La giuria internazionale. Foto di Stefano Campostrini.

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