Un viaggio nella storia sta dando vita a una trilogia e Claudia Farina ne è l’autrice. Già in libreria nel 2017 con Catari sul Garda. Maddalena l’apostola e il vescovo donna (edito da Cierre Grafica), da qualche mese ha pubblicato, sempre con la stessa casa editrice veronese, Boni Homini. Sulle tracce dei Catari e di Maria Maddalena.

Farina non è nuova alla scrittura: giornalista, direttrice della rivista Gardamore, ha già sperimentato la narrativa e il romanzo, oltre che essere autrice di reportage di viaggio tra Africa, Medio Oriente e molti altri Paesi.

In questi anni la vicenda storica dei Catari è al centro del suo interesse particolare, grazie anche alla presenza significativa nel tredicesimo secolo del movimento religioso in Italia settentrionale, con un centro importante, tra gli altri, proprio a Desenzano del Garda.

I “boni homini” per una “chiesa d’amor”

«Mi sono imbattuta sei anni nella vicenda dei Catari, che li vide vittima di una retata a Sirmione e poi del loro rogo a Verona, all’interno dell’Arena – afferma la giornalista -. Ho sentito un impulso irrefrenabile a scriverne per conservarne la memoria e dare l’onore che a loro spetta nella storia. Si chiamavano reciprocamente “boni cristiani”, “boni homini”, professavano una “chiesa d’amor”, contrapposta alla realtà di Roma che ai loro occhi era simbolo di corruzione e di simonia».

L’interesse per le vicende storiche, legate al territorio veronese e lacustre, di un cristianesimo ispirato ai primi secoli ha dato vita a una narrazione che intreccia fatti documentati alla verosimiglianza, come l’episodio ambientato sull’Isola del Garda in cui Farina immagina l’incontro tra i catari transfughi da Sirmione, accolti dai francescani presenti sull’isola. E così accade anche per l’incontro immaginato tra l’ex vescovo cataro e il vescovo Bartolomeo da Breganze.

I fatti intorno ai quali si impernia il libro si estendono tra Vicenza, Verona, Concorezzo (Monza-Brianza), Bagnolo San Vito (Mantova) e il Garda, luoghi in cui le comunità catare eressero anche delle chiese. Più vasto è l’orizzonte dell’intero movimento religioso, considerato il più ampio ed esteso nel Medioevo, presente dalla Bulgaria alla Spagna, e segnato dal rogo di Montsegur nel 1244 in Francia e con quello del 13 febbraio 1278, avvenuto nell’Arena di Verona.

Tra storia e verosimiglianza

«Erano cristiani che credevano nella spiritualità e nella solidarietà, nel vivere in comune l’ecclesia – chiarisce Farina -. Nel libro l’unica figura femminile che è realmente esistita è Costanza da Bergamo, soggetto già presente nel primo libro. Fu mandata come spia e si finse catara, per segnalare alle autorità chi appartenesse alla comunità, dato che esternamente non portavano elementi distintivi particolari. Le altre donne sono personaggi verosimili, comunque soggetti forti, di grande personalità, come Primera, che va volontariamente sul rogo, e la cui figlia Guglielma diventa vescova catara nel racconto».

I catari cacciati da Carcassonne nel 1209, Bottega del Maestro di Boucicaut – Grandes Chroniques de France.

La narrazione si svolge sul piano temporale in duemila anni, dalla Palestina alla Gallia del I secolo, per introdurre la figura di Maria Maddalena, fino alle vicende del 1200 nella Francia meridionale e nell’Italia del nord. La nostra contemporaneità non ha spazio narrativo solo in merito alle ricerche dell’autrice, ma anche per le riflessioni sul nostro tempo e il concetto di spiritualità che sta connotando questi anni. Il periodo di indagine e di stesura si sovrappone inoltre ai cambiamenti causati dall’arrivo del Covid19. E velatamente alcune righe sono dedicate a un’Arena “tra il desolato e l’avvincente”, durante l’edizione straordinaria “Nel cuore della musica“, che sostituì nel 2020 il tradizionale festival d’opera. Un’esperienza che avvicina Farina alla tragedia delle vittime catare, una “Apocalisse continua, per chi sa cercare e sentire”.

Dalle vescove catare a Maria Maddalena

Il filo conduttore rappresentato dalle figure femminili non è un artificio, perché furono proprio i Catari a consentire alle donne di diventare vescove e somministrare l’unico sacramento, il battesimo spirituale. Ed è anche per questo che il richiamo a Maria Maddalena offre un continuum non tanto narrativo – sebbene sue raffigurazioni siano presenti negli stessi luoghi in cui vissero i Catari.

La “Apostola degli Apostoli”, come ha ribadito papa Francesco nel 2016, disponendo che la celebrazione della Santa fosse elevata nel Calendario Romano Generale da memoria obbligatoria al grado di festa.

«È una figura fondamentale del misticismo – riprende la scrittrice veronese -. Ma è stata anche la prima donna messa da parte, quando avrebbe dovuto essere considerata in primo piano come figura spirituale. Nei secoli è prevalsa la visione di una peccatrice pentita. Ma i vangeli ne parlano come la persona che per prima vede Gesù risorto, è sempre presente sul calvario. E oggi sono numerosi gli studi che ne studiano la figura e il ruolo, con un certo apporto anche da parte dei vangeli apocrifi».

La scrittrice e giornalista veronese Claudia Farina, al suo secondo libro della trilogia dedicata ai Catari.

L’accostamento con le vicende dei Catari è dovuto anche a un valore simbolico, che avvicina le due esperienze: personaggio spirituale, l’una, offuscata nella sua grandezza, rimossi dalla storia del cristianesimo, gli altri, ridotti alla dimensione di setta schiacciata e sconfitta, quasi del tutto dimenticati persino dalla memoria storica dei territori in cui vissero e lasciarono segni.   

E invece le tracce ci sono e la religiosità catara si espanse in diverse aree: la stessa Firenze si conta che «nell’epoca di Dante, annoverasse un buon 30 per cento di cittadini catari, stando alle stime raccolte dall’Inquisizione. E anche la madre di San Francesco vi apparteneva» sottolinea Farina, che ora sta già lavorando al terzo volume della trilogia dedicata al movimento religioso. Meta degli studi, il centro Italia.

«Dalla chiesa più importante del nord a Desenzano e dalla prima, stabilita a Concorezzo, mi sposto a Firenze, Orvieto e Spoleto, fino a qualche enclave al sud. Sono già andata nelle valli del cuneese, dove si rifugiarono i catari francesi dopo il rogo di Montsegur, e da cui si spinsero fino a Vicenza, mentre a Verona ebbero un grande centro ereticale. in certi luoghi i termini valdesi e catari si sono sovrapposti, come nell’enclave occitana tuttora esistente in Calabria. Ma questo sarà un capitolo del terzo libro della trilogia».

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