Martedì 16 maggio si è svolta la conferenza stampa per illustrare le ragioni della Petizione per bloccare il progetto dei Magazzini della cultura al Pestrino”. Tale petizione, proposta dai cittadini veronesi, ha raggiunto al momento 1057 firme e presenta la seguente motivazione:

I sottoscritti abitanti di Verona, chiedono al Sindaco di Verona e a tutti i Consiglieri comunali di bloccare il progetto per una serie di edifici a forma di L, di cui uno alto 9 metri, previsto in un’area di 16.000 mq di fronte al forte Santa Caterina al Pestrino. Le loro destinazioni d’uso sono relative ai cosiddetti Magazzini della Cultura, per esporre a rotazione il patrimonio artistico chiuso nei depositi dei musei cittadini, ora eliminati.
È comunque rimasto il centro servizi per persone con disabilità, con a fianco una struttura residenziale per i disabili autosufficienti e con alloggi per i parenti.
Realizzare un tale centro in un luogo isolato come il Pestrino, dà la triste idea della ghettizzazione; il vecchio Lazzaretto non è molto lontano. Nonostante le modifiche, riteniamo che la scelta del luogo dove intervenire sia urbanisticamente e ambientalmente sbagliata, considerata la presenza di un forte asburgico e la vicinanza al Parco dell’Adige e al fiume stesso. Inoltre, per raggiungere la zona del forte Santa Caterina, non ci sono le infrastrutture stradali e i servizi di trasporto pubblico sufficienti e idonei. La stessa riduzione dei mq da 16.000 del vecchio progetto Sboarina-Segala, agli attuali 12.000, cambia poco il grado di cementificazione dell’area e, in ogni caso, blocca ogni possibile restauro del paesaggio, intaccato dalle obsolete strutture edilizie recenti.
Un’adeguata progettazione urbanistica, avrebbe previsto i ‘Magazzini della Cultura’ all’Arsenale, separata dal museo di Castelvecchio solo dal ponte scaligero, attuando in tal modo un importante polo culturale.

Una riqualificazione problematica

La giunta comunale ha attuato delle modifiche al progetto originale come l’inserimento di alcuni poli tra cui: Social Housing (residenze da 20 alloggi), Inclusione (fattoria didattica, ciclo ostello, asilo nido comunale, centro diurno dedito ad assistenza sul territorio e integrativo di eventuali interventi di assistenza domiciliare per persone con gravi disabilità fisiche e/o motorie), Food KM0 (include attività legate alla ristorazione, un mercato coperto per vendita di prodotti a KM0 delle aziende agricole del veronese, una cucina sociale in stile co-housing), della Conoscenza (aule studio/doposcuola, biblioteca comunale, laboratori di sperimentazione) e dei Mestieri e delle arti (aule laboratori per mestieri legati all’artigianato come falegnamerie, ceramica e arti visive).

Giorgio Massignan e Alessandra Corradi alla conferenza stampa. Foto di Emanuele Antolini.

Il Pestrino è un patrimonio da tutelare

Nonostante ciò però i dubbi relativi ai “Magazzini per la cultura” sono ancora molti, come sottolineato da Giorgio Massignan dell’associazione culturale Verona Polis: «Per questo progetto è stato chiesto un finanziamento dal PNRR di 15 milioni di euro. Il motivo per cui il progetto è stato confermato è da ricondursi proprio all’incapacità della giunta del non voler rinunciare ai soldi del PNRR. In questa zona fragile dal punto di vista ambientale, preziosa da un punto di vista paesaggistico viene creata una porzione di città dove non ci sono strade sufficienti né servizi pubblici adeguati.

Perché quindi non aver chiesto questi finanziamenti invece per il recupero della zona Arsenale o della Caserma di Villa Santa? Luoghi che avrebbero potuto benissimo ospitare persone con disabilità e anche i loro familiari. È più grave rinunciare ai finanziamenti o utilizzare i soldi pubblici per rovinare un contesto ambientale e paesaggistico così importante? Oltre che a bloccare la possibilità di ampliare il parco dell’Adige. Il dubbio sorge spontaneo, ovvero che tutto ciò non sia un cavallo di Troia per avviare un processo di urbanizzazione che prevede la realizzazione di strade. Le ultime aree verdi perciò saranno completamente ‘mangiate’ da questo progetto.»

Un problema anche etico

Ha preso poi la parola Alessandra Corradi, presidente dell’associazione per la tutela dei diritti delle persone con disabilità Genitori Tosti in Tutti i Posti APS: «Nell’ambito sia normativo e culturale non si può più isolare una determinata categoria sociale. È contro tutti i diritti per cui ci battiamo ogni giorno. Per questo progetto non è stato consultato nemmeno l’organismo comunale per la consulta alla disabilità, perciò più di trenta associazioni.»

Le problematiche sollevate durante la conferenza stampa sono molte, ma sembrano purtroppo non trovare nessun spiraglio da parte della giunta comunale, sollecitata più volte dallo stesso Giorgio Massignan. Il meccanismo della rendita urbana, a cui il progetto dei ‘Magazzini della cultura’ sembra guardare, non combacia con lo sviluppo del patrimonio inutilizzato che Verona possiede. Ora la parola spetta all’attuale amministrazione.

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