“Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema”. Queste sono le parole di Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna che si trovano nelle prime pagine del suo libro La nostra parte. Per la giustizia sociale e ambientale, insieme.

Realizzare la transizione ecologica, combattere le disuguaglianze sociali e di genere, restituire dignità e qualità al lavoro, superare il patriarcato e costruire una società inclusiva sono le cinque sfide individuate nel libro da Schlein e che la politica, secondo l’autrice, dovrebbe affrontare nella società attuale. Tematiche che la coalizione della Rete a sostegno di Damiano Tommasi sindaco intende fare proprie, a 47 giorni dalle elezioni amministrative in città.

Venerdì sera 22 aprile Elly Schlein è stata ospitata al Circolo Primo Maggio a Montorio per presentare il proprio libro e parlare di politica in vista delle comunali del 12 giugno a Verona. L’evento è stato organizzato dalla lista In Comune per Verona – Sinistra Civica Ecologista. L’incontro è stato moderato da Roberto Fasoli, ex consigliere della Regione Veneto ed è intervenuto anche lo stesso Damiano Tommasi.

Hanno dialogato con Schlein anche Chiara Martinelli, presidente di Legambiente Verona, Maurizio Carbognin, presidente di Osservatorio Disuguaglianze Verona, Francesca Tornieri, segretaria generale CGIL Verona, Antonia De Vita del centro studi differenza educazione formazione e differenza sessuale e Matteo Danese, presidente Cestim.

Rimettere le esigenze delle persone al centro della politica

Elly Schlein ha messo in evidenza come le persone abbiano perso la fiducia nei confronti della politica e come sia necessario cercare di riacquistarla partendo dall’analisi della realtà in cui si è chiamati a governare e ascoltando le voci dei cittadini.

«Le persone hanno smesso di credere nella politica – afferma Schlein -. Per riacquistare la loro fiducia bisogna comprendere qual è la radice dei problemi da risolvere e capire come cambiano le esigenze delle persone nel tempo.

«Non credo che esita un uomo o una donna del destino, ma credo che una presenza collettiva e un confronto con i cittadini possa contribuire a risolvere i problemi e arrivare alle elezioni di giugno nelle migliori condizioni».

Damiano Tommasi
Damiano Tommasi, candidato sindaco a Verona.

Attenzione e ascolto verso la città sono le qualità su cui la Rete per Damiano Tommasi intende puntare per cambiare Verona, in modo tale da cercare di inserirla in una posizione di rilievo sia a livello nazionale che internazionale.

«Vorremmo che Verona diventasse una città protagonista non solo del Veneto e dell’Italia– dice Tommasi -, ma anche all’estero, una città che scavalchi le proprie mura per confrontarsi con realtà diverse e anche internazionali».

«Verona è una città che sa aprirsi e ascoltare e avere cura dell’altro come hanno dimostrato le associazioni, le cooperative, le persone e le realtà che in questi mesi hanno saputo mettersi in gioco per aiutare il popolo ucraino. Non è vero che non ci sono soluzioni che portino al cambiamento e la nostra coalizione vuole provare a cambiare volto alla città e ad aumentare la qualità della vita di tutti noi lavorando insieme».

Economia circolare, ambiente e salute

Elly Schlein ha ricordato come il cambiamento climatico sia una problematica della nostra società che è stata sollevata ancora nel lontano 1979. L’Italia negli ultimi decenni ha investito su un tipo di energia basata sul consumo di combustibili fossili, dipendendo da altri paesi per il loro rifornimento.

«Bisogna fare in modo che ci sia giustizia sociale e climatica – afferma Schlein -. È necessario coniugare il sociale con l’ambiente e fare in modo che ci sia un diritto al lavoro che mi consenta però di respirare un’aria che non mi danneggi.

«La politica deve creare delle comunità energetiche che producano e consumino energia pulita in autonomia».

Secondo la vicepresidente dell’Emilia-Romagna la transizione ecologica non è ancora stata ben orientata. Schlein ha sottolineato come i costi delle rinnovabili si siano ormai ridotti di 20 volte rispetto al passato.

«Il rinnovabile è la svolta e non è un’opinione solo degli ecologisti – spiega Schlein -. Anche l’impresa Confindustria è disposta a versare 85 miliardi di euro e a creare 80mila posti di lavoro sfruttando sul fronte energia. Il problema è che ci sono ancora forti blocchi nel nostro Paese, anche se l’Italia è il paese del sole, dell’acqua e del vento e il rinnovabile avrebbe davvero una grande potenzialità».

Economia circolare vuol dire poi, secondo la vicepresidente, essere anche virtuosi nello smaltimento dei rifiuti e ripensare ai tempi e agli spazi dei trasporti, agevolando soprattutto gli adolescenti che usano i mezzi pubblici per andare a scuola e per spostarsi sul territorio.

