Il rapporto di Verona con i libri è una realtà attestata dal Medioevo ad oggi e dimostra la sua vitalità con la presenza di biblioteche secolari, fondazioni e numerose associazioni dedicate.

Nel luglio scorso gli assessorati alla Cultura e alle Politiche educative e scolastiche e alle biblioteche hanno avviato il Patto di Verona per la lettura, come primo passo e requisito fondamentale per ottenere la qualifica di  “Città che legge“, per il biennio 2022 – 2023.

Il Patto ha come obiettivo di promuovere un’azione coordinata dal Comune fra i vari soggetti della filiera del libro presenti nel territorio, per riconoscere questa attività come valore sociale e farla diventare un’abitudine per tutti i cittadini e le cittadine, in ogni fase della vita.

Verona, città che legge

Sabato scorso il ministero per la Cultura, tramite il Centro per il libro e la lettura, ha assegnato la qualifica di Città che legge alla nostra città.

Per l’assessora alla Cultura Marta Ugolini si tratta di un riconoscimento «che apre la strada a un’ampia progettualità. Attraverso il Patto per la lettura abbiamo coinvolto una pluralità di attori con cui stiamo facendo rete e che in pochi mesi sono già raddoppiati. Il ruolo del Comune sarà di spingere, supportare e coordinare le attività».

La Biblioteca civica di Verona

Verona risulta ora inserita tra i 718 comuni italiani che possono accedere ai bandi di finanziamento specifici per implementare le politiche di promozione della lettura. In Veneto si aggiungono per il 2022-2023 Rovigo, Treviso, Padova, Venezia e, nella provincia veronese, San Martino Buon Albergo, Sommacampagna e Valeggio sul Mincio.

Leggere come movimento culturale

«Ora che abbiamo il riconoscimento, dobbiamo dargli contenuto» afferma l’assessora alle Politiche educative e scolastiche, Biblioteche, Edilizia scolastica, Salute e servizi di prossimità Elisa La Paglia, e aggiunge che «In questi mesi non siamo stati fermi, abbiamo già partecipato a diversi bandi, uno dei quali ci permette di realizzare dei corsi di formazione per lettori volontari».

Se i primi sottoscrittori del Patto erano settantatré, oggi sono già centocinquanta: biblioteche, istituzioni, scuole e servizi educativi, associazioni, cooperative, librerie, case editrici, riviste e professionisti della narrazione.

L’assessora alle Politiche educative Elisa La Paglia.

«Il tema è stimolare la lettura come movimento culturale, che non riguarda solo le biblioteche ma che mette in rete tutti i soggetti, pubblici e privati per riconoscere la lettura, nelle più svariate forme, come portatrice di benessere, sostenerla e stimolarla – prosegue La Paglia -. L’idea è che tutti si sentano coinvolti in questo progetto in quanto “portatori sani di lettura“. Chi legge già può ampliare i suoi orizzonti di scelta, chi non legge può cominciare»

Ma il profilo di una città che legge come dialogherà con un ministero dell’Istruzione e del merito? «La lettura può essere un antidoto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica, se le assegniamo una connotazione positiva che non si rifà unicamente al dovere» precisa l’assessora. «Intendendo la lettura non solo come fruizione solitaria e viaggio personale, ma anche come condivisione, non c’è conflitto con il “merito”».

Per informazioni sul Patto di Verona per la lettura e le modalità di adesione, basta consultare il sito del Comune. Per seguire gli aggiornamenti, è utile seguire la pagina Facebook.

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