È quanto emerge da Ecosistema Urbano 2021, la classifica di Legambiente e del Sole24 Ore elaborata da Ambiente Italia, che ogni anno fotografa la situazione ambientale delle città italiane.

Quest’anno il rapporto prende in esame 105 città di provincia analizzando  per ognuna di esse 18 parametri ambientali divisi per macrotemi (ambiente urbano, inquinamento dell’aria, dispersione e consumi idrici, mobilità e rifiuti) al fine di stilare una classifica delle loro performance a fronte di un punteggio massimo teorico di 100 per parametro. È un rapporto che parla della vita dei cittadini.

Con questa iniziativa Legambiente e il Sole 24ore non vogliono semplicemente mettere a disposizione una raccolta di tabelle ma proporre anche  interessanti valutazioni  delle città relativamente ai diciassette SDGsSustainable Development Goals dell’Agenda 2030  ONU per lo sviluppo sostenibile.

Il rapporto, per l’affidabilità dei dati e il grado di approfondimento degli argomenti trattati,  fornisce alle amministrazioni pubbliche un valido strumento per indirizzare la loro azione di governo in campo ambientale;  per i cittadini  rappresenta invece una chiave per verificare l’efficacia delle iniziative dei loro rappresentanti istituzionali.

Trento (84.7%), Reggio Emilia (77.8%) e Mantova (75.3%)  sono i primi tre capoluoghi che nel 2020 hanno offerto le migliori prestazioni complessive in termini di vivibilità e sostenibilità.  Le migliori città venete sono state Belluno ottava con 68.31%,  e Treviso nona con 67.78%. La media nazionale di  53,05%, identica a quella dell’ultima edizione, giustifica la valutazione di sostanziale  diffuso immobilismo italiano in campo ambientale.

Verona vista dall’alto si apre a un territorio che potrebbe diventare molto più ampio. Foto di Alessio Lin, Unsplash.

Verona recupera una posizione rispetto allo scorso anno, si classifica 69esima ma con coefficiente prestazionale 48,57% praticamente invariato  rispetto all’anno precedente, ancora  sotto la media nazionale. Grossolanamente si potrebbe concludere che la vivibilità ambientale di Verona è a due terzi di quella di Mantova.

I cittadini veronesi hanno ora a disposizione un documento che li aiuta a partecipare attivamente all’imminente  campagna elettorale per l’elezione della nuova amministrazione comunale. A ogni parametro ambientale potrebbe corrispondere un obiettivo programmatico e diventare  argomento di confronto fra i diversi candidati.

Utile perciò approfondire, anche solo brevemente, l’analisi di alcuni dei più importanti indicatori di ecosistema considerati dallo studio ed elencati nella figura allegata.

Ambiente urbano

Sole24Ore: Indicatori ambientali di Verona e posizionamento della città fra le 105 considerate nel Report

La produzione di energia solare su proprietà pubblica pari a 26.5 Kw per 1000 abitanti  colloca Verona al quarto posto nazionale:  sarebbe un brillante posizionamento su un argomento fondamentale per la transizione energetica se non nascondesse una generale drammatica carenza di impianti energia rinnovabile. Solo il 2% dell’energia consumata dai veronesi è soddisfatto dalla produzione rinnovabile locale e l’obiettivo della decarbonizzazione cittadina è molto lontano.

Con l’uso efficiente di suolo si valuta il  consumo di suolo urbano in relazione alla variazione dei residenti. Milano è la migliore con un punteggio di 10 mentre Verona è 44esima con 6, la prima città veneta è Treviso con 8.

A Verona le isole pedonali sono quasi inesistenti. Si contabilizzano 0.16 mq per abitante come dieci anni fa (73simo posto). La città migliore è Lucca con 6.7 mq per abitante.

Inquinamento nell’aria

I parametri relativi alla qualità dell’aria descrivono una situazione in miglioramento rispetto al 2010 ma ancora molto critica per la salute. Il livello delle concentrazioni di  biossido di azoto con 21,5 μg/mc (40.5 μg/mc nel 2010); ozono con 61 μg/mc (53 μg/mc nel 2010); le polveri sottili Pm 10  con 31,5 μg/mc (30.0 μg/mc nel 2010) certificano un inquinamento cronico dell’aria cittadina.

