L’emergenza Covid ha reso sempre più presenti i social network nella vita degli adolescenti e abbassato ulteriormente l’età di inizio di utilizzo degli stessi. I dati nell’Istat del 2021 parlano chiaro: i giovani tra i 13 e 19 anni hanno adoperato i social molto più che in passato, incrementando anche alcune difficoltà, già presenti negli ultimi anni.

Attraverso i social network i giovani hanno la possibilità di mantenere i contatti con gli amici nella loro quotidianità, condividere interessi, scambiarsi informazioni e anche farsi nuovi amici. Internet è infatti stato pensato per rispondere a molteplici funzioni positive, permettendo di soddisfare la dimensione ludica dell’esistenza, la dimensione partecipativa, la dimensione utilitaristica e quella intima.

Certe volte, però, ci si avvale del mondo virtuale in maniera non utile, fino a sfociare in alcuni casi in vere e proprie patologie per un uso disfunzionale della rete. Per esempio, nelle dipendenze da Internet accade che una persona si lasci talmente assorbire da alcune delle possibilità della rete da concentrarvi tutte le sue energie, trascurando progressivamente gli altri ambiti della propria vita (famiglia, amici, studio, alimentazione..). Il rischio, come si può immaginare, è la confusione tra il sé e le identità in cui ci si immerge e possiamo ipotizzare possa essere più elevato tanto più l’identità dell’utente sia in formazione, come negli adolescenti.

In rete i vincoli spaziali e temporali imposti dal reale vengono superati e si ha l’impressione di essere lì senza esserci veramente. Una connessione prolungata può aumentare il distacco dall’esperienza quotidiana, concreta e sensoriale del nostro corpo. Ecco perché un utilizzo eccessivo di internet può incrementare le difficoltà relazionali di persone poco competenti dal punto di vista sociale e, quando diventa la forma privilegiata di contatto interpersonale, può interferire con la costruzione di competenze sociali più raffinate e capaci di sostenere e utilizzare anche l’aspetto non verbale della comunicazione.

Internet favorisce la reperibilità degli altri e la velocità di risposta del computer ai nostri comandi può contribuire a generare o mantenere l’illusione che tutto sia facilmente ottenibile.

Cosa si intende per dipendenza da internet?

Per dipendenza da internet si intende la compresenza di alcune caratteristiche, che perdurino per alcuni mesi: la persona pensa e si preoccupa delle sue attività online tenute in precedenza o anticipa le attività che farà nel suo prossimo collegamento (Chi ci sarà online? Mi starò perdendo qualcosa?), la persona ha il bisogno di collegarsi alla rete sempre più frequentemente e per periodi sempre più lunghi per provare soddisfazione, la persona ha già compiuto numerosi sforzi per controllare, ridurre o interrompere l’uso di internet; la persona è irrequieta, con tratti depressivi, o facilmente irritabile quando tenta di ridurre o interrompere l’uso di internet; la persona rimane online più tempo di quello che aveva preventivato; la persona ha messo in pericolo una relazione significativa, o lo studio, a causa di un uso eccessivo di internet; la persona ha mentito alle persone a lui significative per occultare l’entità del coinvolgimento con internet; la persona usa internet come un modo per sfuggire dai problemi di tutti i giorni o per alleviare il proprio umore, l’ansia, in senso di colpa o di impotenza. Oltre a questi sintomi, possono manifestarsi alcuni problemi fisici legati alle molte ore trascorse davanti al monitor e alla conseguente inattività motoria.

Quali sono i primi segnali di allarme?

Uno degli elementi più significativi è l’incomunicabilità tra giovani e adulti. Ulteriormente importanti sono le ore, infatti il tempo speso davanti al computer spesso è il sintomo che desta maggior sospetto che ci sia qualcosa che non va. Però non ha valore assoluto, infatti serve valutare il tempo trascorso online in relazione alla situazione generale della persona. È importante anche valutare come la situazione evolve nel tempo, se infatti le ore sono in aumento. Infine è necessario ragionare anche su quale tempo venga impegnato: una cosa è dedicare una parte anche cospicua del proprio tempo libero, diverso è se il mondo virtuale comincia a rubare tempo alle attività fondamentali, come il dormire.

