Visto che siamo freschi di 25 aprile, partiamo parafrasando “Bella ciao”: «Una mattina, mi son svegliato, e ho trovato il cantier».

Fra venerdì 21 e sabato 22 aprile sono iniziate le operazioni per l’avvio del cantiere più ingombrante fra quelli legati alla grande opera di Verona, il filobus. È stato chiuso l’accesso ai due sottopassaggi della circonvallazione esterna, che saranno unificati all’altezza di via Città di Nimes, zona stazione.

Trent’anni di discussioni, decine di cantieri aperti e chiusi in giro per la città negli scorsi anni e anche tema di confronto in una campagna elettorale chiacchieratissima: eppure il maxi cantiere del filobus sembra aver colto di sorpresa i più. Che quindi, al rientro dal ponte della Festa della Liberazione, mercoledì si sono trovati a passare mezz’ore bloccati nel traffico.

In realtà, dopo il primo giorno di panico generalizzato, centinaia di meme e migliaia di parolacce, la situazione già dal giorno successivo sembra essere migliorata. Un po’ i correttivi del Comune e della Polizia locale, un po’ i cittadini che hanno capito l’antifona, il flusso sembra essersi regolato in meglio.

I problemi ovviamente non sono finiti, e fra grandi eventi in Arena e anello circolatorio che allunga il viaggio, può ancora capitare di trovarsi bloccati nel traffico. Ecco allora dieci cose da fare mentre ci si trova in coda.

(Ovviamente non si guida guardando lo smartphone! Ma un’occhiata mentre c’è il semaforo rosso la diamo tutti, e comunque i passeggeri possono rendere partecipe l’autista).

1- Informarsi. Insomma, non penso sia snobismo da casta giornalistica dire che è anche un dovere del cittadino leggere almeno un giornale o guardare un telegiornale a settimana. Non dico al giorno, eh, ma almeno a settimana. Tanto bastava per capire che titoli come “MAXI CANTIERE AL VIA” non promettevano nulla di buono.

2- Scrivere email di protesta costruttiva al Comune e ad Amt3. Perché ok che i cittadini si devono in qualche modo informare, ma forse si poteva fare qualcosina in più, rispetto alla comunicazione a mezzo stampa. Affissioni? Volantini? (No, inquinano). Incontri capillari nei quartieri? (Sono state fatte due assemblee, ma forse è un po’ pochino). Chi viene in città in auto probabilmente risiede in altri comuni della provincia, e allora magari una campagna di informazione attraverso le amministrazioni locali? 

3- Lamentarsi di Sfera Ebbasta e Lazza in Arena. Se non ci fosse stato il traffico di cui indignarsi, probabilmente le energie sarebbero state concentrate sui due cantanti. (Non sono cantanti!!11!!1!).

4- Preoccuparsi per l’emergenza climatica. E agire di conseguenza.

5- Comprarsi una bicicletta. Elettrica o meno.

6- Comprarsi un monopattino elettrico. E quando si usano quelli in sharing parcheggiarli con un minimo di senso civico.

7- Discutere del possibile Cas in zona Filippini. Il quartiere è delicato, e Flavio Tosi sta capitanando le proteste contro un progetto della Caritas, da massimo 25 posti, che dipende dalle autorizzazioni della Prefettura. Incolpa il Comune di non opporsi con vigore.

8- Ragionare sugli spazi della cultura a Verona. Perché è importante un dibattito civico anche slegato dalla stringente attualità.

9- Iscriversi alla newsletter Sasso d’Adige. Momento promozional-letterario.

10- Studiare il programma del Festival del Giornalismo di Verona. Organizzato da Heraldo insieme a tanti partner, la terza edizione sarà dal 5 al 27 maggio a Verona e in provincia.

Sasso d’Adige è una newsletter nata per raccontare la campagna elettorale delle amministrative del 2022 a Verona. Dopo il voto è diventata la newsletter sulla politica di Verona.