Martedì 18 ottobre ricorre la Sedicesima Giornata Europea contro la Tratta.

Nel 2000 la Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine transnazionale organizzato ha determinato il Protocollo sulla Tratta, definendo in modo inequivocabile questo crimine. L’articolo 3 del Protocollo definisce la tratta come segue:

“La tratta di persone indica il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l’ospitare o l’accogliere persone, tramite l’impiego o la minaccia di impiego della forza o di altre forme di coercizione, di rapimento, frode, inganno, abuso di potere o di una posizione di vulnerabilità, dando oppure ricevendo somme di denaro o benefici al fine di ottenere il consenso di un soggetto che ha il controllo su un’altra persona, per fini di sfruttamento. Per sfruttamento si intende, come minimo, lo sfruttamento della prostituzione o altre forme di sfruttamento sessuale, lavoro o servizi forzati, la schiavitù o pratiche analoghe alla schiavitù, l’asservimento o l’espianto di organi”

Art. 3 Convenzione Nazioni Unite contro il crimine transnazionale organizzato

In sintesi, esiste un commercio mondiale di esseri umani che vengono venduti e sfruttati da una rete criminale. Un commercio che non si riesce ad arrestare.

In Europa

Il Consiglio d’Europa da parte sua ha avviato la Convenzione sull’azione contro la tratta degli esseri umani il 1° febbraio 2008, dopo la sua decima ratifica.

Pur basandosi sugli strumenti internazionali esistenti, la Convenzione Europea va oltre gli standard minimi in essi concordati e rafforza la protezione offerta alle vittime.

La Convenzione Europea ha un ampio campo di applicazione, che abbraccia tutte le forme di tratta (nazionale o transnazionale, collegata o meno alla criminalità organizzata) e accoglie tutte le persone vittime della tratta (donne, uomini o bambini).

In Italia

In Italia, secondo il Ministero dell’Interno, la tratta di persone costituisce la terza fonte di reddito per le organizzazioni criminali, dopo il traffico di armi e di droga.

La normativa italiana per il contrasto alla tratta di esseri umani si basa essenzialmente sulla legge n. 228 dell’11 agosto 2003, intitolata “Misure contro la tratta di persone” e sull’articolo 18 del decreto legislativo 286 del 1998 , Testo Unico sull’immigrazione.

L’Italia è uno dei Paesi europei maggiormente interessati dal fenomeno della tratta e proprio per questo si è dotata, ormai da oltre un decennio, di un sistema di interventi all’avanguardia in Europa e nel mondo.

Il Dipartimento per le Pari Opportunità è stato individuato quale autorità centrale delegata al coordinamento degli interventi attuati sul territorio nazionale per la prevenzione ed il contrasto della tratta di persone, avendo questo fenomeno una forte connotazione di genere.

Il Dipartimento quindi promuove un Piano Nazionale d’Azione contro la tratta di esseri umani e il grave sfruttamento, solitamente della durata di due anni, che viene a sua volta realizzato e gestito nelle diverse regioni, da associazioni e cooperative accreditate.

In Veneto

Locandina dell’evento in provincia di Treviso

La Regione Veneto, oltre a gestire direttamente il Numero Verde Nazionale dal giugno 2021 e l’Osservatorio Anti-Tratta che ha sede a Venezia, è capofila del Progetto Navigare (Network Antitratta per il Veneto, Intersezioni, Governance e Azioni Regionali).

Questo progetto, partito il 1 luglio 2021 con il nuovo bando, ha implementato le azioni di prevenzione e contrasto dei gravi fenomeni di sfruttamento in ambito lavorativo con una fitta rete di partner multi agenzia, afferenti alle istituzioni pubbliche (Ispettorati Territoriali del Lavoro, INPS, INAIL, Forze dell’ordine, Procure, Tribunali) e del privato sociale.

Le evoluzioni del fenomeno, in continuo mutamento anche a causa dell’emergenza pandemica, sono oggetto di costante attenzione da parte del network impegnato nel progetto su tutto il territorio regionale.

Gli eventi nella nostra Regione

In tutto il Veneto, in occasione della Sedicesima Giornata Europea contro la Tratta, le associazioni e gli enti territoriali partner del Progetto Navigare propongono diversi eventi per sensibilizzare i cittadini ad una problematica che, come le cronache ci ricordano frequentemente, è molto diffusa in Veneto.

La prima città a partire è stata Padova, dove Associazione Mimosa, Cooperativa sociale Equality, Progetto Navigare e Libreria Zabarella hanno presentato il libro Le cattive di Camilla Sosa Villada. All’evento ha partecipato Marcia Leite, attivista transfemminista e cofondatrice dell’Associazione Libellula di Roma

Locandina dell’evento a Mestre

Il 18 ottobre, a Mestre in provincia di Venezia, le associazioni La Rotonda, Una Strada, Casa di Amadou e Di Casa, in collaborazione con le cooperative Equality, Comunità dei Giovani e Volontà di sapere, promuovono una serata di riflessione “Disegni dalla Frontiera“, di e con Francesco Piobbichi, artista ed operatore sociale che svolge la sua attività per Mediterranean Hope, il progetto sulle migrazioni della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.

Locandina dell’evento a Verona

A Verona Quid Impresa Sociale ha organizzato presso il proprio Quid Store, un evento aperto al pubblico con Anna Fiscale, presidente dell’associazione, Giuseppina Di Bari, progetto Navigare e alcuni rappresentanti della Comunità dei Giovani di Verona.⠀

Durante l’evento, che si terrà il 19 ottobre, ci sarà l’occasione di osservare il linguaggio simbolico della stampa iconica Crisalis, nata dal racconto di dodici donne sopravvissute alla tratta.

Infine, in provincia di Treviso, sabato 22 ottobre presso Teatro Villa Wassermann a Giavera del Montello, andrà in scena lo spettacolo teatrale sul tema dello sfruttamento lavorativo Il Monsone: una storia di caporalato, di Beppe Casales.

Lo spettacolo è promosso da La Esse, Progetto Navigare, Gruppo Migrando – Collaborazione Pastorale Giavera Nervesa, Libera Treviso, Equality, con il patrocinio del Comune di Giavera del Montello 2.0 e in collaborazione con Emmaus Treviso, Domus Nostra, Discepole del Vangelo e Caritas Tarvisina.

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