Chi non sogna di tornare a Londra? E perché no, pensare a un momento di pausa con l’espresso macchiato o un cappuccino servito in tazza grande non in una delle tante catene di caffè, ma in un bar dall’aria tipica italiana?

Nell’East London si può cercare il Caffè Italia, cui non manca un via vai di nuovi italiani di origine bangladese. Solo a Londra le persone con cittadinanza italiana che sono nate in Bangladesh sono 13.686, l’11,64% dei residenti, stima pubblicata dal consolato generale d’Italia a Londra.

Distribuzione per Paesi terzi di nascita della collettività residente nella circoscrizione di Londra al 13.07.2020, fonte Consolato generale d’Italia a Londra.

Si tratta di cittadini italiani di origine bangladese, arrivati in Italia negli anni Novanta: una grande migrazione, per lo più maschile, attirata dalla richiesta di manodopera in particolare in conceria ad Alte Ceccato, piccola frazione di Montecchio Maggiore a Vicenza e il più grande distretto conciario in Europa, o nei cantieri navali a Marghera e Monfalcone.

Oggi, decidono ripartire per trasferirsi a Londra: dopo l’arrivo della crisi del 2008 l’Italia non è più stata appetibile per questi lavoratori.

La doppia migrazione dei cittadini italo-bangladesi

Con il ricongiungimento famigliare e la nascita dei figli in Italia, le comunità giunte in quegli anni ora pensano al futuro delle nuove generazioni, per dare una possibilità di lavoro differente. E con in tasca la cittadinanza italiana, andare oltremanica è la scelta giusta da fare.

Un’immagine tratta da La linea dell’orizzonte. Un ethnographic novel sulla migrazione tra Bangladesh, Italia e Londra edito nel 2021 da Becco Giallo.

Si tratta della onward migration, un fenomeno recente che offre spunti di riflessione sullo stimolo che spinge gli esseri umani a cercare condizioni di vita migliori, sulle rotte migratorie modellate dalle continue trasformazioni globali e sulla situazione sociale, politica ed economica del nostro Paese.

Questo è il cuore della ricerca che ormai da più di 10 anni occupa, tra le altre, il lavoro del sociologo dell’Università Ca’ Foscari Francesco Della Puppa, tra gli autori del volume La linea dell’orizzonte. Un ethnographic novel sulla migrazione tra Bangladesh, Italia e Londra edito da Becco Giallo e con il supporto del Centro Studi Emigrazione Roma.

L’etno-graphic novel La linea dell’orizzonte

Nell’ultimo anno, in piena pandemia, Della Puppa ha ascoltato la sua voglia di affiancare alla ricerca e alla scrittura una parte creativa che gli mancava: «Da ex musicista ho pensato a come suscitare l’interesse anche al di fuori dell’accademia, avvicinare un pubblico più ampio a una ricerca scientifica. E per questo ho scelto il fumetto, in particolare il graphic novel

Francesco Della Puppa è stato affiancato dal giornalista Francesco Matteuzzi per tradurre una ricerca fatta di numeri e storie, il quale ha lavorato sui testi e la sceneggiatura, e dall’illustratore Francesco Saresin per la traduzione in immagini.

Un momento della presentazione a La Sobilla, Verona.
Da sinistra: Della Puppa, Matteuzzi, Saresin ed Elena Guerra

I tre autori si sono incontrati durante la presentazione del libro a La Sobilla di Verona giovedì 13 gennaio, dove hanno raccontato la genesi del lavoro attraverso la mostra delle tavole realizzate da Saresin e gli aneddoti di un lavoro intenso fatto a distanza, fino all’uscita a novembre 2021.

Per Matteuzzi «la grande sfida è stato rendere narrativo un racconto che non lo era di per sé, avendo in mano articoli scientifici e tutto il sapere raccolto da Della Puppa in così tanti anni di osservazione sociologica partecipante. Bisognava rendere fluida la lettura e costruire un racconto il più possibile reale, che restituisse tutto il fenomeno in tavole e fumetti coinvolgenti.»

Anche per Saresin è stata la prima volta: «solitamente scrivo io stesso i testi dei miei fumetti. In questo caso invece ho seguito le indicazioni dei miei colleghi e ho cercato di rappresentare l’atmosfera di una provincia industriale italiana, e subito dopo Londra, la capitale cosmopolita per eccellenza. Le prime tavole che ho realizzato rappresentano l’incontro tra il sociologo e uno degli intervistati al Caffè Italia. Volevo si percepisse subito la vivacità del luogo.»

Dopo Londra, c’è chi sogna un ritorno in Italia

Un crocevia di vite e impegno, di tante aspettative nel futuro dopo due migrazioni intense. Traspare da parte di molti protagonisti del libro che il trovare delle chance in terra britannica è come un risarcimento poiché, dicono, «dopo averci colonizzati, l’Inghilterra ce lo deve».

La copertina del graphic novel pubblicato a fine 2021 da Becco Giallo, curato da Francesco Della Puppa e Francesco Matteuzzi, con i disegni di Francesco Saresin.

Ma dove si fermeranno questi cittadini del mondo? «Anche questa è stata una delle tante domande fatte – spiega Della Puppa -. Chiedere dove desideravano essere seppelliti pensavo creasse disagio. Dopo tutto la morte non è un bell’argomento di conversazione. Eppure mi ha dato lo spunto per capire che molti di loro lo stanno già pensando: chi ha pensato di rimanere a Londra, vicino alla propria famiglia. Chi di tornare in Bangladesh, anche se sono purtroppo pochissimi quelli che hanno ancora un genitore o qualche fratello che non ha migrato a sua volta.

Ma molti mi hanno espresso la volontà di tornare in Italia. Dopo tutto, è il luogo che li ha visti crescere negli anni migliori della giovinezza, dove forse hanno passato più tempo delle loro esistenze tra i 20 e i 45 anni, che hanno vissuto tra giovani connazionali, si sono sposati con le donne promesse del proprio paese di origine, hanno visto nascere i figli.»

Ora che questi uomini stanno per diventare nonni, con l’arrivo della pensione, volgeranno lo sguardo – forse, di nuovo – al Bel Paese.

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