“Alcuni giorni non riesco nemmeno a alzarmi dal letto, non mi prendo cura di me e mi sento inferiore a tutti. In altri momenti mi sento un vulcano, dormo poco e non rinuncio a far niente.”

Il 30 marzo, oltre ad essere il giorno del compleanno di Vincent van Gogh, è la Giornata Mondiale del Disturbo Bipolare, dedicata all’informazione e alla sensibilizzazione sul Disturbo Bipolare di cui si ritiene abbia sofferto lo stesso artista. Questa ricorrenza rappresenta un’occasione per informare la popolazione su un disturbo che causa grande sofferenza a livello personale, lavorativo e sociale. Tutte le persone sperimentano nel corso della vita fluttuazioni dell’umore caratterizzate da momenti di gioia o di tristezza: si tratta di oscillazioni fisiologiche che, in alcuni casi però, possono diventare tanto intense e tanto protratte da dar luogo a vere e proprie patologie definite “disturbi bipolari”. Tali disturbi sono caratterizzati dall’alternanza di periodi di eccitazione o euforia, periodi di depressione e fasi più o meno lunghe di benessere. In un terzo dei casi sono inoltre presenti fasi in cui la persona è contemporaneamente sia depressa che euforica.

Il rischio di sviluppare un disturbo bipolare nel corso della vita è del 2% ma può anche raggiungere il 10% se si considerano le forme patologiche meno gravi. 

I sintomi di questo disturbo, sviluppato soprattutto in età adulta, riguardano la fisiologia dell’intera persona: lo stato d’animo, l’umore, le energie, il pensiero e il funzionamento fisico. Anche se l’umore è euforico e la persona sente di stare bene, essere felice e rilassata, la situazione può cambiare con estrema facilità: basta un ricordo spiacevole o un’immagine, anche lontana nel tempo, per provocare una profonda tristezza, una crisi di pianto e persino idee di suicidio, così come esplosioni di rabbia e aggressività. Solitamente la transizione da una fase all’altra è brusca e improvvisa.

Durante la fase euforica, definita mania, le energie sembrano inesauribili e tutti i compiti, anche i più pesanti, sono svolti senza avvertire stanchezza o bisogno di riposo. Nella maggior parte dei casi, però, la capacità di giudizio è ridotta e quella di ragionamento è compromessa per la difficoltà di concentrarsi e di mantenere a lungo l’attenzione su un argomento. 

Quando il disturbo bipolare è lieve, si parla di ipomania, con sintomi simili a quelli della mania, ma più leggeri. Il benessere e l’eccitazione che si provano sono solo apparenti e transitori e sono seguiti da una fase depressiva, in cui la persona prova sconforto, senso di solitudine e incapacità generale.

Gli stati misti del disturbo bipolare sono caratterizzati dalla contemporanea presenza di depressione e mania. Le modalità con cui si manifestano variano, ma è possibile riscontrare estrema facilità nel cambiare il proprio stato d’animo, mettendo in scena irritabilità, impulsività, vendetta, ansia, agitazione o insonnia.

È purtroppo frequente il tentativo di placare l’intenso malessere assumendo alcol, droghe o benzodiazepine ad alti dosaggi; abusi che, non solo non sono di aiuto, ma finiscono con l’aggravare la situazione e contribuiscono a cronicizzarla nel tempo.

Fino all’80% di coloro che soffrono di disturbo bipolare tende ad avere ricadute sporadiche, con felici periodi di equilibrio anche di molti anni. L’evoluzione più pericolosa del disturbo bipolare è la cosiddetta ciclicità, caratterizzata dall’alternanza di piene fasi depressive e maniacali senza mai sperimentare periodi di benessere.

La cura dei disturbi bipolari prevede due fasi: la risoluzione della sintomatologia in atto, spesso affiancata dall’utilizzo di farmaci, e la prevenzione delle ricadute attraverso un percorso psicoterapeutico, che richiede pazienza, costanza e perseveranza. In entrambe le fasi è necessario mettere a punto un trattamento adattato alla singola persona, tenendo conto sia dello stato d’animo attuale, sia dell’evoluzione che il disturbo ha avuto nel tempo. In conclusione, è importante offrire comprensione, rassicurazione e sostegno, guardando alla persona, più che alla diagnosi, incoraggiando uno stile di vita regolare e imparando a riconoscere i segnali che possono precedere l’avvio di una fase depressiva o maniacale.

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