Primo giorno di scuola. Suono della campanella. Oltre il cancello, frotte di studenti dove i più grandi sembrano accompagnare i più piccoli. Distinti ingressi con numeri e lettere. Esigui studenti pressoché ordinati. Abbracci, fisicità e sorrisi. Tenue cautela e sguardi curiosi. Scelta del compagno di banco prediletto. Scelta del banco. La scuola prima della pandemia e la scuola oggi.

Il primo giorno di scuola è un momento carico di significato e di distinte emozioni. È l’attimo che segna il cambiamento drastico dell’ambiente, in cui è richiesto di fare i conti con ritmi nuovi e con obiettivi inediti. È il re-incontro con i propri amici. Proprio questa occasione ha cambiato forma in maniera evidente dall’inizio della pandemia.

Il vero interrogativo è: come ci stiamo preparando a questo evento così significativo per bambini, ragazzi e famiglie? È necessario parlare di misure di sicurezza, ma è insufficiente se non iniziamo a considerare il vissuto emotivo delle persone coinvolte, proprio perché c’è chi vivrà per la prima volta questo momento, chi ha fatto esperienza di due inizi dell’anno scolastico con il volto coperto dalle mascherine e chi, più grande, può fare nostalgicamente il confronto con il primo giorno di scuola nel periodo precedente alla pandemia.

Mancano pochi giorni dal fatidico giorno e le domande che ci poniamo riguardano attese, paure e speranze per questo nuovo inizio. Da una parte quella routine e quel senso del dovere che ce ne ricordano il sapore classico, dall’altra quell’incertezza e quelle restrizioni che inevitabilmente ci fanno fare i conti con una situazione pandemica ancora molto simile allo scorso anno. L’inizio della scuola appare essere un ulteriore sconvolgimento, soprattutto emozionale. È importante quindi saper gestire al meglio queste emozioni, per non sentirsi disorientati e in profonda difficoltà. Ciascuna fascia d’età nasconde stati d’animo differenti, dettati spesso da dubbi e ansie. Proprio per tale motivo, si possono riscontrare alcuni specifici sintomi collegati ai primi giorni di scuola, come mal di pancia, mal di testa, paure e regressioni, eventualmente accentuati in insonnia, ansia e stati depressivi. Questo accade perché il nostro corpo ci dà dei segnali rispetto al nostro mondo emotivo e aumentarne la consapevolezza ci permette di averne maggior controllo. Da parte di noi adulti, accogliere i sentimenti dei bambini e ragazzi, senza minimizzare, aiuta a strutturare un rapporto di fiducia per cercare insieme di capire come poterne fare fronte.

Il rientro a scuola, ancora oggi in periodo pandemia, è stato per molti un momento pensato, atteso e immaginato. Quindi risulta essere il prodotto di molteplici emozioni, che riguardano l’io, il tu ed il noi, perché inevitabilmente incidono sulle relazioni.

Anche l’aspetto prettamente scolastico muove timori, in quanto le ricerche hanno dimostrato che la didattica a distanza, così come è stata realizzata nella maggior parte delle scuole, ha determinato una perdita di apprendimento del 35%. Timori perché si parla di rientro a scuola, ma non è mai un vero e proprio rientro, perché entrare a settembre in aula è sempre una nuova esperienza. È salire un gradino più in alto lungo la scala della propria crescita. E tale passaggio quest’anno potrà essere per i nostri giovani ancora più arduo. Ma, allo stesso tempo, in questo cammino possiamo anche cogliere quanto la pandemia abbia fatto riscoprire la forza del desiderio di so-stare a scuola.

Come possiamo allora aiutare i nostri giovani?

Possiamo affiancarli nella difficoltà di riprendere una routine, nel ripristinare il ritmo sonno-veglia e, di conseguenza, una corretta alimentazione, possiamo parlare sinceramente con loro delle emozioni e dei pensieri che prendono voce in queste giornate e possiamo incoraggiarli verso una maggior autonomia. Ricordiamoci infine di infondere loro entusiasmo, perché possano cogliere il bello di questo nuovo inizio.

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