Si continua a violare le direttive europee e per questo motivo l’Italia è sottoposta a procedura di infrazione da parte della Comunità europea.

Dispersione consumi idrici

La gestione dell’acqua cittadina non è brillante.  Mentre i consumi idrici pongono Verona all’83esimo posto con 169,243 litri per abitante stabile rispetto al 2010 è preoccupante la dispersione della rete idrica. Si disperde il  34,79% dell’acqua potabile prima che arrivi nella case,  un peggioramento rispetto al  2010 quando era del 27%. Non meno negativa è l’efficienza nella depurazione delle acque con solo 83,61% delle utenze allacciate alla rete (86% nel 2010).

Mobilità

Interessanti sono i dati relativi al trasporto pubblico. L’offerta di trasporto pubblico  pari a  20,49 Km per abitante percorsi annualmente dal complesso mezzi pubblici pone Verona al 53simo posto nazionale mentre  la domanda, in termini di viaggi per abitante anno, è in diminuzione da 146 del 2010 agli attuali 103.36 all’anno.

Le piste ciclabili,  con 11,99 Metri equivalenti ogni 100 abitanti (erano 9.46 nel 2010), sono ancora scarse, una situazione lontanissima da  Reggio Emilia che contabilizza 45.7 metri.

Traffico a Verona. Foto di Serena Dei

Opportuno segnalare che il PUMS (Piano Urbanistico Mobilità Sostenibile), presentato dal vicesindaco Luca Zanotto, stima al 5% del totale l’attuale mobilità ciclistica veronese e propone di raggiungere nel 2030 l’obiettivo del 12.3%. Il confronto con la situazione attuale di Treviso al 25%, Padova al 17%, Ferrara al 27% è umiliante.

Il tasso di motorizzazione dal 2010 è peggiorato passando da 60 auto ogni 100 abitanti del 2010 alle 64,7 attuali. Lo si intuisce anche vedendo il grado di utilizzo dello spazio pubblico per parcheggiare le auto.

La sicurezza delle strade urbane è un ulteriore problema per lo più trascurato.  Le vittime della strada nel 2020 sono state 6.25 per 1.000 abitanti, più di quattro al giorno. La città è al 72esimo posto. Il dato di Legambiente è coerente con i valori  medi relativi agli anni 2014 – 2018 riportati nel PUMS dal quale si apprende anche che “la sinistrosità delle strade cittadine, relativamente agli investimenti di pedoni, riguarda il 9,4% degli incidenti registrati nel periodo”.

Rifiuti

Più conosciuta e dibattuta la gestione dei rifiuti. La produzione annua pro capite di rifiuti urbani nel 2020 è stata di 504.98 Kg per abitante, 58esima posizione.  In diminuzione rispetto al 2010,  530 Kg per abitante, causata probabilmente da una ridotta presenza turistica causa COVID.

Imbarazzante è la percentuale di rifiuti differenziati sul totale dei rifiuti urbani prodotti, ferma dal 2010 al 50% (76esima posizione) quando è obbligo di legge realizzare un minimo del 65%. Treviso e Ferrara sono da  anni sopra l’87%.

Sulla performance veronese la presidente di Legambiente Verona Chiara Martinelli ha dichiarato: «In un periodo storico di grandi cambiamenti che diventano sempre più urgenti e con i fondi in arrivo dal PNRR, ci si chiede se la città sarà all’altezza di produrre progetti strategici per il suo sviluppo del territorio in linea non solo con gli obiettivi europei, ma anche con le vicine città di Mantova e Trento, che dimostrano come sia possibile migliorare le prestazioni ambientali e la qualità della vita dei cittadini.»

Appare lecito e opportuno chiedersi, a questo punto, quali valori degli indicatori ambientali vorremmo caratterizzassero Verona nel 2030.

© RIPRODUZIONE RISERVATA