Sembrava il perfetto gioco di specchi per Sboarina. Damiano Tommasi, candidato del centrosinistra unito, funzionale a riunire, di riflesso, anche il centrodestra sul sindaco uscente. Un’operazione volta a tagliare fuori il vero convitato di pietra della partita delle Comunali: Flavio Tosi. Del resto l’ex sindaco, uomo di centrodestra, con lo zoccolo duro del 18-25 per cento delle sue civiche di riferimento (la forbice riassume tutti i sondaggi usciti nell’ultimo anno), è la mina vagante della tornata elettorale di primavera, specie per gli sboariniani, i quali senza Lega e perfino Forza Italia a quel punto rischiano seriamente di essere tagliati fuori dalla corsa già al primo turno.

Eppure anche la scelta del centrosinistra sull’ex calciatore della Roma – che nel frattempo in merito alla sua candidatura ha già imparato a districarsi nel politichese spinto («È un percorso ancora lungo, siamo passati dalla fase del pensiamoci al parliamone» ha detto a La Stampa) – potrebbe non coincidere, nel centrodestra, con i desiderata di Sboarina. L’alert è di questi giorni ed è scattato con l’accordo alle Provinciali di dicembre tra Lega, Forza Italia e tosiani, che hanno deciso di presentare una lista unica contro Fratelli d’Italia (il partito di Sboarina).

L’accordo, dice chi frequenta da decenni i corridoi di Palazzo, potrebbe essere un anticipo di quello che accadrà a primavera, con lo schema Lega-Forza Italia e Tosi da un parte e Fdi e Sboarina (con forse Verona Domani) dall’altra. Due blocchi a contendersi un posto nel ballottaggio con Tommasi. Magari invece questo è l’ennesimo tentativo della Lega di alzare la posta e forzare la mano per ottenere da Giorgia Meloni lo scalpo di Sboarina e concordare un candidato unitario. Ma Fdi su Sboarina ha alzato le barricate. Più che per convinzione (i mal di pancia ci sono anche lì), per non perdere la faccia. Del resto il partito ha accolto l’attuale sindaco solo pochi mesi fa. 

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