Art&Sound, musica libera con Canali e Giancane
A Cavaion si è tenuta venerdì 6 agosto la prima rassegna musicale veronese dell'epoca green pass, con una proposta artistica di tutto rispetto.
A Cavaion si è tenuta venerdì 6 agosto la prima rassegna musicale veronese dell'epoca green pass, con una proposta artistica di tutto rispetto.
A Cavaion si è tenuta venerdì 6 agosto Art&Sound, la prima rassegna musicale veronese dell’epoca green pass, registrando un notevole successo in termini di proposta artistica, affluenza e organizzazione.
All’ingresso nell’area concerti in Corte Torcolo, ci attendono i ragazzi dell’Associazione culturale Liberamente Cavaion, che dal 2012 organizza eventi culturali, cineforum, proposte per vivere l’arte in modo dinamico e hanno fortunatamente incontrato un’amministrazione pubblica illuminata, che ha capito la generosità di un progetto che nasce con finalità divulgative, sociali e non puramente lucrative. Educati e sorridenti utilizzano un’app sullo smartphone per controllare il green pass o il tampone, il tutto si svolge velocemente e senza intoppi, a dimostrazione che la volontà di realizzare i progetti importanti vince sulle polemiche sterili.
La line-up è di tutto rispetto e prevede l’apertura dei giovanissimi OttoxOtto, il combat-folk scanzonato di Giancane e la grande poesia rock di Giorgio Canali con i suoi Rossofuoco. L’anfiteatro fronte palco è già abbastanza gremito da un pubblico di generazioni diverse, frutto della scelta musicale coraggiosa degli organizzatori della serata. In fondo al giardino è stato allestito anche uno spazio per artisti emergenti, che espongono quadri, disegni, idee, ma anche scambi di libri e vintage market.
Inizia alle 21 la performance dei giovanissimi OttoxOtto, due ragazzi che propongono un pop sognante a due voci, visibilmente emozionati per la grande occasione che stanno vivendo. Prima di Giancane e della sua Banda ci procuriamo una pizza fuori dall’area concerti, le finalità puramente culturali della manifestazione hanno tralasciato gli aspetti più goderecci dei festival. Poco male, il nostro rientro è gestito senza pathos dagli stessi ragazzi gentili e sorridenti dell’ingresso.
Alle 22 sale sul palco Giancane, celebre perchè autore della sigletta delle strisce a fumetti in tv di Zerocalcare a Propaganda Live in tempi di pandemia, uno degli appuntamenti più attesi delle settimane della reclusione forzata in casa. La performance è allegra e divertente, condita da siparietti con i suoi musicisti, strumenti improvvisati e battute in romanesco. Sugli spalti si vedono ragazzi saltare e ballare, “Ipocondria” è un inno per questi anni strani e malati, la platea la canta a gran voce. Giancane quasi si stupisce di una risposta così calorosa ed il coro è ancora più vigoroso su “Vecchi di merda”, una canzone che è ponte intragenerazionale reale, un’analisi dolceamara e ironica sugli stereotipi dello scontro tra giovani e diversamente giovani.
Sono quasi le 23 e dopo un breve sound-check Giorgio Canali con i Rossofuoco prende possesso del palco e opera una vistosa sferzata rock alla serata. Più tranquillo del solito scatena la sua furia elettrica presentando una «manciata di canzoni di merda». Canzoni che sono in realtà bellissime, figlie del suo nichilismo poetico, che aggredisce per l’urgenza espressiva ed affascina per le perle di luce nascoste nei suoi testi. Un artista dall’indole punk, sempre controcorrente, che dopo la fine dell’epoca CCCP, CSI e PGR ha saputo ritagliarsi uno spazio di grande libertà in un’epoca musicale contemporanea dominata da internet e dalle visualizzazioni senza futuro.
Giorgio, elegante con la sua camicia nera, è supportato da una grande band: Stewie Dal Col alla chitarra, Marco Greco al basso, Luca Martelli alla batteria sono gli eroici “Crazy Horse” della serata.
Canali ama suonare in questa veste elettrica e la differenza è evidente, le canzoni hanno un’energia diversa, come un fiume sonoro che scorre veloce e inesorabile. Molti brani sono dell’ultimo lavoro “Venti”, uscito a dicembre 2020. Rifiutando gli eventi streaming, definiti da Canali «farse consolatorie», si è messo all’opera componendo venti nuove canzoni, piene di citazioni, da De Gregori a Branduardi, passando per Mark Lanegan.
Bellissima stasera “Tutti gli uomini” con medley finale di “Heroes” di Bowie, ma anche “Inutile e irrilevante”, in cui il pessimismo cosmico di Canali esplode con la sua potenza perchè, citando le sue parole in “Fuochi supplementari”: vivere felici è facile / basta non essere me“.
All’una passata Giorgio e i suoi lasciano il palco terminando con “Precipito” e lasciandoci un vortice di potenza nera ed elettrica, che dopo tanta astinenza dal rock’n’roll suonato, riporta tutte le buone vibrazioni che questa musica sa scaricare su chi la ama. Mancava come l’aria, ossigeno per l’anima. Niente bis, come da abitudine di Canali, farse sceniche che non pratica, fiero del suo essere se stesso, della sua indipendenza, della sua libertà e del suo carisma.
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