Un uomo, una donna, un amore in bilico per tutta la vita, che trova sponda e una possibile salvezza nel quotidiano. Dopo Rego Park, uscito nel 2021 per Castelvecchi, Corrado Passi torna in libreria con Liturgia delle pianure (Readaction editrice, 2023) e di nuovo accende un faro sulla relazione d’amore di due protagonisti che devono fare i conti con il proprio vissuto.

Se nel romanzo precedente a fare da leva drammatica era la cecità di Ellie, militare in congedo a seguito delle ferite riportate in Iraq, nell’ultimo lavoro è la distanza tra giovinezza ed età anziana a costituire quella pianura degli eventi, che si ritrova nel titolo del libro.

Lo scrittore veronese Corrado Passi

Robert e Lize compaiono da subito in un’ambientazione che ricorda molta letteratura americana: sullo sfondo la provincia e la vita piccolo borghese e operaia, due famiglie, l’assenza di una madre morta durante l’infanzia del protagonista maschile, la figura del padre istrionico di Lize, abile giocatore di scacchi, ma anche uomo che verrà arrestato per un brutale omicidio.

Sarà poi il tentativo di evasione dal carcere da parte di quell’uomo, rivelatosi violento ma istrionico nei confronti dei due figli (Lize ha anche un fratello, Deon), a costruire uno spartiacque tra Robert e Lize: una vicenda che finirà male, con la morte dell’uomo in fuga ai confini con il Messico e, soprattutto, la prima profonda incrinatura nell’intesa tra i due giovani innamorati.

Essere giovani, ritrovarsi adulti

In poche pagine gli equilibri emotivi dei giovani personaggi, su cui è incentrato il punto di vista, si accartocciano di fronte al mondo degli adulti, che reggono con difficoltà la precarietà economica e la difficoltà di costruire relazioni forti. “Dicono le cose come stanno, i grandi. Anche a costo di farsi picchiare. Non hanno paura. E, quando passano davanti al cimitero, riescono a tirare dritto, senza per forza entrarci”, pensa un Robert ragazzo, che per dare parvenza di comprensione degli adulti, si aggrappa alla figura della torre nel gioco degli scacchi per soprannominare suo padre.

In poche pagine il tempo accelera e ci si trova nell’età anziana dei protagonisti: due vite costruite separatamente, dense di una più o meno rassicurante mediocrità.

Il desiderio di Robert di ritrovare la ragazza che non aveva mai smesso di amare viene accontentato dal caso. L’incontro rivela la diversità delle due esistenze, sebbene nessuno dei due possa vantare una particolare ascesa lungo le scale degli anni.

Sentirsi a casa

La casa di Lize ragazza, tanto calda e vivace, resta un ricordo, messa nel tempo in affitto a molte altre famiglie. Robert invece rinuncia a vendere quella del padre defunto; desiste pur avendo trovato con fatica un compratore. Dovrà mettere a posto molte cose, si dice, fare pace con un passato lento, quasi inamovibile, sotto la cui polvere invece covano rivelazioni spiazzanti.

A non spostarsi mai dal proprio posto è il Libro delle ore, perno di una continuità del tempo e dell’inquietudine umana. Oggetto ordinario di una ordinaria casa piccolo borghese, funge da breviario agile per piccole consolazioni. Ma è anche un detonatore di domande, crogiolo di angosce, di abbandono, di bisogno di affidamento, di dubbi profondi sull’esistenza di qualcuno che ci ami veramente.

Sarà tra quelle pagine che fisicamente Robert troverà delle risposte, inattese e scombinanti. Ma sarà soprattutto il viaggio, quasi un pellegrinaggio fino al confine con il Messico, sulle tracce del padre di Lize, a mettere in moto uno spostamento anche interiore per entrambi i personaggi.

La catarsi del viaggio verso il confine

La copertina di Liturgia delle pianure di Corrado Passi, Readaction editrice.

È negli spostamenti che l’uomo mette alla massima prova la sua capacità emotiva di esserci, di mettersi a disposizione, di cercare una riconciliazione, come quando spera di essere un “padre prodigo” con sua figlia Emily, senza riuscirci. Resta pazientemente accanto al trauma di Lize, che si trova ingabbiata in una vicenda cui ha consegnato se stessa senza ribellione, quasi che solo nel dolore lei potesse continuare a vivere il proprio amore per un padre ribelle.

A fare da recinto emotivo il club degli Alcolisti anonimi, il cui ruolo sostituisce nel vissuto della coppia il rito religioso della domenica, una sorta di argine e contenitore della liturgia che si ripete ad ogni riunione, tra estranei che si confessano in pubblico e si assolvono reciprocamente. Un appuntamento di presa di coscienza, una terapia di gruppo, che però resta in superficie, come una coperta rassicurante, un feticcio rituale.

Oltre il dolore e la colpa

Lize e Robert si scontrano infine con l’impossibilità di portare su di sé la sofferenza dell’altro. Il viaggio, l’attesa, li leviga, lentamente li scorteccia fino a far emergere le vulnerabilità personali. Pure Robert, in gioventù alle prese con il macchinario per levigare i tronchi degli alberi in una segheria, è costretto e riconoscere la propria colpa.

Non ne comprende le ragioni fino in fondo e teme di perdere la presenza di una Lize enigmatica, assorta, capace di stare nella sua personale sofferenza con naturalezza. Ma è al punto di rottura che le cose cambiano e si rivelano.

Lavare l’auto dalla sabbia desertica, pensare di fare la spesa, preparare la colazione. Questi i salmi recitati nel quotidiano, poesie – come le considera Robert – con cui si forma l’ordito di ogni storia umana, anche se questa può essere incomprensibile, piena di strappi, di tarli.

E ogni volta si riparte facendo a chi ci vive accanto una domanda.

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