«In Emilia Romagna il trasporto pubblico è gratuito fino ai 14 anni e fino ai 19 si basa sui criteri Isee – racconta Schlein -. Questo è stato un incentivo alla mobilità sostenibile. Bisogna continuare con operazioni del genere per accompagnare l’intera società alla svolta e al cambiamento delle proprie abitudini di spostamento».

Infine sarà necessario anche incrementare, soprattutto nella Pianura Padana e quindi anche a Verona, le aree verdi che eviterebbero maggiore sofferenza in estate con le alte temperature. Sempre in Emilia Romagna sono stati creati infatti dei corridoi verdi per ripulire l’aria. Un’operazione che ha funzionato siccome si è riusciti a ridurre la temperatura di due gradi.

Elly Schlein firma le copie del suo libro al pubblico di Verona.

Lotta alla discriminazione di donne e giovani sul lavoro

Secondo quanto riportato da Schlein, negli ultimi 20 anni sono aumentate le disuguaglianze nel mondo del lavoro grazie ai part-time involontari per i giovani e ai tirocini extracurricolari e agli stage non pagati o poco retribuiti.

«Tra il 2008 e il 2009 i contratti a termine sono schizzati in alto e hanno provocato una frammentazione e una polarizzazione del lavoro – spiega Schlein -. Alcuni interventi normativi, come il jobs act e i voucher, hanno contribuito ad alimentare questa situazione. L’80% delle persone con un contratto a tempo determinato oggi sono giovani e donne».

«La politica deve ridurre le disuguaglianze e ci vuole una legge popolare che riscriva lo statuto del lavoro che deve aprirsi anche al digitale – dice la vicepresidente -. I partiti, insieme anche ai sindacati, sono le istituzioni che hanno il potere di cambiare le forme del lavoro. Non si può continuare a costruire l’occupazione sul precariato. La Sinistra Ecologista deve rimettere al centro il lavoro di qualità».

Combattere il patriarcato e le disuguaglianze

La vicepresidente dell’Emilia Romagna ha fatto notare poi come il lavoro di cura alla persona, dagli anziani ai bambini, pesi sulle spalle delle donne che spesso rinunciano a un’occupazione per prendersi cura dei propri cari.

«Ci vuole una redistribuzione del tempo che non può pesare solo sulle donne – afferma Schlein -. L’Italia è un Paese anziano e deve essere instaurata una società della cura che non ricada solo sul sesso femminile ma sull’intera collettività».

«Tutto il lavoro di cura delle donne non pagato vale 10mila miliardi di dollari all’anno. Bisogna dunque investire sul welfare e su infrastrutture sociali ed educative, a partire dagli asili nidi, che garantiscano un’occupazione qualificata e retribuita in questo settore».

Schlein ha inoltre ricordato come l’attuale tasso di occupazione femminile faccia molto male al nostro paese. Secondo infatti i dati dell’Ocse, se il 60% delle donne lavorasse in Italia il Pil del nostro paese di alzerebbe di ben sette punti.

Un altro problema legato alla discriminazione di genere è legato all’abbattimento del patriarcato, troppo influente tutt’oggi nella società e che porta le donne a rivestire con grande difficoltà dei ruoli di rilievo o di guida all’interno delle aziende e delle istituzioni pubbliche e private.

«Bisogna combattere le diseguaglianze e le discriminazioni sia sociali e che di genere – spiega Schlein -. Ci vogliono dei percorsi educativi da svolgere negli anni fondamentali dello sviluppo per eliminare lo stigma tra uomo e donna».

«Questi percorsi non devono essere fatti solo per le differenze di genere ma anche per quelle sociali. L’educazione alle differenze non vuol dire annullare le diversità, che sono invece un potenziale da liberare, ma assicurare pari diritti e pari situazioni di partenza a tutti».

Secondo Elly Schlein bisogna quindi lavorare a un’educazione alle differenze per non lasciare indietro nessuno: donne, anziani, persone fragili e immigrati.

«Bisogna attuare progetti di rete per prevenire il ritiro sociali – aggiunge Schlein -. Aprire più empori solidali per restituire dignità alla persona. Attuare delle opportunità che si rivolgano alle fasce più fragili della popolazione».

«È necessario investire sulla sanità pubblica e farlo in prossimità dei quartieri e del territorio. Si deve pensare a delle case di cura e a delle case di comunità È necessaria una nuova politica per la casa per via della composizione delle famiglie per mobilità demografica».

«Bisogna poi includere anche le persone che immigrano a Verona e in Italia, senza fare una distinzione tra rifugiati di serie A e rifugiati di serie B, come è accaduto nel caso del popolo ucraino e di quello afghano. Bisognerebbe infine cercare di garantire la cittadinanza italiana a quelle persone che sono nate e cresciute nel nostro paese».

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