La destra, nel Nord Est, è una corazzata elettorale che pare inarrestabile. In Friuli-Venezia Giulia, nel 2018, si è imposta con il 60% circa; in Veneto Zaia, alle ultime elezioni, ha vinto con il 76,8%. Alle prossime elezioni a Verona, secondo recenti sondaggi, la coppia Tosi-Sboarina raccoglierebbe complessivamente addirittura l’86% dei consensi, anche se sono cifre tutte da confermare poi nell’urna. In ogni caso sembrerebbe che per la sinistra, elettoralmente, in queste zone non ci sia “trippa per gatti”.

Ci si aspetterebbe, dunque, che la popolazione del Nord Est condividesse progetti e visione politica dei due partiti dominanti ovvero Lega e, da qualche tempo, Fratelli d’Italia (FdI), ma non è proprio così. Anzi: l’impressione è che i Veneti e Friulani votino con la testa a destra ma con il cuore (nel senso dei diritti) da un’altra parte. Per confermare o smentire questa tesi, di fronte a una generale scarsità di dati, prendiamo i sondaggi elaborati da demos.it per farci un’idea sui temi più divisivi e scottanti; dati non esaustivi e da prendere con le pinze, ma che ci offrono sicuramente un interessante spunto di riflessione.

Partiamo da un tema caro alla Destra, ovvero l’omosessualità, il movimento LGBT e il complotto gender nelle scuole.

Opinioni sull’omosessualità

I parametri più rilevanti per valutare se la popolazione ritenga l’omosessualità innata oppure derivata da un condizionamento ambientale (e quindi possibile strumento del “complotto”) è l’influenzata da due elementi, l’età e soprattutto la religiosità. Con l’aumentare dell’età, infatti, diminuiscono coloro che ritengono l’omosessualità frutto di condizionamento: se per gli under 25 è idea condivisa dal 62%, il 65% degli over 45 la ritiene una caratteristica innata. Diverso il discorso per la religiosità: “Tra i non praticanti, l’idea che l’omosessualità sia innata raggiunge il 64%, […]. Anche tra chi va a Messa saltuariamente la netta maggioranza (59%)”, ma l’idea che si tratti di un comportamento acquisito tra chi frequenta i riti religiosi con assiduità sale al 35%. Un cambiamento culturale che incide anche sull’idea stessa di famiglia: “secondo il 64% dei nordestini, infatti, è una famiglia anche quella composta da due persone dello stesso sesso che convivono” (anche tra l’elettori di FdI, il 64% e della Lega, il 54%).

Il condizionamento della religione

La questione dell’orientamento sessuale parrebbe perciò legato alla rilevanza della fede su comportamenti e convinzioni. Nel 2017, dal punto di vista dell’appartenenza religiosa, si dichiaravano cattolici Veneti (68,3%), Trentini e Alto Atesini (65,8%), molto meno i friulani; in totale per il nord est il 60,7 (erano il 79,2% nel 2000). Una decrescita continua e importante, confermata dalla contrazione degli “assidui” (partecipano tutte le domeniche) passati dal 30,8% del 2010 al 15,1% del 2017.
E infatti, nel 2020, “rispetto al 2004, […] possiamo osservare che la quota di chi definisce fondamentale la religione è diminuita dal 17 al 13%, mentre chi le assegna un posto importante è sceso dal 34 al 25%.” Sostanzialmente stabili, invece, coloro che le riservano un posto abbastanza importante (25%). Una crisi marcata della religione, che perde progressivamente peso e rilevanza nella vita individuale riducendosi a forme di devozione “fai da te”. Una crisi di gradimento che investe pure le principali istituzioni religiose locali, come le parrocchie, che dal 2003 ad oggi passano dal 60% al 42%; la perdita di fiducia colpisce pure i parroci. Netta risulta la tendenza ad allargarsi della forbice tra le linee politiche di Lega e FdI a difesa dei “valori cristiani” e la secolarizzazione della popolazione del Nord Est, Veneto compresa.

Una controprova: se le linee politiche sui diritti individuali cari alla Chiesa e alla Destra, come la lotta all’aborto e all’eutanasia, fossero coerenti con il consenso elettorale, queste questioni non dovrebbero essere attrattive. E invece: aumenta (leggermente) il favore verso l’uso della pillola abortiva RU486 anche tra gli elettori della Lega, seppure con una predilezione per un impiego legato all’ospedalizzazione (48%). Sul tema eutanasia, mentre Lega e FdI in Parlamento si oppongono alla formulazione di una legge, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e la provincia autonoma di Trento dicono un sì convinto: è l’80% (ed era il 56% nel 2002, +24%) degli intervistati a dichiararsi (moltissimo o molto) d’accordo con l’idea che “Quando una persona ha una malattia incurabile, e vive con gravi sofferenze fisiche, è giusto che i medici possano aiutarla a morire se il paziente lo richiede”, con percentuali altissime anche tra gli elettori di lega e FdI. Anche qui, la religiosità incide nel giudizio ma, in questo caso, persino coloro che sono assidui praticanti risultano d’accordo al 52%, nonostante una posizione della Chiesa Cattolica molto chiara e ferma sul tema (si veda per esempio la vicenda del parroco cagliaritano Ettore Cannavera. ‘richiamato’ dal Vescovo di Cagliari per aver condiviso e firmato il referendum dell’associazione Luca Coscioni)

La parità di genere

Tutto bene? Insomma. Se su molte questioni il Nord Est si conferma poco conservatore, sul tema della parità di genere i dati sono decisamente in controtendenza. Infatti, “Il 26% dei nordestini pensa che La cura della casa è soprattutto compito della donna. Guardando al 2009, quando questa opinione era condivisa dal 30% dei nordestini, la diminuzione è di 4 punti percentuali. Sono molto più le donne (35%) che gli uomini (17%) a ritenere i lavori domestici una questione soprattutto femminile.” Non solo, a sorprendere è il fatto che, tra gli uomini, ad essere più convinti che i lavori di casa siano una “cosa da donne” sono gli studenti (con il 30%), a riprova che nella lotta per la parità di genere il limite è proprio nell’educazione familiare oltre che lo stesso pregiudizio femminile.

Ecco dunque: se le scelte elettorali del Nord Est – nella selezione degli amministratori – sembrano chiare, nette e indiscutibili si nota, pur con i pochi e parziali dati a disposizione (che non distinguono purtroppo tra centri urbani e periferie), come la società civile sul tema dei diritti la pensi in modo diverso se non opposto rispetto all’agenda di Lega e FdI. Vedremo col tempo quale tra due poli, politica o società, deciderà per primo di adeguarsi.

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