Dopo una lunga attesa durata otto stagioni, l’Aprilia ha centrato il suo primo successo in MotoGP grazie al trionfo di Aleix Espargarò in Argentina. Un weekend da assoluta protagonista, perché sin dalle libere entrambi i piloti avevano dimostrato di trovarsi a loro agio con la moto di Noale, tanto da entrare di diritto fra i favoriti in vista della gara. La pole position conquistata sabato aveva dato un segnale importante, alimentando le speranze di potersi ripetere anche domenica. Ambizioni confermate ventiquattrore più tardi, non senza qualche difficoltà, perché la battaglia per il primo posto si è risolta solo negli ultimi passaggi al termine di un bel duello con Jorge Martin.

Un fine settimana speciale per lo spagnolo dell’Aprilia, coinciso anche con i festiggiamenti per il suo duecentesimo Gran Premio in categoria. Si è dovuto accontentare del secondo posto il suo connazionale della Ducati, protagonista tuttavia di un’ottima prestazione, tanto da essere rimasto al comando fino a pochi giri dalla bandiera a scacchi. A concludere un podio completamente iberico è stato Alex Rins, con una Suzuki tornata nella lotta per le prime posizioni dopo un’apertura di mondiale in cui era mancato quel guizzo per porsi al livello dei rivali. Alle sue spalle Joan Mir, passato sul traguardo a circa mezzo secondo dal compagno di squadra. 

Quinto dopo una bella rimonta Francesco Bagnaia, finalmente di nuovo nella parte alta della classifica dopo due appuntamenti opachi, conditi da altrettante cadute. Seppur non sia arrivato un piazzamento nella top five, la KTM continua a destare buone impressioni grazie al buon sesto posto conquistato da parte di Brad Binder. Settima l’altra Aprilia di Maverick Vinales, che prosegue il suo periodo di apprendistato a bordo della moto di Noale mostrando continui progressi. A concludere la top ten il campione del mondo in carica Fabio Quartararo, un ottimo Marco Bezzecchi ed Enea Bastianini. Luca Marini, che aveva preso il via della corsa dalla prima fila, non è stato in grado di andare oltre l’undicesima posizione, mentre Pol Espargarò è stato costretto al ritiro in seguito a una caduta mentre si trovava in lotta per il podio.

Il primo trionfo targato Aprilia in MotoGP

Sul podio della classe regina risuona dunque l’inno italiano, grazie al primo successo dell’Aprilia dal suo rientro nella massima categoria del motomondiale. Un trionfo costruito sulle basi poste al sabato durante le libere e le qualifiche, inclusa quella pole position che aveva acceso le speranze della scuderia veneta. Nonostante Espargarò avesse perso la prima posizione allo spegnimento dei semafori, lo spagnolo era riuscito a mantenere la seconda posizione, rimanendo nella scia di Martin. Dopo una lunga fase di studio, in cui i due avevano preso il largo distanziando il gruppo alle loro spalle, negli ultimi giri lo spagnolo era passato all’attacco, fallendo l’assalto decisivo in due occasioni. Sorpasso poi giunto a cinque tornate dalla bandiera a scacchi con una manovra molto pulita, in staccata, senza possibilità di risposta per il rivale.

«Sono molto felice. È una gara speciale, tutto è stato perfetto, ma c’era tantissima pressione. Non avevo grip, forse per la temperatura della pista. Voglio dedicare questa vittoria ad Aprilia che ha creduto in me. Quando sono arrivato in Aprilia, la realtà è che arrivava a un minuto dal vincitore. Nessun top rider voleva correre con loro, ma io ho sempre creduto in questo progetto. Abbiamo portato l’Aprilia a dove è adesso, leader della classifica costruttori, che ha vinto una gara, un progetto che ha tanta credibilità. È qualcosa che mi rende orgoglioso», ha spiegato Espargarò nelle interviste. Seppur sia ancora l’inizio del mondiale, lo spagnolo e l’Aprilia lasciano l’Argentina in testa alla classifica, un’altra soddisfazione che conclude un weekend stellare.

Martin e Suzuki alla caccia di conferme

Nel giorno di Espargarò, chi ha cercato di rovinare i piani del connazionale è stato Martin, alla ricerca di punti dopo i due zero di inizio stagione. Una conferma delle sue potenzialità anche sulla lunga distanza, non solo sul giro secco, dove ormai è diventato mattatore assoluto. Il Ducatista era riuscito a prendere il comando allo spegnimento dei semafori, dove era scattato dalla seconda casella, imponendo subito un ottimo ritmo. Un passo grazie a cui aveva rapidamente allungato sugli inseguitori, tranne sull’iberico dell’Aprilia, il quale sembrava in grado di mantenersi sul codone della GP22 del team Pramac. Sensazioni poi confermate negli ultimi giri, quando Martin non aveva potuto contenere la velocità del rivale, subendo il sorpasso in rettilineo, quello che in teoria doveva essere uno dei punti di forza della moto di Borgo Panigale.

Un aspetto che il pilota di Madrid non ha mancato di sottolineare, inserendolo nella lista di quei piccoli problemi da sistemare per fare un salto di qualità. «È stato difficile, perché c’era molto caldo e il grip era molto basso rispetto al resto del weekend. Nonostante ciò, penso di aver fatto una bella gara perché sono stato costante. Però penso che Espargarò avesse qualcosa di più, anche se ha fatto fatica a sorpassarmi. Un secondo posto è comunque molto importante per me dopo due zero. Abbiamo dei problemi da risolvere, ma possiamo partire da qui», ha spiegato Martin a Sky Sport MotoGP.

A concludere il podio è la prima Suzuki, quella di Alex Rins, bravo nel conquistare un piazzamento importante per sé e il team dopo un duello con la Honda di Pol Espargarò. Un terzo posto significativo, anche perché giunto al termine di un’altra bella prestazione da parte dello spagnolo, che nella scorsa stagione aveva peccato di costanza, inciampando più volte in cadute che avevano spezzato i suoi sogni di gloria. Trofeo che apprezzerà anche la casa giapponese, che negli appuntamenti di apertura del mondiale non era riuscita ad andare oltre un quinto posto.

Bagnaia quinto in rimonta

Dopo le qualifiche, il team ufficiale Ducati sembrava quasi aver toccato il fondo, complice l’eliminazione in Q1 di Bagnaia e la penalizzazione di Miller. La domenica argentina, però, ha fornito un’opportunità di riscatto e il pilota italiano non ha deluso. Un quinto posto finale conquistato concludendo numerosi sorpassi prima sui compagni di marca, come Luca Martini e Marzo Bezzecchi, poi su rivali di altre squadre come Brad Binder e il campione in carica Fabio Quartararo. Una prestazione convincente, di cui il Ducatista aveva bisogno per mettersi alle spalle un sabato nero.

«Sono abbastanza contento della gara. La giornata di ieri mi serve da lezione. Oggi il passo era molto buono, le sensazioni dell’anno scorso erano lì e questo mi rende felice. Peccato essere partiti indietro, ma me lo sono meritato. Ma cerchiamo di partire da qui e migliorare. Dopo le prime gare non potevamo pensare di arrivare e vincere, bisogna sempre partire da un punto credibile, l’obiettivo era entrare in top cinque. Ci siamo complicati la vita, perché partire tredicesimo non ci ha aiutato», ha aggiunto l’italiano.

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