Un altro fattore rilevante è la scuola, in quanto spesso diminuisce il rendimento scolastico, ma soprattutto è necessario valutare il rapporto globale con essa e il modo in cui viene vissuta. Questi adolescenti appaiono accumunati da un atteggiamento “distaccato” verso quello che fanno a scuola. Ancora potrebbero emergere esperienze di difficoltà con i compagni, nella maggior parte dei casi con varie forme di violenza fisica o verbale. Non basta quindi informarsi sui voti, ma è necessario riuscire ad instaurare un dialogo più ampio.

Gli amici sono un altro elemento molto importante. Non è soltanto significativo il numero di amici, ma soprattutto la quantità e la profondità delle relazioni. Una precisazione doverosa è che l’utilizzo dei social network non è certo qualcosa di negativo, in quanto ci permette di allargare le nostre conoscenze e facilitarne la comunicazione. Bisogna però ricordare che non tutto si riesce a trasmettere con questi mezzi e esiste una differenza tra contatto virtuale e incontro reale.

Gli interessi: spesso di fronte ad un uso eccessivo di internet compare un progressivo ridursi di attività ricreative, passioni e interessi. Se da un lato fa parte del ruolo educativo dei genitori proporre interessi e attività nell’ottica di accrescere abilità nei propri figli, è però altrettanto importante chiedersi quanto rispondano alle esigenze e caratteristiche dei ragazzi e non solo; ci si dovrebbe chiedere quante siano le attività controllate e organizzate dall’altro e quante siano invece autogestite e in grado di lasciare spazio alla fantasia e alla propria spontaneità.

Altro fattore rilevante è la presenza in famiglia: spesso questi sono ragazzi che non escono di casa. Ci sono situazioni maggiormente evidenti e altre, maggiormente sfumate, dalle quali però è necessario cogliere eventuali segnali di disagio. Sono proprio quei casi in cui la presenza fisica non si accompagna alla presenza.

Infine un ultimo aspetto da considerare è l’aggressività, in quanto sintomo che si manifesta di fronte alla mancanza dell’utilizzo del computer. In questo caso il consiglio per i genitori è di non spezzare il filo del dialogo. Certe volte è compito dei genitori porre dei limiti, ma se ci si ferma soltanto a questo si rischia di andare muro contro muro.

La bussola che permette di orientarsi tra tutti i sintomi è data dal ragionare se il rapporto con il computer sta andando verso la direzione di allargare le possibilità di fruire della realtà o se tende invece a diventare una barriera che nel tentativo di proteggere impoverisce.

Cosa fare per intervenire?

Il dialogo non è sinonimo di assenza di regole, piuttosto implica un modo diverso di decidere e soprattutto di comunicare le regole. È possibile attraversare momenti di tensione, arrivando a nette contrapposizioni, ma l’importante è non perdere mai di vista il senso di tali atteggiamenti e il costo che possono avere.

Una decisione restrittiva dovrebbe inserirsi in un contesto in cui sono stati spiegati i motivi della preoccupazioni, facendogli notare alcune cose per noi significative, permettendogli di spiegare la sua visione della situazione, confrontandosi e discutendo.

Alle volte è buono chiedere aiuto, che non significa ammettere di non essere stati in grado di trovare una soluzione, e non vuol dire rinunciare a gestire la situazione in prima persona, ma significa utilizzare al meglio gli strumenti a disposizione. Proporre un colloquio dà la possibilità di avere maggiori informazioni sul punto della situazione e fornire un sostegno per risolvere le cose in maniera più produttiva. Questo credo sia uno dei motivi che porta ogni anno alla realizzazione della Giornata Nazionale della Psicologia, proprio perché non esiste salute senza salute mentale.

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